Ventunesimo Capitolo

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Scrivere quella lettera fu alquanto liberatorio; grazie a questa infatti avevo dato un addio definitivo a quei fantasmi che mi  avevano tormentavano per tutti quei mesi. Paure, riflessioni, incertezze, notizie e speranze tutte scritte nero su bianco, tutte racchiuse in un unico foglio bianco. Finalmente. Dall'istante stesso in cui la penna si alzò dalla carta provai un senso di sollievo come se mi fossi liberato di un gran peso che da troppo tempo giaceva in fondo al cuore; basta pianti senza fine, basta notti insonni, basta discorsi senza senso con una stella e - soprattutto - basta vivere di ricordi e di mille illusioni. Ed una volta aver posto anche quell'ultimo punto, dopo aver chiuso anche quella parentesi, dopo essermi imposto di smettere di soffrire, le cose andarono decisamente meglio; vissi quegli ultimi giorni di scuola con una certa leggerezza, con un pizzico di spensieratezza e con un po' di coraggio fui anche in grado di affrontare gli esami e di superarli. 

L'ultimo giorno di scuola fu un insieme di gioia e di tristezza: uscito da quel cancello, infatti, allo scoccare dell'ultima ora, non sarei stato più io e fui consapevole di questo fatto sin dal mattino; varcata la soglia del mio liceo sarei stato un uomo - o qualcosa di simile -. Fu proprio per questo motivo che cercai di assaporare tutto e godermi ogni singolo secondo di quella mattina; tanto per cominciare avrei dovuto salutare i miei migliori amici… io sarei andato a New York, Austin a Santa Barbara e Max si sarebbe presto trasferito presso l'università Yale. Ci conoscevamo sin da bambini, eravamo cresciuti insieme con l'idea di non separarci mai ed invece… ci saremmo lasciati eccome! Mi sarebbe mancato tutto di quella scuola, dal coach al professoressa di letteratura, dal laboratorio di chimica all'aula video, dalla mia classe a tutti gli studenti del Senior Year ( l'ultimo anno )… persino uno come Thomas Jefferson mi sarebbe mancato! Anzi lui, più che mancarmi, lo avrei ricordato con una punta di invidia per la grande fortuna che gli era toccata e che neppure sapeva di avere: Alex

Alexandra mi sarebbe mancata immensamente, lo sapevo sin dall'inizio, da quel pomeriggio a casa sua, e lo avrei saputo per sempre; di lei mi sarei voluto conservare tutte le memorie più belle, in fondo era stata la custode del mio cuore per così a lungo. Quel giorno non feci altro che pensarla, non l'avrei rivista mai più e non avrei sopportato tanto facilmente questo fatto. A l'ora di pranzo, quando tutti fummo raccolti in sala mensa, non feci altro che fissarla; era al centro dell'attenzione di tutti, seduta al tavolo con i suoi amici, aveva una miriade di ragazzi e ragazze che l'accerchiavano con la speranza che lei firmasse loro l'annuario scolastico. Anche io avrei voluto farmi firmare da lei il mio annuario ma non ebbi il coraggio di chiederglielo e allora tacqui, rassegnandomi al poterla solo ammirare da lontano. Perché ero stato così stupido? Perché me l'ero fatta sfuggire? E perché, anche quel giorno, in una situazione del genere, non ebbi il coraggio di andare a parlarle? Ancora non riuscivo a capacitarmi di tutto ciò; avevo commesso un grandissimo errore nel lasciarla andare via. Non avrei avuto più occasioni con lei. 

« Jake, puoi firmarmi l'annuario? » udii una vocina alle mie spalle, mi voltai, ripresi conoscenza e la guardai. Era una ragazza bassa, aveva i capelli rossi raccolti in una treccia, esile e mingherlina se ne stava lì in piedi nascosta dietro il suo paio di occhialoni neri. Non l'avevo mai notata prima. Mi porgeva con una mano il suo annuario e con l'altra una penna, presi entrambi e firmai nel primo spazio bianco che trovai, le sorrisi e lo passai ad Austin che a sua volta firmò, lo stesso fecero anche Max e qualche altro amico che stava seduto al nostro tavolo. Per un attimo, ma solo per un brevissimo attimo, non ostante avessi Alexandra sotto i miei occhi - fissa nel mio campo visivo - mi ero illuso che potesse essere lei; l'illusione svanì non appena guardai in faccia la ragazza. 

Finito l'orario di pranzo, dopo aver firmato qualche altro annuario, mi recai al mio armadietto, presi il libro di letteratura e raggiunsi la classe. Anche Alex partecipò a quella lezione. L'insegnante, non appena entrata, ci salutò con grande entusiasmo e si dileguò in chiacchiere; chiese ad un paio di alunni cosa avrebbero fatto dopo, se, e in tal caso a quale, università sarebbero andati e ci invitò a ricordarci di lei, delle sue spiegazioni e del nostro liceo in generale. « So che é dura, che siete tutti rattristati e che al suono della campanella molti scoppieranno in lacrime ma lasciatemi dire una cosa » disse, « oggi non é solo l'ultimo giorno di un certo ciclo di studi, oggi é molto di più! Oggi, cari ragazzi, é l'inizio della vostra vita! Ve ne andrete chissà dove, farete chissà cosa ma tutto dipenderà da ciò che da domani stesso inizierete a fare! Basta ragazzate, basta! Siete dei piccoli uomini e delle piccole donne or ora! Mi auguro che un domani vi guarderete indietro e penserete a me, a quanto mi avete fatto disperare ma - sopratutto - a questo discorso; non lasciate che le mie parole restino lì, fatele vostre perché credetemi: voi siete il futuro ed il futuro comincia a partire da domani! Chissà se fra voi c'é il prossimo presidente degli Stati Uniti d'America, se c'é uno scienziato, un medico, un avvocato, uno scrittore da premio Nobel… non lo so, sono sincera… ma ripongo grandi speranze in molti di voi. Ricordatevi che a partire da quando uscirete da questo istituto tutto cambierà, si spera in meglio, e che inizierete a vivere la vita vera. E care ragazze, sappiate che non appena fuori essere fidanzate col capitano della squadra di football o vestire alla moda non importeranno più… Mentre voi, giovani maschi, tenete a mente che il pallone - qualunque esso sia - non sarà più al centro dei vostri pensieri! Anche quest'anno é giunto al termine, finalmente! dirà qualcuno, e so quanto vi meritiate di trascorrere una bella estate; fatemi dire che siete tutti, ognuno a modo proprio, dei grandi alunni quindi forza e coraggio! »

L'ULTIMA OCCASIONE (completo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora