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Ho deciso, vado in palestra.
Pensato questo, guidai verso la palestra in un quartiere sperduto di Boston..vivo con la paura che mi rubino la moto.

"No, fammi capire. Hai lasciato un ragazzo mezzo morto a scuola e la tua migliore amica in lacrime in bagno...e ti preoccupi della moto? Seria?"
"Uno: non era mezzo morto. Due:aveva smesso di piangere. Tre: si. Ora..indovina un po '? "
"Fottiti?"
"Esatto!"

A quest'ora non c'è mai nessuno, quindi posso fare quello che mi pare.

"Ovviamente prima che arrivi Marcus, testina"
"Ma non ti avevo faculizzato 2 secondi fa?"
", beh. Non posso andare lontano!"

Meno male che porto con me sempre la fascia, i pantaloncini e i guanti.
Mi svesto velocemente per infilarmi gli altri indumenti e i miei guanti.
Mi fisso per un po' allo specchio;
La pancia piatta, rigata dagli addominali..frutto di un duro lavoro.
Fianchi stretti, gambe non lunghe ma toniche e magre.
Tette sporgenti, tipo una terza e culo a ponte, nelle giuste forme.
Mh. Niente male.
Nulla di più alle altre ragazze.

"Le altre non hanno istinti omicidi"
"Me li faccio venire con te questi istinti"
"Se vuoi suicidarti, fai pure"
"Fottiti"

Comincio a muovermi e a tirare pugni come non mai e sento dopo un po' il fiato corto e la pelle sudata.
Mi prendo un secondo per riprendermi e pensare.
Brutta cosa il cervello.
Quando vorresti dimenticare una situazione passata, ti porta a pensare a quella determinata situazione o persona.
Molte cose vorresti buttarle in un posto lontano da te, così da non vederle mai più e stare tranquilla a vita.
Invece no.
I ricordi tornano.
Le situazioni tornano.
Le persone tornano.
Tutto torna.
Torna il ricordo di mia madre prima di andarsene.
Il suo sorriso.
La sua pelle candida.
I suoi occhi verdi.
La sua bellezza e spensieratezza.
Poi torna il ricordo di quella sera.
Le urla.
I piatti rotti.
Le sedie buttate chissà dove.
Mia madre.
Le sue parole.
Le mie lacrime.

Non mi ero resa conto che avevo cominciato a prendere a pugni di nuovo quel dannato sacco. Di aver fatto un buco quanto una casa.

"Se continui così, distruggerai l'intera palestra."
Una voce roca alle mie spalle parlò. Non l'avevo mai sentita prima d'ora.
Sicuramente era un ragazzo.
Mi girai e incrociai il suo sguardo.
Così tenebroso, così freddo, così simile al mio.

Spostai il mio sguardo al suo viso. Aveva dei lineamenti perfetti.
Un volto sfilato, ma non troppo. La mascella bel definita.
Le lentiggini comparivano qua e là sotto la scarsa luce della finestra.

"Potevi accendere la luce, cogliona"
"Non è il momento!"

Aveva il volto metà alla luce e metà all'ombra, sembrava rispecchiasse la sua personalità..anche se non lo conosco.

I suoi occhi erano di un colore strano: tipo grigio-azzurri.
Ma celavano tanti misteri..
E io suoi capelli erano di un rosso scuro, ma di sicuro erano naturali.
Non era il solito rosso, era più un rosso sangue.
Che dire del suo fisico, era alto si e no 1,85 m e mi sa che faceva palestra da un bel po' considerati gli addominali scolpiti. Tanto che si vedono attraverso la maglietta nera attillata.

Forse lo fissai per troppo tempo, perché lo sentii dire: "ora togliti dai coglioni, devo allenarmi"

No aspetta, COSA?

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