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È una delle solito è calde giornate qui in America, o meglio a Boston. Una delle tante piccole cittadine Americane. Alle spalle ho un semplice zaino, sto tornando a casa perché le lezioni sono finite. Con la mano che trema apro la porta, e con tutte le mie speranze che ho nel corpo spero che lui non sia a casa.

Quando chiudo la porta non sento nessuno, nessuno che mi chiama, nessuno che mi ordina di andare da lui. Dalle mie labbra esce un sospiro di sollievo.

Questa è la volta giusta.. E la volta giusta per andarmene..

Salgo le scale piano piano, e qualche volta salto qualche scalino. Entro in camera, dal mio armadio tirò fuori una valigia che ho trovato nel seminterrato pochi giorni fa. Apro i cassetti e tirò fuori tutti i miei vestiti. Finito di fare la valigia mi guardai in torno per la stanza, e mi ferma a guardare una fotografia con il vetro rotto.

Vado verso essa è la prendo tra le mani, sono io da piccola insieme a mio fratello James , mio padre e mia madre. Molto prima che i miei genitori fecero quel maledetto incidente che gli uccisero, e maledico quel giorno. Mi hanno affidata a mio fratello, lo definivo il mio eroe, ma non so cosa sia successo, forse per lo stress, forse perché era arrabbiato... Ma non so il perché mi ha picchiata, sono finita un sacco di volte all'ospedale e tutte quelle volte ho usato la scusa di essere caduta dalla bicicletta, dalle scale o mentre correvo sono inciampata tra i miei piedi e sono caduta. Non so come ma loro ci credevano.

Non so minimamente perché, forse per un piccolo ricordo, metto la foto dentro la valigia. Prendo il mio cellulare e esco dalla mia camera. Esco di casa mentre trascino la valigia, mi fermo in una fermata dell'autobus. Vedo da lontano l'autobus arrivare è appena arriva apre le perte ed entri, il signore mi chiede i biglietti e io gli do il biglietto che avevo preso qualche giorno fa. Mi siedo in un posto libero. L'autista si ferma variate volte alle fermate dell'autobus fino ad arrivare ad destinazione.

Si ferma davanti alla fermata, vicino all'aeroporto. Scendo ed cammino verso l'aeroporto fino ad entrare dentro.

Finalmente!

***
2:30 pm
Sono nel grande aeroporto di Londra, sto trascinando la valigia con me. Esco dal grande aeroporto, cammino per un po' fino ad arrivare a centro Londra. Ci ho messo un po' ad arrivarci, ma ne è valsa la pena. Passo tra i negozi fino ad vedere un'agenzia mobiliare. Ci entrò e vedo che ci sono un sacco di foto di case londinesi. Vedo una signora al computer, dalla tasca tirò fuori il mio portafoglio. Spero soltanto di avere abbastanza soldi per compare.

"Salve.." Dico andando verso la signora, la signora stacca gli occhi dal computer e alza la testa sorridendomi.

"Salve.." Dice sorridendomi gentilmente.
"Vorrei poter trovare una casa che non costi tanto.." Dico sorridendole. Lei annuisce e guarda il computer. Rimane a guardare il computer per un po' e poi rialza la testa.

"Quanti soldi avete?" Chiede subito, tirò fuori dal mio portafoglio i soldi che ho, la signora stringe le labbra in una linea stretta.

"Non sono abbastanza per prendere una casa,- il mio sorriso scompare-ma c'è qualcuno che la può ospitare..." Dice e il mio sorriso che era scomparso ricompare.

"Davvero?" Chiedo, la signora annuisce.

"Affitta una camera da letto a casa sua, se vuole gli do l'indirizzo.." Dice sorridendomi, io annuisco. Stampa qualcosa dalla stampante e subito dopo mi dà un foglio.

"Questo è l'indirizzo.." Dice, io le sorrido e esco dall'agenzia mobiliare. Cammino per un po' fino ad arrivare ad una grande casa, dovrebbe essere questa.. Sempre se non ho sbagliato l'indirizzo.

Con molto terrore suono il campanello, aspetto altri cinque minuti e apre un ragazzo in soli boxer. Oh merda che imbarazzo.

"Ehm ciao.." Dico a bassa voce, posso dire che il ragazzo davanti a me mi stai guardando dalla testa ai piedi.

"Chi sei?" Chiede freddo e distaccato, mandai giù la saliva con molta difficoltà.

"Sei tu che affitti una camera? Giusto?" Chiedo subito dopo, lui alza un sopracciglio.

"Okay, ho capito ho sbagliato casa. Lo sapevo sono così talmente sbadata che ho persino sbagliato casa." Metto una mano sulla fronte e mi guardai in torno.

"Non hai sbagliato, sono io che ospito la camera..." Dice ghignando. Tirati via quel ghigno del cazzo!

"Oh...okay." Dico sorridendoli in imbarazzo. Si sposta da davanti alla porta in modo che io entro. Entro dentro la grande casa.

"Seguimi.. Ti faccio vedere la tua stanza." Dice sorridendomi, ha un bel sorriso. Io annuisco. Lo seguo e percorriamo un l'ungo corridoio fino ad arrivare davanti a una porta di legno bianca, lui la apre e ci entriamo. È una bella stanza, infondo spero di stare bene qui...

"Ti lascio da sola, io vado a vestirmi in tanto tu se vuoi metti via la roba.." Dice sorridendomi, io annuisco e lui esce dalla stanza.

Trascino la valigia e dopo la tirò su con tutte le mie forze e la metto sul letto. Trascino la cerniera per poter aprire la valigia, quando la apro tiro fuori tutta la roba che era dentro essa. Piano piano e con molta calma tirò fuori la roba è la metto nei cassetti; vestiti, scarpe, roba per lavarmi, prone e intimo. Infine tiro fuori la fotografia. La guardai per bene, la fotografia è anche molto rovinata per via della caduta che aveva preso, ha il vetro rotto quindi non riesco molto a vedere la foto, per via delle troppe scheggiature. Mi ricordo perfettamente quel giorno...

Falling Stars H.S. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora