Primavera 1979. Pietro è sempre al militare, Paolo si è ritirato da scuola ed ha trovato lavoro in un magazzino ed anche una fidanzata (la licenza media papà gliela farà prendere al serale), Edo sta frequentando la terza media e mia sorella sta ripetendo la seconda superiore sempre con scarso successo.
A me non entra più niente, indosso quello che trovo nei vestiti messi infondo agli armadi dei miei fratelli. Mamma dice che non mi compra più niente fino a che non dimagrisco ma io non so come fare. Alle volte metto le stesse cose per giorni, per fortuna a casa non se ne accorge nessuno. Io vorrei mettermi qualcosa di bello, mamma dice che non ci sono soldi per queste cose, così alle volte rubo i pantaloni a mio fratello Paolo, faccio le svolte e li indosso. Il fatto è che non mi entra nemmeno il grembiule, mamma non può comprarne un altro, così tutti vedono come sono vestita e mi prendono in giro, e finisce che ogni giorno litigo con qualcuno e mi metto nei guai.
Quando torno da scuola, dopo aver pranzato, io e Gi facciamo i mestieri di casa, io pulisco il bagno e lei le camere. Poi ascoltiamo un po' di musica in cameretta, in realtà lei ascolta la musica con le cuffie e si dondola da seduta andando avanti e indietro (dice che questo movimento la rilassa) mentre io gioco o disegno nel mio letto. Alle volte invece cantiamo, e dopo facciamo i compiti.
Gi è sempre più magra e più bella, io sempre più grassa e più brutta. Vorrei essere come lei, adoro come cammina e come si muove. Voglio un mondo di bene a mia sorella, penso di esserne innamorata come lo sono mamma, papà e tutti miei fratelli. Io non sarò mai come lei e nemmeno ci penso (è un desiderio troppo lontano, e papà dice che dobbiamo stare con i piedi per terra). Mia mamma lo sa ed è per questo che non mi cuce quasi mai dei vestiti come fa con Gi. Io metto solo le cose che i miei fratelli non mettono più.
In questi giorni la mamma mi sta cucendo il vestito della prima comunione, una gonna ed una camicetta, le misure però le sta prendendo su mia sorella perché dopo la comunione quel vestito andrà a lei. A me va bene, però la camicia è stretta e la gonna lo è ancora di più, quest'ultima non solo mi fa male ma, mi lascia anche dei segni sulla pelle. Ho chiesto a mamma di allargarlo solo un pochino e lei mi ha risposto
- io non lo allargo, il lavoro è lungo, fai prima tu a mangiare di meno-
Gi ha un bel corpo, invece il mio fa schifo. Adesso mi prendono in giro tutti, dai compagni di scuola, agli amici giù in giardino, fino ad arrivare ai miei fratelli e mia madre. Da una parte mi fa tanto male, ma penso che almeno la mia famiglia non lo faccia con cattiveria.Paolo per via della fidanzata ha trasformato lo sgabuzzino delle scarpe in una camera buia. Li, tra la puzza di piedi e l'odore di prodotti chimici sviluppa le foto che fa alla sua ragazza, ed alle volte anche alcune di noi. Ne ha scattata e sviluppata una mia. Nella foto ci sono io con un vestito a quadri di lana blu, anche se è sviluppata in bianco e nero e si vedono solo tonalità di grigio e bianco, non mi spiace, ho i capelli lunghi, ed il mio viso mentre sorrido mi piace. Ho i denti bianchi anche se piccoli, e dei "bellissimi occhi a mandorla" come mi diceva mia mamma quando ero piccola. Ho pensato fosse una bella foto, e l'ho portata alla mamma per fargliela vedere. Quando l'ha presa in mano, ha cominciato a ridere con i miei fratelli (mia sorella sorrideva a bocca chiusa e non mi guardava) poi l'ha stracciata in otto pezzi. Mentre la strappava diceva - ma ti sei vista? Sembri un barile! - il buco nero stava tornando ma io ho fatto finta di non sentirlo, ci sono rimasta male è vero ma, non ho pianto ed ho riso con loro.
In un'altra foto ci siamo io e mamma, il mio viso è un po' tagliato da sotto il labbro inferiore in giù. Mamma ha visto anche questa. Ha fatto i complimenti a Paolo, gli ha detto che era stata sviluppata bene, però ha aggiunto che doveva decidersi se farmi entrare nella foto oppure no. Non si è lamentata di me. Ho ripreso la foto e l'ho infilata nel cassettone dove conservo i dolci.
Poi mi sono chiusa in bagno a piangere perché Gi era tornata in camera a dondolarsi con la musica nelle orecchie questa volta a tutto volume. Io penso che una mamma non dovrebbe strappare le foto dei suoi figli, io così mi sento cancellata.
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Lontano dal sole
Ficção GeralOgni cosa che vivi corre il rischio di scappare via. È anche vero che a volte il ricordo porta dolore. Non puoi nasconderti, in ogni caso lui ti troverà, ma per quel dolore non vale la pena di stare lontano dal sole