Jake's Point of View:
"Cassie?"
"Jake?"
La guardai confuso e mi accigliai.
"Che ci fai qui?"
Incrociò le braccia al petto e alzò un sopracciglio.
"Io ci lavoro qui. Che ci fai tu qui, a quest'ora poi..."
"I-Io..."
Guardai i soldi ancora appoggiati sul bancone e feci spallucce, abbassando lo sguardo.
Lei sospirò e mi arruffò leggermente i capelli."Se aspetti dieci minuti, finisco il turno e possiamo parlarne."
Avevo davvero bisogno di sfogarmi in quel momento, quindi annuii. Lei prese le cinquanta sterline e le mise nella tasca della mia giacca, per poi tornare a pulire alcuni bicchieri.
Io mi alzai ed uscii, per fumarmi una sigaretta. Dopo una decina di minuti Cassie mi raggiunse: indossava una giacca grigia e lunga, dei leggins neri e delle vans. Notai che tra i suoi lunghi capelli rossi, spuntava una treccina."E quella chi te l'avrebbe fatta?" chiesi, ridacchiando appena.
Lei sfiorò la treccia con un dito e sorrise appena.
"Mia madre."
Annuii e decisi di non farle altre domande, perché era diventata un po' triste tutto ad un tratto.
"Che ne dici di me, te e una bottiglia di vodka lemon vicino al Tamigi?" chiese, tirando fuori una bottiglia di vodka dalla sua borsa.
Sorrisi e annuii. Dopo una quindicina di minuti eravamo seduti su una panchina di un parco vicino al Tamigi, a bere e a parlare. Le spiegai cosa stava succedendo e lei all'inizio credette che la stessi prendendo in giro, ma non era così purtroppo.
"E cosa pensi di fare ora? Voglio dire, nessuno sa dov'è Jason e il mondo è grande."
Sospirai e feci un altro lungo sorso dalla bottiglia: l'alcool si rivelò essere un ottimo calmante, perché la tristezza mi stava abbandonando a poco a poco. Sapevo che il giorno dopo mi sarei sentito mille volte peggio, ma in quel momento avevo altro per la testa.
"Non ne ho idea Cassie, so solo che quello stupido di Jason se n'è andato senza dire una parola a nessuno, che ora mi sento uno schifo e che questa vodka mi sta facendo salire il vomito..."
Lei prese la bottiglia e la buttò in un cestino là vicino. Iniziò ad accarezzarmi la schiena con dolcezza e a fissare la superficie del Tamigi, che quella sera era estremamente calmo.
"Jake, lo troveremo. Tu lo ami, lui ti ama. Non può essersene andato di sua spontanea volontà, ci deve essere qualcosa sotto, non credi?"
Arrossii leggermente per la sua affermazione, anche se sapevo che ci amavamo, sentirlo dire ad alta voce dopo così tanto tempo era strano.
"Hai ragione Cass, ma se non dovesse più tornare? Edward non vuole dirmi dov'è, né perché è partito. So solo che sta per sposarsi con chissà chi in chissà quale luogo sperduto di questo mondo..." mormorai, preso improvvisamente da una profonda angoscia.
"Non ha senso... Cosa diavolo succede...?"
La guardai e lasciai che una lacrima rigasse la mia guancia sinistra.
"Non lo so, niente ha più senso." dissi, alzandomi e camminando verso il fiume.
Sentii dei passi dietro di me e una mano afferrare la mia. Cassie fece intrecciare le sue dita con le mie e iniziò a guardare il Tamigi, insieme a me.
Chiusi gli occhi e mi feci travolgere da gli odori e i rumori di Londra, mentre un leggero venticello mi rinfrescava il volto. L'alcool iniziava a farmi un bell'effetto, perché per qualche istante sentii il mio corpo farsi leggero, così come la mia mente.
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Jake e Jason 2 | Non passa. Mai.
Romance(𝙎𝙩𝙤𝙧𝙞𝙖 𝙘𝙤𝙢𝙥𝙡𝙚𝙩𝙖𝙩𝙖, 𝙢𝙖 𝙞𝙣 𝙧𝙚𝙫𝙞𝙨𝙞𝙤𝙣𝙚) Sequel di "Jake e Jason". 𝘼𝙫𝙫𝙞𝙨𝙤 𝙥𝙚𝙧 𝙞 𝙡𝙚𝙩𝙩𝙤𝙧𝙞: 𝘘𝘶𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘭𝘪𝘣𝘳𝘰 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘪𝘦𝘯𝘦 𝘴𝘤𝘦𝘯𝘦 𝘦𝘴𝘱𝘭𝘪𝘤𝘪𝘵𝘦, 𝘵𝘦𝘮𝘪 𝘴𝘦𝘯𝘴𝘪𝘣𝘪𝘭𝘪, 𝘭𝘪𝘯𝘨𝘶𝘢𝘨𝘨�...