*C'è una nota importante a fine capitolo!
Una farfalla colorata si appoggiò su un fiore accanto alla piccola Cassie. La bambina sorrise e guardò la madre, seduta vicino a lei.
"Mamma, mamma! Possiamo portarla a casa? È così bella..." esclamò Cassie, tutta assorta dalla bellissima farfalla.
La madre la guardò e ridacchiò appena.
"Ma tesoro, se la portiamo a casa poi si sentirà triste."
"E perché?"
La donna accarezzò i morbidi capelli della piccola e sorrise. Il sorriso non le mancava mai e Cassie adorava quella caratteristica di sua madre. Quando si sentiva triste o andava da lei e suo padre dopo un brutto sogno, il sorriso di sua madre la tranquillizzava sempre. Era come una potente medicina contro la tristezza.
"Se ti portassero lontano da casa, come ti sentiresti?" chiese la donna.
Cassie ci rifletté un po' su e intanto strappò anche qualche filo d'erba dal terreno. Infine fece una smorfia buffa e scosse la testa, facendo ridere la donna.
"Non sarebbe bello! Non potrei più vedere te e papà."
"E Julyan?"
Cassie alzò gli occhi al cielo ed annuì.
"Anche se mi da sempre fastidio, devo dire che mi mancherebbe anche lui."
"Ecco Cassie, vedi, quando ti portano lontano da casa, ti senti sola. E se portassimo via questa farfalla, essa proverebbe lo stesso."
La bambina annuì e sospirò, soffiando verso la farfalla, che volò via.
"È per questo che i grandi sono sempre tristi? È perché sono lontani dalla loro mamma ed il loro papà?"
La madre fece sedere la figlia sulle proprie gambe e lanciò uno sguardo verso suo marito e Julyan, che stavano pescando vicino al lago. Cassie intanto aveva iniziato a giocherellare con i bordi del vestito verde acqua della madre.
"Cass, casa è dove ci sono le persone che ami. Non devi pensare che quando crescerai non sarai felice perché sarai lontano da me, papà e Julyan. Un giorno troverai molti amici e ti farai una famiglia. Certo, non dimenticarci però!"
Cassie ridacchiò e smise di giocherellare con il vestito della madre. Guardò la grande distesa d'erba e sorrise, mentre faceva un piccolo sospirò.
"Non vi dimenticherò mai. Siete le persone più importanti della mia vita."
Intanto il padre e Julyan avevano smesso di pescare e stavano camminando verso di loro.
Cassie si alzò in piedi e iniziò a saltellare qua è la, in attesa che i due li raggiungessero."Ehi papà! Papà! Avete pescato qualcosa?"
"Sì, però li abbiamo ributtati in acqua. Erano troppo piccoli!"
Cassie rise ed andò ad abbracciare suo padre o a dire il vero le sue gambe, dato che era bassa in confronto all'uomo. Poi guardò suo fratello Julyan e fece la linguaccia.
"Ehi mamma, l'hai vista?!" esclamò il ragazzino, indicando sua sorella.
La madre e il padre ridacchiarono e Cassie iniziò a correre seguita dal fratello. I genitori si unirono a quella corsa, lasciando le loro cose la dov'erano.
"Tanto ti acchiappo, piccola peste!" esclamò Julyan, aumentando il ritmo.
Cassie rise e continuò a correre. Si sentiva libera, con l'aria fresca che le entrava nei polmoni ed i capelli lungi lasciati sciolti. Era felice. Perché la sua famiglia era lì.
Casa è dove ci sono le persone che ami.
Spazio me:
Ho pensato fosse più adeguato scrivere il capitolo in terza persona, dato che Cassie era ancora una bambina. Ho già pensato di scrivere anche il terzo libro in terza persona.
Come volete che finisca questo libro, in prima o in terza? Rispondete al più presto, così inizio a scrivere il 42 capitolo!
Grazie mille per la pazienza♡.
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Jake e Jason 2 | Non passa. Mai.
Romansa(𝙎𝙩𝙤𝙧𝙞𝙖 𝙘𝙤𝙢𝙥𝙡𝙚𝙩𝙖𝙩𝙖, 𝙢𝙖 𝙞𝙣 𝙧𝙚𝙫𝙞𝙨𝙞𝙤𝙣𝙚) Sequel di "Jake e Jason". 𝘼𝙫𝙫𝙞𝙨𝙤 𝙥𝙚𝙧 𝙞 𝙡𝙚𝙩𝙩𝙤𝙧𝙞: 𝘘𝘶𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘭𝘪𝘣𝘳𝘰 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘪𝘦𝘯𝘦 𝘴𝘤𝘦𝘯𝘦 𝘦𝘴𝘱𝘭𝘪𝘤𝘪𝘵𝘦, 𝘵𝘦𝘮𝘪 𝘴𝘦𝘯𝘴𝘪𝘣𝘪𝘭𝘪, 𝘭𝘪𝘯𝘨𝘶𝘢𝘨𝘨�...