Prologo

203 28 7
                                    

La neve di oggi mi ha riportato in un luogo lontano, come una favola, in un rallenty di ricordi mutevoli pieni di quei colori acquarello che col tempo si mischiano e non si fanno ricordare più. Attimi di polvere di cipria tra i raggi del sole mattutino, dove l'odore del caffè e di pane caldo riempiva il cuore. Attimi di guanti bucati, di ghiaccio nelle scarpe e guance infuocate, dove il suo abbraccio caldo era la sola cosa che più desideravo.
Se non potessimo esprimere noi stessi o se lo facessimo solo a metà cosa resterebbe di ciò che siamo, di ciò che immaginiamo, del respiro caldo sulle mani gelate, degli sguardi rubati, dei sogni nascosti... Chi li accoglierebbe per noi?
Conserviamo piccole storie in cassetti chiusi nel cuore, con la consapevolezza che non verranno aperti più e con parsimoniosa gelosia li teniamo stretti a noi, come se l'oro di quegli attimi potesse scappare via.
Oggi ne ho aperto uno, pur sapendo del dolore nella gioia e di quel sorriso che ruba più di una lacrima alla mia malinconia: noi giochiamo a palle di neve e lei con la sua apparente noncuranza ci osserva. io la vedo nel suo balcone mentre copre le piante, la vedo nella sua antica bellezza, nei suoi capelli raccolti, ed in quel suo sorriso che é sole nella neve. E nel mentre ogni suono ovattato fa da sottofondo alla sua risata nel guardare noi, nel guardare me.
Un dolore antico sale dal petto fino agli occhi fermando ogni parola, mentre il nodo resta appeso alla gola e non va su, e non va giù, bloccando il mio respiro come a soffocarmi. Il senso di colpa é più grande della malinconia e ripenso a tutte le cose non dette e agli attimi dolci che la rabbia ci ha portato via...
Ma io la rivedo ancora, la sento ancora, e oggi sa di perdono per lei e per me.

Lontano dal soleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora