EPILOGO

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É mattina. Sono le sei e mezza quando la sveglia suona. Jacob allunga immediatamente il braccio per spegnerla ma poi si ferma, la lascia squillare ancora per qualche secondo. Vorrebbe poterla disattivare e continuare a dormire ma non può, non oggi; allora si siede sul letto e si stiracchia. Ieri é stata una giornata pesante, quella di oggi sarà altrettanto lunga. Si trascina lentamente verso il bagno dove si sciacqua il viso con acqua fredda; é bene che si svegli. Non ha proprio voglia di tornare a Boston, almeno non oggi; non ha voglia di ricordare, non vuole soffrire più, ma non ha alternative.

É dallo scorso agosto che non versa più lacrime, dal giorno in cui anche sua nonna é morta lasciando lui ed Hannah straziati.  Nonostante ci fossero tutte le promesse, entrambi credevano - e speravano vivamente - in un miracolo. La loro cara e tanto amata nonna non poteva abbandonarli, almeno lei no, pensavano, ma di fronte ad un male così grande non c'era niente che tenesse, neppure la speranza. Quando Jake tornò dall'Italia, la mattina del 25 luglio, trovò la nonna ricoverata in ospedale e la famiglia lì riunita attorno a lei; decise dunque di non partire più per New York e di mandare all'aria i suoi piani ma fu lei a non permetterglielo. « Tesoro, non ti preoccupare per me. Io sono forte, io sono una combattente! Vai a New York ed insegui il tuo sogno per me, per tua madre e pur tutti color che ti amano. Capito? » Davanti a queste parole non poté certo tirarsi indietro e così partì davvero ma rimase sempre vicino alla nonna col pensiero. La chiamava due o tre volte al giorno, chiamava sempre anche il medico che la seguiva e cercava di rendersi sempre disponibile; non appena aveva un giorno libero correva giù a Boston e andava a farle visita. Il 16 Agosto sembrava quasi si fosse rimessa… ma poi, nella notte a cavallo fra il ventotto ed il ventinove,  le cose degenerarono tanto da farla morire improvvisamente. 

Jacob ricevette la mattina una chiamata dal padre che lo invitava a raggiungerlo in ospedale; al telefono non gli fu detto niente più di questo eppure, in cuor suo, Jake sapeva già cosa era successo. Il 30 ci furono i funerali e proprio in quella occasione Jacob si ripromise di non piangere mai più e così fu. Jacob non pianse nemmeno il Primo Settembre. 

Ma oggi, oggi era diverso. Passato un anno da quella promessa la determinazione era andata scemando pian piano ed ora non ne rimaneva altro che qualche brandello ciancicato. 

Jake alza lo sguardo verso lo specchio e si sofferma a guardare la sua immagine riflessa, é cambiato davvero tanto negli ultimi mesi a partire dal viso stesso: ha finalmente perso quelle fattezze da ragazzo ed ha acquisito quello di un gran bell'uomo. Assomiglia molto a sua madre, ha lo stesso sorriso, lo stesso sguardo e perfino gli stessi atteggiamenti. Rispetto all'ultima volta che é stato a Boston, mesi e mesi or sono, i suoi capelli non sono più biondi e lucenti come prima, bensì sono color biondo cenere e non li tiene più così lunghi; ora ha un'acconciatura decisamente più da aspirante medico. E porta un filo di barba sul volto che gli piace tenere corta corta. Il suo incaricato é più colorito ed é quasi sempre abbronzato ( ma questo lo deve solo alle giornate di sole tipiche di NYC). Ha una voce più profonda, quasi da "cavernicolo" come dice sempre Hannah quando lo sente parlare al telefono, e un atteggiamento più maturo ed autorevole. Per leggere utilizza addirittura un bel paio di occhiali da vista!  Ah, ed ora non si presenta più come « Jake » ma come « Jacob Richard », il nome completo. Secondo lui gli conferisce un'aria più adulta. 

Nessuno lo riconoscerebbe, nemmeno Austin o Max che sente quasi quotidianamente ma non vede da una tempo tanto lungo da sembrare una vita. Qualche volta fanno delle chat di gruppo con Skype, oppure si chiamano con FaceTime. 

Austin ormai ha abbandonato la scuola e si allena ogni giorno con il surf, si dice che cavalchi le onde in mondo formidabile. Jake non ha ancora avuto modo di vederlo "surfare" eppure é certo che lo deva fare davvero molto bene, in fin dei conti lo ammira pure per aver avuto il coraggio di perseguire un sogno. É buffo pensare che fino a poco tempo prima neanche era mai salito su una tavola e che ora invece rappresentasse il mondo intero per lui.

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