Alex ed io trascorremmo altri pomeriggi come quello, scambiandoci qualche carezza o bacio ma ero conscio del fatto che non mi dovessi innamorare non ostante ci andassi spesso molto vicino; oramai ci incontravamo a prescindere dal progetto, per un gelato o per una birra, per vedere un film al cinema o anche solo per cazzeggiare. Ci consideravamo amici, molto amici, e per questo motivo iniziai ad aprirmi anch'io con lei confidandole di tanto in tanto i miei veri pensieri e le mie emozioni. Un pomeriggio ci recammo in un parco fuori dalla città pieno di margherite, i fili d'erba a tratti ancora verdi s'intrecciavano con i capelli bruni di Alex e si mimetizzavano con quelle sue ciocche color biondo ramato. Lei era sdraiata sul prato ed io accanto a lei col capo poggiato sul suo stomaco, il cielo era abbastanza limpido ed entrambi avevamo lo sguardo perso in esso. La luce solare filtrava fra i rami oramai spogli illuminandole il volto e mettendo in risalto il suo incarnato perlaceo, le sue mani si facevano largo fra i miei capelli folti, le sue dita mi massaggiavano le tempie descrivendo cerchi piccoli col suo tatto leggero. Quel pomeriggio parlammo a lungo del più e del meno, del progetto, di noi, dell'incidente…
« davvero non ti ricordi niente? »
« poco, pure troppo per i miei gusti »
« vorrei esserti stata accanto… » sospirò con un pizzico di malinconia
« cucciola » commentai mentre mi portavo la sua mano alla bocca per baciarle delicatamente il dorso
« ti amo Jake »
« che paroloni! » esclamai mentre mi rigiravo per baciarla.
Ripensandoci avrei tanto voluto averle risposto « anche io » oppure, « non immagini quanto io ti ami ». Ma forse fu anche meglio così, in fin dei conti. Cercavo un modo per mantenere un distacco, per rimanere cosciente del fatto che noi non potessimo stare insieme ma, invece, non facevo altro che innamorarmi sempre di più.
Stavamo insieme anche dieci ore al giorno fra l'orario scolastico e le nostre uscite e con la sua presenza nella mia vita l'alcol passò definitivamente in secondo piano; talvolta, per ingannare il tempo, ci scrivevamo, ci chiamavamo, e poi c'erano le lunghe videochiamate con Skype o FaceTime, Facebook e Twitter… eravamo migliori amici, lei mi definiva il suo angelo custode. Il nostro rapporto aveva preso una piega imprevista, tutto d'un tratto eravamo cambiati sia io che lei.
Le sere uscivo con i miei amici, Max ed Austin, ed andavamo per locali ma senza perdere mai il lume della ragione, e c'era anche Elizabeth. All'inizio non ci trovavo niente di male a sottostare alle sue voglie, soddisfando a mia volta anche le mie, ma a lungo andare insorsero in me dei sensi di colpa, pensavo ad Alexandra, e durante i rapporti sessuali la immaginavo sotto di me anziché Liz.
Sapevo con certezza che lei si vedeva ancora con Thomas e dunque non vi trovavo nulla di errato nel vedermi con Elizabeth, eppure mi dispiaceva farlo.
Una sera mentre lavoravamo a Giulietta e Romeo mi confessò che non ce la faceva più con Jefferson, che le faceva schifo, che si sentiva sporca ogni qual volta lui la toccasse… « voglio te, solo te » mi disse mentre giaceva sul mio petto, « voglio essere tua Jake, non ce la faccio più con quello che mi tocca »
« non farti toccare allora »
« voglio che sia tu a toccarmi » mormorò.
« oh piccola, non hai idea di quanto lo desideri anche io… » sospirai mentre le carezzavo le guance.
Era una storia d'amore la nostra, troppo avanzata per essere nuova ma ancora troppo effimera per essere vecchia. Ci amavamo, entrambi, ma almeno per quanto mi riguarda, avevo paura di ammetterlo.
Quando Alex era al mio fianco mi sentivo più forte, più bello, più sicuro di me; mi veniva una gran voglia di prendere la chitarra e comporre qualcosa di decente. Con lei ero più inspirato che mai…
" Your Hand fits in mine
like it’s made just for me
but bear this in mind
it was meant to be
[…]
you’ve never loved
your stomach or your thighs
the dimples in your back
at the bottom of your spine
but I’ll love them endless
[…]
I know you’ve never loved
the sound of your voice on tape
you never want to know how much you weight
you still have to squeeze
into your jeans
but you’re perfect to me
I won’t let these little things
slip out of my mouth
but if it’s true it’s you
it’s you
they add up to
i’m in love with you
and all these little things"
Amavo ogni suo singolo dettaglio, non c'era difetto che non s'annullasse agli occhi miei, non c'erano imperfezioni, niente. Ero attratto dalle sue smorfie, dai piccoli grugniti che faceva quando addentava un panino, dai brividi che la percuotevano ogni qual volta uscissimo; adoravo il fatto che fosse freddolosa, che si stringesse a me quando qualcosa la spaventava, che mi mordicchiasse il labbro inferiore, che incastonasse la mia testa fra le sue mani. Trovavo stupendi quegli insulti che rivolgeva a se stessa per il suo fisico, il fatto che si definisse grassa quando invece era perfetta, il fatto che non appena eravamo insieme tirasse fuori il cellulare per scattarci un paio di foto con 'retrica'. Il mio cuore andava in frantumi tutte le volte in cui vedevo una lacrima solcarle il volto, quando era giù di morale, quando singhiozzava, quando era gelosa del fatto che una cameriera mi rivolgesse uno sguardo accattivante. Trovavo divertente quando s'ingelosiva, quando si sporcava con la panna montata il naso, quando tentava di truccarsi in macchina, quando iniziava a cantare a squarciagola e ballare sulle note di una canzone che davano alla radio…
Ahimè, qualcosa più forte di me mi spingeva a respingere gli affetti, specialmente se così tanto importanti, forse perché temevo di perdere anche lei; ed erano molti i momenti in cui lei mi dichiarava amore eterno ed io mi limitavo a sdrammatizzare la situazione in un modo banale e losco.
E avevo una fottuta paura di ferirla, di farle del male oppure di deluderla.
Un pomeriggio mi fece un regalo immense, Alex mi restituì il suono della voce di Hannah! Già da tempo s'intratteneva con lei non appena venivamo a casa mia per studiare, ci scherzava, la truccava, le faceva die regali… « sono cose che un maschio non può capire! » le aveva detto. Una sera, prima che la riaccompagnassi Hannah le corse in corso e ruppe il silenzio della casa dicendole che non vedeva l'ora Alexandra tornasse. Con quelle parole s'illuminarono gli sguardi di tutti, nonna accorse dal salone apposta per abbracciarla, papà la sollevò per aria come una fata, io mi limitai a baciare la mia splendida ragazza.
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L'ULTIMA OCCASIONE (completo)
Teen FictionÉ quando meno te lo aspetti che il mondo decide di caderti addosso. La vita di Jake si trasforma in un attimo nell'Inferno. Non ha via di scampo. É sicuro di aver perso tutto, é sul punto di cedere... Poi incontra Alex. © 2014 Virginia della Torre...