Ottavo Capitolo

3.7K 139 4
                                    

Era notte inoltrata, Alex ed io eravamo appena stati in un locale a ballare con degli amici e l'avevo riaccompagnata a casa. Entrambi eravamo davvero molto sbronzi, specialmente lei che non si reggeva neppure in piedi. Una volta esser sceso dall'auto l'avevo portata dentro casa in braccio, l'avevo aiutata a lavarsi e ad indossare una maglietta extralarge a mo' di pigiama; l'avevo messa a letto e le avevo rimboccato le coperte con tanta premura. Mi chiese di intrattenermi con lei finché non si fosse addormentata e, dato che i suoi genitori sarebbero stati via tutto il finesettimana, rimasi lì al suo fianco, sdraiato nel suo letto. Gli shottini iniziavano a farsi sentire…. sebbene fossi frastornato e assonnato ricordo perfettamente ogni singolo istante trascorso assieme a lei quella sera. Il sabato sera più magico della mia esistenza. 

Io ed Alex eravamo soliti uscire la sera, ad entrambi piaceva divertirsi e ballare. Eravamo oramai agli sgoccioli di novembre e martedì avremmo dovuto consegnare il progetto su Giulietta e Romeo, il che mi spaventava di per sé. Ad essere sincero temevo che la storia si potesse ripetere, avevo il terrore che lei potesse ricominciare ad ignorarmi, che tutti i nostri momenti teneri ed intensi potessero essere gettati alle fiamme…

Alexandra mi teneva la mano stretta al petto, riuscivo a percepire il calore delle sue mani di fata, le sue dita lunghe ed affusolate si incastravano perfettamente con le mie come fossero state create appositamente per me. Io la guardavo, i miei occhi si illuminavano della sua bellezza. 

« ti amo » mormorò portandosi la mia mano alle labbra « te lo dico anche se so che non vuoi.. »

Il cuore mi si strinse. 

" Certo che voglio Alex! Sono le parole più dolci che mi abbiano mai detto, e pronunciate da te hanno ancora più significato! " avrei voluto rispondere, così d'impulso, ma non lo feci. Non ebbi il coraggio, come sempre d'altronde. 

Mi limitai ad avvicinarmi a lei e la baciai, un bacio leggero a stampo, non poteva neanche immaginare quanto amore fosse racchiuso in quel piccolo e banale gesto.  

Si voltò e mi baciò lei, intensamente, allora mi girai salendole addosso; con un braccio le tenevo il mento mentre con altro sostenevo il mio corpo pesante, ci stavamo baciando… o, almeno, lo credevo. In realtà il bacio innocente si era già spinto oltre e, senza neppur accorgermene, le avevo già sfilato la t-shirt. Dentro di me mi sentivo diviso a metà: un lato era consapevole del fatto che fosse meglio fermarmi, l'altro invece era completamente perso in quel momento di passione. Dovevo prendere una decisione, quel gesto avrebbe cambiato tutto in qualche modo, ma il tocco seducente di Alex che mi sbottonava la camicia ed il suo sguardo magnetico mi indussero decisamente a proseguire. Non m'importava se avessi voglia oppure no di farlo, non m'importava se ce lo avessi duro o no… stavamo facendo l'amore, ecco cos'era importante.  

Iniziai a baciarle dolcemente il collo, piano piano mi spinsi fino all'addome, lo carezzai, mi soffermai a sentirne il profumo - ammesso che ne avesse uno particolare -, le tolsi il reggiseno stando attento a non farle male e le sfilai anche le mutandine bianche. Lei mi tirò giù la lampo ed io mi strappai fugacemente i jeans. 

Tremavo come una foglia atterrita sul suolo in un freddo pomeriggio d'autunno, tremavo per paura di poterle fare anche solo in modo infinitesimale. Aprì le gambe, le attorcigliò intorno alla mia vita e con i piedi fece scivolare lentamente i miei boxer; le mie mani correvano veloci su e giù per il suo corpo come mine impazzite, qualunque parte toccassi le mie dita erano estasiate. 

I minuti seguenti furono un viaggio solo andata verso il paradiso, lontano dal mondo, dai pensieri, dalle preoccupazioni, dalla gente, dagli estranei… 

Alex ed io ci muovevamo in sincronia, eravamo un solo corpo e due anime nelle mani del fato. Non credo ci possano essere parole per descrivere l'immensità di quell'atto; volammo alti nel cielo azzurro, fra le nuvole, immersi nel nostro amore. 

Gemette spesso, ansimò, « non…ti f-fermare, m..mai amore » sospirò ad un tratto. Le sue mani mi accarezzavano la testa, incastrate fra quei fili color miele. Avevo una mano che le carezzava la coscia mentre l'altra le cingeva la schiena tirandola verso di me. 

« ti è piaciuto? »

« hai paura che ti risponda di no? »

Annuì. 

« non avevo mai fatto l'amore prima » abbozzai

« neanche io » sospirò lei, stringendosi più forte a me. 

L'ULTIMA OCCASIONE (completo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora