21. "Per certe cose c'è il letto Riccioli D'oro"

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[corretto]

Anne sentì il campanello della porta suonare e si maledì mentalmente per aver appena salito le scale.
In compenso, sperò che almeno suo figlio avesse sentito il bussare alla porta ma, ovviamente, si sbagliava.
Così, dopo aver tentato di chiamare il nome del ragazzo, senza ricevere alcuna risposta, si costrinse e prendere la sua borsetta e infilarci tutto il necessario dentro più in fretta possibile.
Poi scese di corsa le scale e, dopo essersi data una veloce occhiata alla specchiera prima dell'ingresso, aprì la porta.
La donna si ritrovò davanti un ragazzo di circa venti anni, non molto alto e con uno sguardo ammiccante in volto.
"Sì?" parlò Anne.
Il ragazzo si staccò dallo stipite a cui era appoggiato con una spalla e allungò una mano a stringere quella della mora.
"Piacere, sono Louis, un amico di Harry. Mi chiedevo se suo figlio fosse in casa" disse il castano.
La donna fece una piccola smorfia.
"Come mai non ti ho mai visto qui?" chiese, incrociando le braccia al petto.
"Perchè non abito più qui da qualche anno, per colpa dell'università.
Io e Harry ci vediamo solo in estate" spiegò risoluto.
Anne fissò il ragazzo con un sopracciglio alzato, non totalmente convinta.
"Non mi convinci affatto, sai?"
Louis però era fortunato, perchè la donna andava davvero di fretta.
"Okay, entra, Harry è di sopra" gli disse, indicando poi le scale.
"Grazie mille" esclamò Louis, entrando in casa.
"Ah, Louis. Un'ultima cosa" lo bloccò Anne, uscendo dalla porta, "Tu e Harry non uscite di casa, porto via le chiavi e torno nel tardo pomeriggio. Non vorrei restaste chiusi fuori" affermò prima di chiudere la porta.

Louis salì lentamente le scale e sospirò sollevato.
Quella donna era degna rivale di sua madre per quanto riguardava le domande scomode.
Una volta al piano superiore si ritrovò in un piccolo corridoio, con due camere per lato.
Louis mise su una smorfia pensierosa.
Quale sarà quella giusta?
I suoi dubbi vennero dissipati quando sentì la voce di Harry provenire dalla prima porta sulla destra.
"Tranquillo Liam, sto bene. La cosa non mi tange più di tanto"
Louis si avvicinò alla camera di Harry e silenziosamente ne aprì la porta.
Harry era disteso sul letto dando le spalle all'entrata, completamente preso dalla conversazione con Liam.
Louis ridacchiò mentalmente al pensiero di quello che stava per fare e nel giro di qualche secondo si gettò sul letto del riccio.
Il ragazzzo saltò, letteralmente, giù dal letto.
Rimettendosi a gattoni e fissandolo con astio subito dopo.
"CHE CAZZO CI FAI QUI!?" urlò.
"Sono venuto a farti compagnia" rispose Louis con voce angelica.
Harry gli lanciò un'occhiata omicida e riprese il telefono in mano.
"È arrivo Louis, ti chiamo dopo" disse attaccando il telefono subito dopo.
Harry si rimise in piedi davanti al letto, per poi spingere a terra Louis subito dopo.
"Ma sei impazzito? È questo il modo di trattare un ospite?" si lamentò Louis sdraiandosi nuovamente sul materasso.
"Chi ti ha fatto entrare?" domandò Harry irritato.
"Tua madre. È una donna deliziosa, al contrario di te" lo punzecchiò il castano.
A Harry quasi fumavano le orecchie dalla rabbia.
"Dammi una buona ragione per non sbatterti fuori dalla finestra in questo istante" ruggì Harry.
Louis si sistemò meglio tra i cuscini.
"Primo, perchè sarebbe alquanto scomodo, e pericoloso oserei dire. Per certe cose c'è il letto principessa" lo sfottè il castano, battendo una mano sulla coperta facendo diventare Harry ancora più rosso.
"Secondo, casa di Zayn e Niall non è un posto ospitale oggi" affermò.
Harry guardò Louis stranito, così il castano continuò.
"Quando sono arrivato, per passare la giornata con loro come al solito, erano troppo impegnati a fissarsi come se la cosa non fosse inquietante. Mi hanno fatto sentire come la quinta ruota di una bicicletta per imparare*, capisci?" si lagnò, portandosi poi un cuscino al petto.
Harry sbuffò.
Possibile che questo ragazzo fosse così idiota.
"Partiamo dal fatto, che non ti permetto di citare i Simpson* nei tuoi sproloqui. In più, non è colpa mia se quei due vogliono passare del tempo da soli e tu non hai altri amici" lo rimproveró.
"Fermo, hai frainteso. Non sono venuto qui perchè volevo" lo corresse Louis, "È solo che ero a piedi e tu eri la persona più vicina a non odiarmi" spiegò.
Harry era sul punto di buttarlo seriamente fuori dalla finestra ma a sua mamma non avrebbe fatto sicuramente piacere avere un cadavere in giardino.
"Fuori di qui. ORA!" gli ordinò il riccio.
Louis si alzò di scatto, tentando di avvicinarsi a lui.
"Andiamo Harold, scherzavo" cercò di dire.
"Ho detto, che devi andare via".
Il riccio lo spinse fuori dalla sua camera e poi lo condusse forzatamente giù alle scale, davanti all'uscita.
"Dai Harry, non ho un altro posto in cui andare. Non puoi essere così crudele" lo pregò Louis.
"Non è un mio problema" asserì Harry, aprendo la porta e scortando Louis fuori.
Il moro stava giusto per chiudere la porta quando si sentì tirare per un braccio all'esterno e lo schioccare dell'uscio che si chiudeva dietro di lui.
"Oops" squittì Louis.
"Che vuol dire 'oops'?" si insospettì Harry.
"Che tua madre ha portato le chiavi con lei quando prima è uscita. Quindi potremmo, come dire, essere entrambi bloccati fuori?".
Ed Harry sapeva che era stato Louis a trascinarlo lì con lui ed era per quello che adesso voleva picchiarlo più che mai.


N.A.
Questo capitolo sarebbe dovuto essere un doppio aggiornamento insieme al prossimo ma, che dire, mi sentivo buona oggi.
Anyway, è un capitolo di passaggio, come avrete notato e sono curiosa di conoscere le vostre opinioni sooo
DOMANDINA VELOCE:
Cosa succederà nel prossimo capitolo?
VOGLIO L'IDEA PIÙ PAZZA CHE VI VIENE IN MENTE!

you'll be the prince and i'll be the prince too ๑ larry auDove le storie prendono vita. Scoprilo ora