Capitolo 24

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"Viva....sono viva." La sua voce mi echeggiò alle spalle, no....questo è impossibile.
Mi voltai di scatto e la vidi, lì sulle scale, portava un vestito lungo rosso con un cardigan sopra.
"Ma?!....come?!...." Ero sconcertato, incredulo, impaurito....non lo capivo neanche io cosa provassi, l'avevo vista morire....non può essere reale.
"Quando mi ha sparato, non so per quale motivo, ma sono riuscita a sopravvivere....io ho voluto che nessuno ti dicesse niente, volevo elaborare ciò che mi era successo, da sola....mi dispiace per averti fatto soffrire , ma ora possiamo stare insieme." Disse scendendo l'ultimo scalino e posizionandosi davanti ai miei occhi.
"Maeve, io....sono felicissimo credimi, ma....noi non possiamo stare insieme, ho una famiglia ora, una ragazza bellissima e sono padre di un bimbo di un mese, non posso." Rimase a guardarmi a bocca aperta, lo so che lei pensava che l'avrei aspettata, lo pensavo anche io....pensavo che non sarei mai stato capace di elaborare un lutto così grande.
Ma mi sono innamorato, sono andato avanti non so come ho fatto, però l'ho fatto.
"Oh, beh sono felice per te....era il tuo sogno diventare padre...." Nella sua voce leggevo una sfumatura di tristezza.
"Si....si chiama Tyler." A quel nome accennò un sorriso, come se le piacesse.
"Allora....credo che tu debba andare, è stato un piacere rivederti....ancora congratulazioni per Tyler." Disse tutto d'un fiato....poi sparì nelle stanze superiori.
Era triste non poteva negarlo, a me dispiaceva, ma io non l'amavo più.
"È stato un piacere rivedervi, alla prossima." Salutai i suoi genitori, loro rimasero in silenzio.
Uscì dalla porta, sperando di non rivederla mai più.
Montai in macchina e mi avviai verso casa.
Riflettevo e riflettevo, non trovavo una logica a quello che pochi minuti fa era successo, perché proprio ora?!
Accesi la radio e fui cullato fino a casa dalle melodie delle canzoni dei Beatles.
===POV'S RACHELE===
Penelope era appena andata via, la casa era nel più completo dei silenzi.
Il marmocchio dormiva, la mia mente tornò a pensare a lei.
Stavo preparando da mangiare, quando la porta si aprì, corsi in salotto e vidi Reid sulla soglia. Era triste.
"Ciao....tutto apposto?" Chiesi, sperando me lo dicesse senza che io insistessi.
"No....possiamo parlarne." Quella risposta mi spiazzò, era la prima volta che voleva affrontare un problema parlando e non tenendosi dentro tutto. Mi limitai ad annuire, ci sedemmo sul divano e lui iniziò.
"Maeve è viva....non so come sia possibile ma è così, io ti giuro che non sapevo niente." Disse più veloce che poteva.
"Ma?!....come è possibile?" Ero....ero non lo so come ero.
Il mio cuore batteva all'impazzata.
"Ha detto di essere sopravvissuta allo sparo, ma non mi ha mai voluto dire niente....perché voleva elaborare l'accaduto da sola." Non stava mentendo, era più sincero di un angelo. Aveva le lacrime agli occhi e io uguale. Lo abbracciai più forte che potevo, lui ricambiò. A volte ci vuole solo l'affetto di qualcuno per sentirsi meglio.
Continuò a parlare, disse che lei gli aveva detto che era tutto finito e ora potevano tornare insieme.
Lui però aveva rifiutato dicendo che ora era felice, era padre.
Dopo tutto questo discorso, rimasi zitta per un po.
"Grazie." Dissi alla fine.
Lui alzò lo sguardo da terra.
"Come grazie?!" Replicò.
"Grazie perché sei stato sincero, perché mi ami e hai rifiutato.
Grazie perché ci sei sempre e sempre ci sarai, non ho mai avuto l'occasione di ringraziarti e allora...." Non finì, le sue labbra si posarono sulle mie e le lacrime scomparvero.
Mi ringraziò anche lui.
....2 settimane dopo....
Le settimane passarono, Spencer era fuori un caso.
Stavo facendo la lavatrice quando il campanello suonò.
"Arrivo!" Gridai dallo sgabuzzino sperando di non svegliare il cucciolo che dormiva.
Arrivai davanti alla porta di casa e aprii. Sentii le braccia cadermi, l'unica persona che non volevo mai incontrare nella mia vita si presentò davanti a me con un vestito a fiori.
"Ciao....tu devi essere Rachele giusto, piacere sono Maeve." Mi porse la mano e io la stinsi, la feci entrare e accomodare.
"Se cerchi Spencer non è in casa, è fuori per lavoro tornerà tra qualche giorno." Dissi sedendomi davanti a lei.
"In realtà....cercavo te." Concluse lei.
"Me?...." Mi indicai.
"Si, volevo parlarti." Disse, era imbarazzata e io stavo diventando rossa come un peperone.
Comunque mi limitai ad annuire.
"Senti....io non mi sono comportata bene con Reid, ho sbagliato a non dirgli la verità, ma era per la sua incolumità, avrei peggiorato le cose se prima non avessi elaborato, so che ha sofferto....io lo amo non posso farci niente, ho aspettato un anno prima di poterlo riabbracciare, ma non ho fatto i conti con lui....credevo mi avrebbe aspettata e invece è andato avanti, lui ama te....forse ne comprendo solo ora il perché...." Si fermò un attimo poi riprese. Non capisco....
"Mi hai accolto in casa senza battere ciglio, mi stai ascoltando anche se non potresti....sei una ragazza fantastica, e sono contenta che lui abbia trovato te." Finì, le sue parole mi lasciarono sorpresa, pensavo che fosse venuta per vendicarsi o che so io....e invece era lì, davanti al mio sguardo: che era felice per me, per lui, per noi.
"Grazie....Maeve, mi dispiace che sia andata così, se avessi saputo che eri viva non avrei mai...." Non riuscì a finire che lei aprì bocca.
"Tranquilla, la colpa non è tua, il cuore non si comanda....sono venuta anche per salutarti stasera parto vado in Germania, inizio una vita nuova." Avevo le lacrime agli occhi.
"Bello....buona fortuna." Lei si alzò e si diresse verso la porta, istintivamente l'abbracciai, non la conoscevo, ma mi sembrava di sì.
Lei ricambiò.
Le chiusi la porta alle spalle, era una ragazza dolcissima. Prima che potesse raggiungere la fine delle scale....
"Grazie....grazie di tutto." Gridai dalla porta che avevo riaperto, lei si girò e sorrise.
"Grazie a te....comunque Tyler è un bel nome." Poi sparì dal condominio.
Chissà se la rivedrò mai.
...2 giorni dopo...
Stavo preparando la cena e ancora pensavo alla chiacchierata fatta con Maeve, era triste glielo si leggeva in faccia.
Era una ragazza fantastica, scommetto che sarebbe stata la ragazza ideale per Spencer. La mia mente fu interrotta dalla porta di casa che si apriva.
Corsi in sala e vidi Reid con in mano un mazzo di rose, come al solito bianche. Gli saltai addosso.
"Mi sei mancato." Dissi al suo orecchio.
Lo sentivo sorridere.
"Anche tu mi sei mancata." Mi baciò il collo poi andò verso il piccolo che era sveglio.
Tyler appena vide suo padre si mise a ridere.
"Sei mancato anche a lui." Sorrisi, gli accarezzai la schiena.
Poi andammo a cena.

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