Capitolo 23

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===POV'S SPENCER===
Il caso era finalmente risolto, stavo tornado a casa.
Avevo una sorpresa per Rachele, non vedo l'ora di riabbracciarla, mi è mancata da morire, lei e il piccolo genio che piange.
"Ehi ragazzino a che pensi." Disse Morgan sedendosi accanto a me e distraendomi dai pensieri.
"Niente....non vedo l'ora di tornare a casa." Confessai guardando fuori dal finestrino.
"Spencer....hanno chiamato i genitori di Maeve, vorrebbero che andassi da loro, devono dirti una cosa importante." Rimasi di sasso, ero rimasto in ottimi rapporti con la sua famiglia, ma non mi avevano mai cercato.
"Cosa?!....ma perché?" Domandai guardando Morgan, ero allibito.
"Non so....ma sei libero di non andare." Rispose mettendosi le sue solite cuffie.
E adesso cosa dovrei fare? Rachele come reagirà.
...
L'aereo atterrò e ancora non sapevo che fare.
Cosa vogliono da me? Era un anno che Maeve era morta, per la precisione è un anno, dieci mesi e quattordici giorni esatti, ma sorvoliamo.
La cosa che più mi importava era di dirlo a Rachele, arrivai sotto casa e salì le scale. Bussai.
Come al solito la ragazza più bella del mondo mi aprì con un sorriso incredibile.
Mi abbracciò e io ricambiai.
"Ciao....mi sei mancato tantissimo." Era così dolce, ma era anche una profiler e si sarebbe accorta che qualcosa non andava e infatti....
"Che hai....stai bene." Domandò guardandomi negli occhi. Bingo!
"Ti devo parlare." Risposi, rimase di marmo.
Ci sedemmo sul divano, lei già stava per piangere, la sua sensibilità mi stava uccidendo.
"I genitori di Maeve mi vogliono parlare....non so di cosa, non ne ho idea....ho paura, se vuoi posso anche non andare." Dissi tutto insieme, lei mi fissava, sta pensando....
"Vai...." Disse alla fine, era triste.
"Guarda veramente posso anche...." Non riuscì a finire.
"Vai....se ti devono parlare di sicuro è importante." Accennò un sorriso, la baciai con più passione che avevo in corpo.
Ecco perché l'amavo: perché nonostante tutto quello le dispiacesse, faceva sempre la cosa giusta.
"Ti amo....non sai quanto." Dissi staccandomi dalle sue labbra.
"Ti amo anche io. Ora andiamo a letto....che è tardi. Ah! Un'altra cosa non era mica questa la sorpresa vero." Rideva....poi andammo in camera.
Ci mettemmo sotto le coperte e l'abbracciai, come sempre.
===POV'S RACHELE===
Era mattina, mi ero alzata da circa un'oretta, Tyler ancora dormiva e Spencer con lui. Mi aveva detto che sarebbe partito nel pomeriggio per andare dai genitori di Maeve.
Certo, mi dispiaceva che partisse ma alla fine era la cosa giusta.
Se per un anno non l'avevano mai cercato e ora si, di sicuro era successo qualcosa.
Sentii dei rumori provenire dal bagno, mi allontanarono dai miei pensieri.
"Buongiorno." Disse Spencer entrando in cucina, aveva i capelli spettinati.
Era bellissimo.
"Ciao." Lo salutai dandogli un bacio e porgendogli il suo solito caffè zuccheratissimo.
"Puoi venire come me oggi, sempre se vuoi." Disse bevendo il primo sorso.
"No....è una cosa tua, devi andare da solo. Io starò bene, oggi viene Penelope mi farà compagnia lei, lei e le nostre serie TV." Mi abbracciò.
Io ricambiai, sapevo che gli serviva tutto l'appoggio possibile.
"Ti dò una mano a fare una piccola borsa?" Lui annuì.
Aveva deciso che avrebbe preso la macchina e che sarebbe restato fuori anche una notte se era necessario.
Presi un piccolo zaino dall'armadio, ci misi dentro: pigiama, spazzolino, una camicia, un cardigan e un paio di pantaloni.
Lo chiusi mi voltai verso la porta e vidi Reid appoggiato ad un'anta.
Era triste, glielo si leggeva in faccia.
Gli corsi incontro e lo strinsi tra le mie braccia.
La pressione che avevano accumulato, fece in modo che scoppiammo entrambi a piangere.
"Andrà tutto bene." Dissi alla fine, anche se non lo pensavo.
Lui mi strinse ancora più forte.
...
Il pomeriggio arrivò in un batter d'ali, lui mi salutò con il suo solito bacio delicato sulle labbra e sparì dalla porta dove solo la sera prima era riapparso.
Pochi minuti dopo arrivò Penelope con un cassa intera di Coca cola e tutte le schifezze che si possano desiderare.
Grazie a lei, smisi di pensare e iniziai a divertirmi.
===POV'S SPENCER===
Ero appena sceso dalle scale, stavo salendo in macchina e già il mio cuore batteva all'impazzata. Per tutta la notte avevo avuto incubi sulla mia famiglia e su Maeve. Iniziai a guidare.
La mia testa era altrove, non riuscivo a pensare lucidamente.
Accesi un po la radio, con la speranza di distrarmi dalle cose che mi frullavano in testa.
Pensavo a tutta la mia vita dopo quella maledetta giornata in cui....beh....lei era stata uccisa.
Da quanto ero triste scappai da quella stanza prima che arrivassero i soccorsi. Me ne dò sempre la colpa....io ero in grado di salvarla e non ho fatto niente, però ora c'era Rachele.
Forse doveva andare così, se Maeve non fosse morta io non avrei mai incontrato la ragazza che ora amo più della mia stessa vita.
Iniziai a pensare che tutto avviene per una ragione.
Tra pensieri, musica e soste per la strada arrivai finalmente alla casa.
Ero agitatissimo, rimasi in macchina ancora per un'altra mezz'oretta.
Poi mi decisi a scendere.
La porta era davanti ai miei occhi, mi fermai più volte lungo il viale del giardino.
La casa era di un colore giallo pastello, si intonava perfettamente al giardino che era pieno di fiori e alla porta di un colore simile al rosso.
Okay, ci siamo....ero davanti alla porta, presi coraggio e bussai.
Mi aprì sua madre. La salutai cordialmente e lei ricambiò.
"Vuoi una tazza di tè caro?" Chiese invitandomi ad entrare. All'interno tutto era al quanto singolare.
Le pareti erano ricoperte con molte foto di famiglia, erano molto uniti.
"No grazie." Risposi continuando a guardare in giro. Sentii dei rumori provenire dal piano di sopra e dalle scale apparve suo padre.
"Ciao Spencer è un piacere rivederti." Mi salutò, stringendomi la mano.
La sua presa era forte in confronto alla mia.
Tornai a sedere sul divano. Lui si sistemò davanti a me, poi la moglie accanto a lui.
"Allora che dovevate dirmi." So perfettamente che non dovrei essere così schietto, ma volevo andarmene al più presto.
Loro si guardarono e poi tornarono a me.
"Spencer....innanzitutto vorremmo che tu sapessi che ci dispiace per quello che ti diremo, non è stata una decisione nostra." Iniziò suo padre, era ansioso, ma mai quanto me.
"Ci dispiace molto ma Maeve....è come dire...." Sua madre continuò ma non riuscì a finire.
"È....."Continuai, avevo il cuore in gola.
"È...." Disse sua madre....

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