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"Freya.."
"Freya..."
"FREYA"
"CAZZO FREYA,SVEGLIATI"
A quest'urlo sobbalzai e finì sul pavimento.
"Cazzo papà, ma ti pare il modo?!"
Ops.
"COSA HAI DETTO?"
"OOH PER BACCO PAPÀ, NON MI SEMBRA IL MODO GIUSTO DI SVEGLIARE LA TUA ADORABILE FIGLIA" tutto questo teatrino, ovviamente, viene accompagnato dai miei occhi verdi che sbattono ripetutamente.
Mio padre si rilassa visibilmente...FUNZIONA SEMPRE!

"Vai così Freya, dammi il cinque!"
"Sei la mia coscienza, come cazzo te lo do il cinque? Con la forza del pensiero?"
"Che ingegno! Mi stupisci ogni giorno di più!"
"Fottiti"
"Stai fottendo te stessa, te ne rendi conto, vero?"
"Sparisci!"

Quando parlo con la mia coscienza, mi imbambolo. Questo porta mio padre ad urlare di più. Ovviamente.
"Freya mi hai sentito?" che voce fastidiosa di prima mattina.
"No" risposi tranquillamente.
"Un giorno ti ucciderò" che grazioso.
"Ti voglio bene anch'io!"
"Comunque, oggi è il primo giorno di scuola. Cerca di non combinare casini, ok?"
CAZZO.
"Ah, inizia oggi?"
"Sì, Freya." Quando marca il nome non è mai un buon segno.

" sta incazzando"
"Guarda, mi servivi tu per capirlo!"

"Comunque non combino mai "casini"" lo guardo da sotto le folte ciglia nere, mentre sorseggio il mio adorato e amato caffè.
"HAHAHAHAHAHAHAHAH" scoppia in una fragorosa risata.
Stronzo.
"Che c'è da ridere...è vero!"
"Oh, capisco. Quindi per te tirare un pallone da calcio dentro una borsa nera in aula docenti gridando "Allah akbar", non è una cavolata?"
Rido fragorosamente a quel ricordo.
Cazzo, le loro facce. Erano sconvolti e spaventati. Sono usciti dall'aula gridando "aiuto, mi vogliono decapitareeee".
Mio padre mi segue a ruota libera..però diventa di nuovo serio e mi costringe a seguirlo.
"Davvero Freya, non fare cazzate."
"Va bene papà, ci proverò."
"Preparati,Elizabeth sarà qui tra poco."
"Va bene, vado."
Guardo l'ora:
7:20.
Ce la posso fare.
Mi faccio una doccia veloce e successivamente mi vesto. Non sono una molto alla moda come le mie coetanee, anche perché non me ne fotte un cazzo, però ho dei vestiti del 21esimo secolo.
Metto dei pantaloni neri attillati e una maglietta un po' corta nera e bianca.
Calzo le mie adorate converse bianche e vado a farmi i capelli.
Opto per una coda alta che raccoglie i miei lunghi capelli neri, tanto per. Perché tanto sono ricci e non stanno sistemati comunque.
I miei occhi verdi sono stanchi e senza vita..ma decido di mettere un po' di mascara.
Prendo lo zaino e le chiavi della mia adorata moto: Kawasaki Ninja 300, nera opaca. La mia vita.
Scendo, ma mi maledico per aver lasciato il cellulare di sopra. Salgo di fretta e prendo il mio Huawei P9..anche se è sprecato per una come me.
Proprio nel momento in cui lo prendo tra le mani mi arriva un messaggio:

Marcus: "oggi allenamento dalle 15:00 alle 20:00. Non mancare o domani combatterai contro di me"

Non ci tenevo a combattere contro il mio allenatore..anche se me la cavavo alla grande. Dico, 9 anni di boxe non sono pochi!
Mi affretto a rispondere al messaggio, dicendo che ci sarò e finalmente vado di sotto, dove ci sarà Elizabeth.
Scendo e la vedo.
Vedo la ragazza che mi è stata sempre accanto.
Vedo la ragazza che mi ha sopportato per tutti questi anni.
Vedo la mia migliore amica.
Vedo mia sorella.
Ovviamente tutto questo non glielo dico, sono abbastanza apatica con le persone, quindi tendo a dire e fare quello che mi passa tra la testa senza pensare e inoltre non esprimo né provo sentimenti per quelle persone. Che si fottano!
Ecco perché tutti mi evitano. Tutti tranne lei.
Lei che vede ancora del buono in me, anche se non c'è. Lei che anche se la tratto male, è ancora qui.
Lei che c'è stata, c'è e ci sarà.
Lei.
Oggi è vestita con una gonna a vita alta color cipria e un top bianco, i suoi capelli biondo cenere ricadono morbidi sulle spalle. I suoi occhi marroni sono truccati in modo leggero, quasi non si vede l'eyeliner. Il suo fisico per me è perfetto.
Non è magrissima, è un po' robusta.
Ma quelle forme su di lei stanno una meraviglia.
È alta 1,62 m, quindi sfila ancora di più.

Quando arrivo la saluto con un cenno e lei mi viene ad abbracciare, cosa che non ricambio, ancora.
"Pronta per iniziare un nuovo anno?" Mentre parla mi sorride e non posso fare a meno di seguirla.
"Certo..che no".
Ridiamo e insieme ci incamminiamo verso la mia amata moto e a tutta velocità sfrecciamo verso l'inferno.
La scuola.

Our skinny loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora