Tredicesimo Capitolo

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Era una notte vellutata, buia e silenziosa, ed il cielo portava ancora i segni delle migliaia di percorsi che i fuochi d'artificio avevano impresso nella volta celeste come fossero cicatrici. La strada era deserta, non una macchina posteggiata, non un'anima, c'erano solo dei lampioni accesi ed un paio di panchine vuote, ed in fondo a quella via c'era la mia auto abbandonata contro una siepe; Alex ed io camminavamo a passo lento, in perfetta sincronia, a braccetto, come due macchie bianche in quel mare di nero che era la notte. Faceva freddo anzi, si gelava, ancor più di prima, era per questo motivo che le avevo gentilmente riposto il mio giacchetto sulle spalle, proprio sopra il suo, affinché smettesse di tremare. Al posto suo preferii tremare io. 

La neve si era compattata, creando così una sottile lastra di ghiaccio, tanto fina da assumere un colore misto fra quello dell'asfalto ed un celeste chiaro. 

« non lo trovi estremamente romantico, Jake? »

« cosa? »

« questo » rispose lei, « noi… la notte… il cielo… » mi spiegò lei mentre posava il suo capo sulla mia spalla, stringendosi più forte a me. 

Pensai un attimo a questa frase, a quanto fosse perfetta incastonata in una sera magica come quella… ma mentre la mia mente veniva irradiata da una miriade di splendidi pensieri, ed il mio cuore da una moltitudine di magnifiche sensazioni, arrivò un timore, così, dal nulla, e si insidiò in quell'ebbrezza. 

« È profondamente sbagliato quello che stiamo facendo » sospirai con un tono profondamente malinconico. 

Anche Alexandra fece una pausa.  

« Ma io ti amo e ciò non potrebbe essere più giusto »

« l'amore non basta, a volte, e noi ne dovremmo saperne qualcosa, Alex »

« io… io non so proprio niente… » gemette.

Arrivammo di fronte alla macchina, misi una mano in tasca ed afferrai il mazzo di chiavi, a quel punto mi avvicinai alla mia portiera lasciandomi lei alle spalle. Presi un lungo respiro mentre quella sua frase si ripeteva nelle mia mente a rallentatore, cosicché ogni parola fosse scandita a dovere. Mi strinsi nelle spalle e cercai di trovare in me il fiato per rispondere. 

« Non voglio fare la fine dell'altra volta » sospirai, « è orribile non sapere mai chi hai di fronte; se te o lei, la Monroe  » continuai con tono freddo e lo sguardo fisso nel vuoto.

« Jake » sospirò a sua volta Alex mettendomi una mano sulla spalla. Puntò il suo sguardo nel finestrino in cerca del mio, e lo trovò, nel riflesso. Mi voltai. « sono sempre io » 

« no » le dissi mentre tentando di tirar sù col naso del tutto rosso quasi come fosse stato intinto in un barattolo di vernice, « quando sei con me sei una ma quando ci sono i tuoi amici intorno o qualcuno 'popolare'… beh, sei diversa… a volte sembra quasi tu ti sia vergognata di me »

« cosa?! Vergognarmi di te?! Jake, non è mai capitato, io sono fiera di farmi vedere con uno come te! »

« perché, come sono io? » chiesi adirato, lei fece una pausa di troppo. « Te lo dico io come sono: io non sono all'altezza delle tue aspettative, di quelle dei tuoi amici, quegli otto coglioni! Io, io non sono in generale adatto ad una come te: uno sfigato ed una chearleader, in quale mondo possono stare insieme?! »

« ancora con questa storia?! » mi interruppe lei in modo brusco, « Jake tu sei meglio di me e di tutti quegli otto coglioni! » continuò. 

Silenzio.

« cucciolo » incalzò lei con un tono affine al bisbigliare, mentre mi stringeva la testa con le sue mani « tu sei perfetto, smettila di pensare il contrario, perché io sono pazza di quello sfigato che vedi solo tu. »

L'ULTIMA OCCASIONE (completo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora