Capitolo 14

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===POV'S SPENCER===
Ero contentissimo, avevo passato la notte più bella della mia vita.
Rachele sarebbe tornata a Quantico, non ci potevo credere, sapevo che Hotch la rivoleva nella squadra, ma non avrei mai pensato che avrebbe accettato. Neanche se ci fossi stato io. Ero a casa da solo a guardare la TV quando Aaron mi chiamò, mi chiese se Rachele aveva intenzione di accettare il lavoro, risposi di sì.
Da dietro sentivo le urla incessanti di Penelope, erano molto legate. Riattaccai e tornai a guardare la TV.
La chiave nella porta giro e entrò Rachele con una scatola che conteneva le sue cose, avevamo deciso che avremmo passato una settimana insieme a New York e poi saremmo tornati al lavoro.
...una settimana dopo...
È stata una settimana indimenticabile vedere la grande mela accanto a lei è ancora più eccitante.
Abbiamo visto tutti i musei della città, tutte le mostre d'arte. È stato bellissimo, sembrava un sogno, ma era tempo di tornare alla realtà.
"Pronta per tornare al lavoro." Chiesi mentre eravamo in taxi e andavamo verso l'aeroporto. Era silenziosa.
"So che ti mancherà questo posto, dopo tutto ti sei fatta dei nuovi amici..." Sapevo che adorava la città, aveva fatto nuove conoscenze.
"Sto bene....mi mancava Quantico, i suoi palazzi, le sue case, le sue strade e tu....loro." Disse abbracciandomi.
===POV'S RACHELE===
Volevo tornare alla mia vecchia vita, adoravo fare la profiler, il posto in ufficio mi entrava stretto, avevo bisogno di azione, di lavorare sul campo.
Non posso fare a meno di pensare che mi mancherà da morire questa immensa città, avevo nuovi amici, avevo Kate.
Ci siamo messe a piangere quando l'ho salutata. Era la sorella che non ho mai avuto.
L'aereo stava decollando è sotto di me vedevo New York diventare sempre più piccola, e scomparire piano piano.
Mi addormentai cullata dalla mia colonna sonora preferita, il respiro e il battito cardiaco di Spencer.
Mi svegliai dieci minuti prima che l'aereo atterrasse.
Guardavo fuori dal finestrino quando il ragazzo dai capelli spettinati mi fece voltare.
"Non sarà molto, ma ti ho preso un pensiero." Mi porse un pacchetto, scommettiamo che è un libro, là forme già lo può confermare, e poi stiamo parlando di Spencer, per lui non esiste regalo migliore di un buon vecchio manoscritto.
"Grazie....ma non dovevi." Risposi. Ero troppo curiosa strappai quella carta dai colori sgargianti, trovai un libro affiancato da una lettera.
Il titolo era....ORGOGLIO E PREGIUDIZIO.
"Mi ricordavo che avevi detto che ti piaceva quindi telo preso." Quella memoria così potente serviva allora.
"Già melo ricordo io ascoltavo...." Dio come cazzo si chiamava la canzone, io e la mia memoria corta.
"Never say never dei Fray." Disse in conclusione, prima di atterrare.
...
Aveva la macchina all'aeroporto, mi accompagnò a casa, la mia vecchia casa.
Era più spaziosa di quanto ricordassi. Mi misi a piangere appena entrai, Spencer mi vide e mi corse incontro abbracciandomi.
"Ehi calmati." Disse, mentre la sua mano mi accarezzava la testa.
"Non piangere, andrà tutto bene." Cercava di rassicurami.
"Ti prego non mi lasciare, non stanotte." Lo abbracciai più forte, avevo bisogno di tutto l'appoggio possibile per ricominciare.
"Non ti lascerò." Disse alla fine.
Dormimmo insieme nel mio letto, abbracciati per tutta la notte, lo amavo da morire, volevo passare tutta la vita con lui.
...
Ancora dormivo profondamente, poi il profumo di caffè appena fatto inverse la camera.
Mi alzai e andai in cucina, dove la tavola era imbandita di ogni ben di dio, mi sedetti e trovai un biglietto.
'Sono andato al lavoro, dovevo finire delle commissioni, ci vediamo dopo. TI AMO.'
Accanto al mio caffè latte aveva lasciato la lettera, se non ricordo male aveva detto di leggerla quando lui non c'era. La apri e iniziai far scorrere i miei occhi sulle righe.
'Ciao, bel modo di iniziare una lettera non trovi, non sono bravo ad esprimere le mie emozioni a voce, magari scrivendo si.
È più forte di me, ti amo. Ti amo come non mai, sei entrata nella mia vita, come l'arcobaleno in una tempesta. Ti prego non andartene, non mi lasciare. Ti prometto che io non lascerò te.
Quest'ultimo mese è stato orrendo, non potevo vedere il tuo sorriso tutti i giorni, i tuoi occhi, i tuoi capelli. Non potevo vederti. Dalla prima volta in cui ti ho visto volevo baciarti. Mi ricorderò sempre quando il tuo sguardo ha incrociato il mio, quando ti ho baciato per la prima volta, quando ti ho detto ti amo.
Sei la ragazza che tutti vorrebbero, avevi migliaia di scelte, ma hai scelto me. Mi sono innamorato di te, non so come, non lo scelto. Non avevo scelta, doveva succedere.
TI AMO NON DIMENTICARLO
Spencer.'
Avevo le lacrime agli occhi. Spencer era il ragazzo giusto per me, come faccio a quantificare l'amore per Spencer se è infinito per me, lo amo più della mia stessa vita.
Mi vestì in fretta e furia, volevo sentire le sue labbra sopra le mie.
Corsi al lavoro, arrivai davanti alla sede, mi fiondai dentro, mi guardai intorno ed eccolo.
"Spencer...Spencer..." Lo chiamai, lui si voltò, gli saltai al collo e lo baciai, davanti a tutti.
Non mi interessava se qualcuno criticava, mi importava di noi ora. Nella stanza si udì un applauso. Ero rossa in viso come Spencer.
"La lettera era bellissima, grazie." Dissi abbracciandolo.
"È stato un piacere scrivertela, ti amo." Rispose.
"Anche io non sai quanto." Lo baciai di nuovo, e si udì un boato. Tra tutte le voci riuscì a distinguere quella di Morgan e Penelope, erano dietro di noi.
Mi staccai da Reid e abbracciai anche loro.
Penelope quasi la strozzavo e Morgan quasi strozzava me.
"Sono così felice di tornare a lavorare qui." Dissi per l'ennesima volta, con le lacrime agli occhi.
"Bene agente Bianchi, ben tornata." Disse una voce dietro di me....Hotch.
"Grazie a lei, di avermi permesso di tornare." Risposi, mi porse il distintivo e la pistola, gli strinsi la mano.
Poi nella stanza entrarono anche JJ, Prentiss e Rossi.
Come mi videro le due ragazze iniziarono ad urlare, le abbracciai entrambe, mi mancavano da morire.
"Ma....cosa....ci sei mancata da morire." Disse JJ.
"Già, confermo." Concluse Rossi, lo abbracciai. Adoravo parlare in italiano con lui.
Ero finalmente tornata e non me ne sarei andata mai più.

TU SEI MIA//criminal minds Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora