Capitolo 48 "Decisioni"

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Sarah's Point of View:

"Decidi cosa vuoi fare con quel bambino e fallo una volte e per tutte!" esclamò mia madre.

Mi alzai dal divano e mi piazzai davanti a lei, toccandomi il pancione. Era da giorni che io e mia madre litigavamo per lo stesso problema: cosa ne avremo fatto del bambino?
Io e Tomas avevamo deciso di darlo in adozione, ma ogni volta che guardavo il pancione, mi sentivo in colpa. Volevo quel bambino, ma ero troppo giovane e non sarei riuscita a prendermene cura come si deve.
Guardai mia madre e sospirai.

"Non lo so! Cazzo, smettila di stressarmi in questo modo!"

"Sarah Brown, da quand'è che sei diventata così...così...maleducata!" sbottò in fine.

Le scoppiai a ridere in faccia e legai i capelli in una coda disordinata, facendo un respiro profondo.

"Avanti mamma, non c'è bisogno che tu ti trattenga. Dillo che sono una rompi palle! E comunque non è colpa mia, ma degli ormoni."

Lei alzò gli occhi al cielo e se ne andò in cucina, imprecando contro di me a bassa voce.

"Guarda che ti ho sentita!" esclamai, per poi sedermi di nuovo sul divano.

-

Jake's Point of View:

Eric se ne stava seduto in cucina a mangiare i resti della pizza della sera prima. Mi sedetti davanti a lui e sorrisi.

"Buongiorno fratellone." lo salutai, con tono dolce.

Lui alzò lo sguardo, giusto il tempo di guardarmi per qualche secondo, poi lo riabbassò sul cartone della pizza.

"Cosa hai combinato? Se ti servono soldi, mi dispiace, ma mi devono ancora pagare questo mese."

Alzai gli occhi al cielo e sbuffai.

"Non ho combinato niente e no, non mi servono soldi. Dov'è Mercy?"

"Sta in sala con Edward. Chissà cosa ci sarà tra quei due." disse, con espressione annoiata.

Ma che gli prendeva? Sembrava giù di morale, anche se fino alla sera prima stava bene.

"Eric, non è che sei nei tuoi giorni? Sembri peggio di una ragazza mestruata con gli sbalzi d'umore..."

"Ho litigato con Meredith."

Ridacchiai e gli diedi un paio di pacche sulla spalla. I litigi tra quei due non duravano mai più di qualche giorno. Ma ogni volta Eric si buttava giù, anche se alla fine facevano sempre pace.

"Avanti, alzati e vieni in sala con me. Devo parlare con te e Mercy."

Lui mi seguì e quando fummo in sala, si sedette tra Mercy ed Edward.

"Ehi! Che fai?" si lamentò mia sorella.

"Mercy, Eric, devo parlarvi di una cosa importante."

"Cosa hai combinato stavolta?" chiese Mercy.

Scossi la testa e sorrisi.

"Ma perché mi trattate come fossi un teppistello? Non ho fatto niente! Volevo solo dirvi che questa settimana mi trasferisco in una nuova casa-..."

"Eh?! Ma che ti salta in mente? Hai diciassette anni, non puoi fare ciò che vuoi." mi interruppe Mercy.

Eric le tappò la bocca con una mano e mi fece segno di continuare.

"Jason mi ha chiesto di andare a convivere ed io ho accettato." conclusi.

"Ho come la sensazione che stavolta a mio padre verrà un infarto." disse Edward, ironico.

Mercy gli diede una botta sulla spalla e lui la fulminò con lo sguardo.

"Allora, a parte scherzi, cosa ne pensate? Per voi va bene?"

Mia sorella sorrise ed annuì, per poi guardare Eric, che si alzò e fece spallucce, prima di andarsene.

"Ma che gli prende a quello?" chiese Mercy.

"Ha litigato con Meredith. Ma tanto sai com'è: non durerà nemmeno un paio di giorni." le risposi, ridacchiando.

Poi guardai Mercy ed Edward, sorridendo malizioso.

"Voi due state insieme?" chiesi, in modo diretto.

Mia sorella arrossì di colpo, cosa rara, mentre Edward balbettò delle scuse.

"Vi trovo davvero carini insieme..." dissi, prima di andarmene in camera mia con un sorriso stampato in faccia.

-

Isaac's Point of View:

Gli esami erano finalmente finiti ed io sarei partito tra una settimana.
Non avevo detto niente a nessuno e avevo deciso di saltare l'ultima settimana di scuola per non incontrare gli altri o Ian. Volevo solo starmene da solo.
Quella domenica pomeriggio decisi di andarmene vicino al Tamigi per l'ultima volta. Quando arrivai, mi sedetti su una panchina ed iniziai a guardare l'acqua. Ero così preso dai miei pensieri, che non mi accorsi subito di Cassie. La ragazza se ne stava seduta ai piedi di un albero vicino alla riva del fiume.
Mi guardai intorno e tentennai un po', prima di avvicinarmi e sedermi accanto a lei. Non ci furono parole per un po'. Poi il silenzio fu interrotto dalla sua voce.

"Isaac, che ci fai qui?" chiese, continuando a guardare la superficie del fiume.

"Rifletto. Tu?"

"Anch'io. E dimmi un po', a cosa pensavi?"

Feci spallucce e sospirai.

"Mi chiedo se sto facendo la cosa giusta. Senti Cassie, mi dispiace per tua madre... So che non c'ero al funerale, ma non pensavo fosse appropriato. Voglio dire, non ci conosciamo molto..."

Lei sorrise e scosse la testa, per poi deglutire.

"È okay." mormorò. "Comunque, che intendi dire con ciò che hai detto prima? Che devi fare?"

"Parto per New York. Torno a casa."

Lei non poté nascondere un'espressione di stupore.

"Davvero? E perché questa decisione improvvisa?"

Sospirai e mi passai una mano tra i capelli.

"Sento il bisogno di tornare a casa, dalla mia famiglia."

"È per Jake, non è così?"

Strinsi i pugni e mi accigliai. Ma come faceva quella ragazza a leggere le persone in quel modo? Era come se per lei, esse fossero un libro aperto.

"Sì."

Ci fin un momento di silenzio, poi io parlai.

"Forse dovresti venire con me. Penso che ti farebbe bene cambiare aria per un po' dopo tutto ciò che è successo."

Lei rimase perplessa dalla mia proposta, lo vedevo nei suoi occhi.
Mi alzai e misi le mani in tasca.

"Bé, pensaci. Sono sicuro che farai la decisione giusta." iniziai a camminare, dandole le spalle. "Parto tra una settimana." aggiunsi, prima di andarmene.

Jake e Jason 2 | Non passa. Mai.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora