Ricordo 16 nove anni: sono farfalla

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Febbraio 1980. Non ci aspettavamo tutto questo freddo, è cominciato a novembre dell'anno appena passato, papà per questo motivo è finito in ospedale per una brutta broncopolmonite, adesso sta guarendo e tra qualche giorno tornerà a casa, non lo vedo da tre settimane.
Da quando papà non c'è mamma non litiga più con lui, però i miei fratelli si ammazzano tra di loro, ogni motivo è buono per lanciarsi parolacce, litigare e prendersi a pugni. A me papà manca un po', ma a questo punto non so cosa sia meglio, sopportare i miei fratelli che si picchiano o vedere i miei genitori che litigano di continuo per i soldi che non bastano mai o per qualsiasi altro motivo.
Mamma per il freddo mi ha comprato un montgomery verde tutto per me, il problema è che ha sbagliato misura e mi va stretto. I miei fratelli mi prendono in giro dicendo che sembro una palla. A me i loro sfottò non fanno più ridere e sto cominciando a rispondere. Così finisce che Paolo mi picchia sempre, più forte di papà. Io non capisco perché mamma non lo rimproveri. Proprio l'altra sera, prima di cena, mentre mamma era in ospedale da papà con Pietro, abbiamo litigato solo perché mi sono provata i suoi jens firmati, volevo solo vedere come mi stavano ed in effetti, erano larghi e lunghi. Mi ha detto
- togliti i miei pantaloni! cicciona di merda!-
gli ho risposto
-sei un ritardato! Adesso me li tolgo!-
Lui si è arrabbiato ed ha cominciato a prendermi a calci, poi dai calci è passato ai pugni sulla schiena. A casa nostra c'erano Michela la fidanzata di Pietro, Edo e Gi. Michela è stata l'unica a prendere le mie difese, gli ha detto che era un pazzo a picchiare una bambina in quel modo. Mi è anche uscito sangue dal naso per uno schiaffo che mi ha tirato. Così quando Pietro è tornato si è picchiato con Paolo perché aveva risposto male a Michela ed a me ha cominciato a far male lo stomaco.
Per farla breve sono finita in ospedale e questa volta mi hanno tenuto dentro. Mi hanno accompagnato Gi, Pietro e Michela, dopo che avevo vomitato tre volte ancora prima, di sedermi per la cena. Mio fratello e la sua fidanzata mi hanno detto di non dire niente delle botte.
Così riguardo al naso ho detto che ero caduta, e sempre al medico ho raccontato solo l'ultima parte e cioè che i miei fratelli avevano litigato, erano arrivati alle botte, ed io mi ero spaventata.
In ospedale con me nella stanza c'era anche una bambina della mia età di nome Silvia, lei accanto aveva sua mamma che dormiva sulla sedia, forse Silvia stava peggio di me perché mamma da me non è venuta e non è rimasto nessuno.
La mattina dopo i medici sono entrati nella stanza, mi hanno visitato e hanno detto che sono troppo grassa. Ci sono rimasta male, non perché non sapessi di essere grassa, ma perché non penso sia giusto che un dottore lo dica in quel modo. Loro non lo sanno ma io mi vergogno. Mi hanno detto di alzarmi e di andare a fare colazione. Ci ho provato ma mentre ero nel corridoio mi sentivo gli occhi di tutti addosso, poi, appena entrata nella saletta della mensa, ho visto tutti quei bambini con i loro pigiami carini, tutti magri, mi sono sentita come un mostro e ci ho rinunciato.
Sono tornata nel mio letto e mi sono coperta fino alla testa, non avevo voglia di mangiare nulla, ma solo di piangere, e l'ho fatto in silenzio, come faccio a casa. Non se ne è accorto nessuno, fuori dalle coperte solo Silvia che parlava con sua mamma ed una infermiera a voce bassa. Ho pianto fino a quando non mi sono addormentata ed il mal di stomaco è andato via.
Mamma è arrivata nel pomeriggio, aveva un profumo addosso che aumentava la mia nausea. È tornata anche Michela con Gi, siamo stati un po' insieme a parlare e poi sono andati via. Io penso che non sia vero quello che dice mamma su Michela, lei mi ha difesa, non penso più di starle antipatica, mi ha anche portato un regalo, una scatola di pennarelli ed un album piccolo da disegno.

Mi hanno mandata a casa dopo cinque giorni. I medici hanno detto a Mamma e Gi che sono una bambina molto intelligente, che quello che ho non si cura con le medicine, che ho bisogno di uscire, e consigliano a mamma di farmi fare qualche sport e di tenermi a dieta.
Questa cosa del peso mi fa stare male, vorrei essere come le altre bambine della mia età ma non è possibile. In estate vorrei portare i calzoncini corti ma mamma dice che non mi stanno bene ed allora non li metto. Vorrei portare le gonne, adesso mi piacciono, ma lei dice che mi fanno più larga. Quando dice così è come se parlasse di una macchina, di una casa o di qualsiasi altra cosa ma non di me. A me fa male da morire e mi viene da piangere ma non lo faccio.

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