7

74 6 7
                                    

Che giornata di merda.
Ma merda con la M maiuscola.
Peggio di così non potrebbe andare.

"Parli troppo per i miei gusti.."
"Perché?"

Non ho fatto in tempo a finire di pensare che mi vidi spuntare la figura di quel ragazzo della palestra.
Che cazzo ci fa qua?

"Sai, non ci sei solo tu a questo mondo"
"Non ho chiesto la tua opinione."

Sono seduta sul porticciolo, mentre osservo le onde del mare che si infrangono sulle rocce.
Che immagine malinconica e piena di ricordi.
Qui ci venivo spesso con mia madre quando qualcosa mi turbava.
Solo lei sapeva che mi piacesse così tanto il mare e solo lei sapeva l'effetto che mi facesse.
Solo lei.
All'inizio pensavo che avrei dovuto odiare ogni cosa che mi ricordasse lei.
Ma con questo non ci riesco..

Forse ero immersa troppo nei miei pensieri e ricordi, perché non mi sono accorta della presenza accanto a me.
Alan.

Nessuno dei due parla, ci limitiamo a fissare il mare e i ricordi che porta con sé.

Ad un certo punto, incuriosita, mi giro verso di lui.
I capelli rossi vengono mossi dolcemente dal vento, rendendoli ancora più ricci.
I suoi occhi grigio-azzurri sono così malinconici.
La sua espressione tanto turbata..chissà a cosa pensa.

"Tu non eri quella del "non me ne fotte niente di nessuno"?"
"Ma perché salti fuori sempre in questi momenti?"
"Sono sempre nel posto giusto al momento giusto!"
"Ma fottiti"
"Mi sei mancata anche tu"

Non ho fatto in tempo a girarmi che mi ritrovai i suoi occhi scrutarmi, con attenzione..troppa.

Non gli ho rivolto la parola, mi sono limitata a girarmi dall'altra parte.
Dopo qualche minuto, mi alzo e mi dirigo verso la moto, ma, per sfortuna, un braccio mi ferma prima di arrivare.
Mi giro di scatto per vedere che intenzioni ha, quando me lo ritrovo a un palmo di distanza.

"Dove vai?" Chiede sussurrando
"Via da qui." risposi chiara e concisa.
"Perché? Sembrava ti calmasse il mare." Cazzo. No. No. No. Non doveva capirlo.
"Non mi calma un bel cazzo di niente." Sbottai. Volevo togliere il mio povero braccio dalla sua presa, ma falli miseramente.
Era forte. Non aveva questa forza quando abbiamo combattuto.

"L'ho notato Freya. Prima che arrivassi avevi un'espressione rabbiosa e turbata. Appena ti sei seduta sul porticciolo hai cambiato atteggiamento, postura e sguardo." Ribattè guardandomi negli occhi.
"Alano, tu non mi conosci. Quindi evita di sparare cazzate."

"Hai sbagliato apposta questa volta!"
"Può darsi!"

"Mi chiamo Alan." Disse a denti stretti.
"E qual è la differenza? Una o in meno o in più non cambia la vita, Alano."
"L Alano è un fottuto cane!" Ringhiò ad un passo da me.
"Quale sarebbe la differenza?" Domandai innocente.
Cazzo.
Prima mi guardò furente, poi mi sbattè sulla mia moto e mi disse: "non sai chi ti stai mettendo contro, ragazzina"
"Neanche tu sai chi hai di fronte." Risposi guardandolo negli occhi.
"Oh, fidati di me. Lo scoprirò presto."
"Dovrai fare un patto con il diavolo per scoprire chi sono!" Sbottai esausta "Ora, lasciami andare. Altrimenti ti arriva un calcio nelle palle tanto forte da farti diventare sterile!"
A queste parole sbiancò visibilmente e mi lasciò il braccio.
"Ci vediamo domani ragazzina."
Un momento.
Cosa? Domani?
Chi cazzo lo vuole vedere domani!
"Ma sei coglione? Noi ci vedremo domani!"
"Oh si" sorride beffardo.
Mi sto davvero trattenendo nel tirargli un ceffone.
"Domani non ci sono gli allenamenti"
"Ma noi ci vedremo sempre prima degli allenamenti"
"Ma chi cazzo ti conosce! Vattene!"
"Quella con la moto qui sei tu." Ribattè.
Non gli feci aggiungere altro che salì sulla moto e mi catapultai verso casa di Elizabeth.
Mi deveva spiegare un bel po' di cose, quella stronza.

Our skinny loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora