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Sì, certo. "Accomodiamoci"
Accomodarsi, al mio paese, significa mettersi comoda, ovvero in una posizione che non ti stressa o ti porta alcun tipo di fastidio.....
E allora perché cazzo sono messa in mezzo ad Alan e Cassandra?

"Perché il karma è contro di te."
"Hai fottutamente ragione."
"Lo so."

"Sentite, potreste smetterla di flertare con me in mezzo? Sapete, è abbastanza vomitevole." Dico acida.
"Oh piccola Freya, allora perché non ti sposti?" Risponde Cassandra.
"Scusi." Richiamo il cameriere.
Con una piacevole sorpresa noto che è un ragazzo, abbastanza accettabile.
Alto, biondo, magro...affascinante.

"Da quando squadri i ragazzi e fai commenti?"
"Da fatti i cazzi tuoi."
"Ma se sono fat-"
"Zitta."

Mi rivolge un sorriso e nel frattempo Alan smette di ridere per quello che ha detto Cassandra e gli rivolge uno sguardo truce.
"Avete dei croccantini?" Domando ricambiando il sorriso.
"Non credo. Posso chiederti perché?" Trattiene una risata.
"Oh, certo. C'è un cane, femmina ovviamente, accanto a me che non smette di abbaiare...avrà molta fame." mi rivolgo a Cassandra con un sorriso e la testa piegata "Non è così, mia piccola Cassy?"
Il cameriere scoppia in una risata fragorosa e viene seguita da Alan.
La sua risata.
Non l'avevo mai sentita fino ad ora, è così bella. Quasi rido anch'io.
"Sei una stronza,Freya Smith." Ringhia Cassandra, rossa in viso.
"Mi hanno detto di peggio." Rispondo tranquillamente.

"Cosa c'è di tanto divertente?" Domanda mio padre, guardandomi come se la colpa fosse la mia.

"Forse perché lo è!"
"Non sempre."
"Il 99,98% dei casi."
"Vedi? Non è sempre."

"Oh niente, questo ragazzo ha fatto una battuta squallida e ovviamente loro hanno riso." Rispondo ovvia.
"Del tipo?" Chiede di nuovo, ma questa volta rivolto verso il cameriere..con uno sguardo gelido e scrutatore.
"Tipo.." comincia il ragazzo.
"Sa cosa ci fa una televisione in mezzo al mare?" Domanda il ragazzo, sorprendendomi.
"No." Rispondono in coro Alexander,mio padre e Amanda.
"Manda in onda i canali...." e nel dirlo si mette un'espressione in viso che è il mix tra speranza, goffagine e divertimento.
Scoppio in una fragorosa risata, non potevo trattenermi dal ridere per quella faccia.
Mi seguono a ruota libera tutti gli altri, tutti tranne Alan e Cassandra.
Ovviamente.

"Piacere, comunque. Il mio nome è Peter." Il ragazzo mi porge la mano e io la prendo.
"Piacere, Freya."
"Bel nome."
"Già."
"Ci vediamo dopo, allora."
"Va be-" cerco di rispondere ma vengo interrotta.

"Dove vi dovreste incontrare? In cucina per tagliare le galline?" Dice con freddezza Alan.
"No. Andiamo in bagno a pulire i gabinetti." Risponde Peter.
Audace il ragazzo.
"Mi allerta l'idea, andiamo Peter?"
Rispondendo così, attiro lo sguardo curioso di mio padre e quello furioso di Alan.
Ma questo dalla mia vita cosa vuole?

"Certo signorina." Mi rivolge un sorriso dolce, invece rivolge uno sguardo furbo ad Alan.
I maschi...chi li capisce è bravo.

Superiamo la sala e ci dirigiamo verso le scale. In meno di un minuto raggiungiamo il terrazzo, dove vi è una vista magnifica.
Si vedono tutte le luci delle strade di Boston.
Peter mi porta a sedermi in un muretto, vicino una siepe con delle rose.
È meraviglioso.
"Scusa, ma non dovresti fare così a lavoro..no?" Chiedo curiosa.
"Ho chiesto una pausa. Sai, mi incuriosisci molto e dato che forse questa sarà l'ultima volta che ti vedrò, volevo saperne un po' di più su di te...oltre il tuo nome."
Certo che è diretto questo ragazzo, chi se lo aspettava?
"Oh, beh. Cosa vuoi sapere?"
Da quando sono così aperta? Frena Freya, FRENA!
"Ovviamente tutto entro i limiti, non sono una persona che parla molto di sé con gli altri."
"Certo, anch'io sono così."
"Non sembra."
"Perché?"
"Sembri un tipo molto aperto alla convenzione."
"Solo con le persone per cui vale la pena esserlo."
E con questa risposta mi spiazza completamente.
In fondo ha ragione.
Non c'è bisogno di essere chiusa con tutti...solo con le persone che se lo meritano.

"Quanti anni hai?" Domanda.
"17. Tu?" Sembra molto sorpreso della mia risposta, chissà perché.
"Wow, s-sembri un po' più grande."
"Tipo?"
"19 anni, tipo."
"Ma dai! Così vecchia? Mi offendi."
"No dai, perdonami. Comunque io ne ho 21."
"Oh. Mamma mia, sono circondata da vecchi. A momenti dovrò aprire una casa di riposo."
Sorride e fa sorridere anche me.
Questo ragazzo è molto rassicurante, a dire il vero.
"Il ragazzo che era accanto a te, era il tuo ragazzo?"
"Chi, Alan? Ma per favore! A quello non lo posso vedere neanche a 300 km di distanza!!"
"E perché era così infastidito a tavola?"
"Di solito ottiene ciò che vuole."
"Ma tu non gli permetti di prenderselo."
"Esattamente." Rispondo con un sorriso.
"Beh, ora è meglio se vado. Si sta facendo tardi sia per me che per te." Dico in fretta.
"Sì, è meglio."

Lasciamo quel meraviglioso muretto e arriviamo alle scale.
Prima di arrivare in sala, Peter mi prende un braccio e con troppa forza mi sbatte al muro.
Cosa gli prende?
"Cosa stai facendo?" Domando dolorante.
"Voglio vedere come reagisce appena vede ciò che sto per fare." Sì avvicina piano a me.

Sta per baciarmi. Sta per baciarmi.
Cazzo Freya, reagisci. Sei o non sei una combattente professionista con i contro coglioni?

Prima che possa fare qualsiasi mossa, Peter viene scaraventato dall'altra parte del corridoio con uno spintone da Alan.
Ma questo qua è pazzo da legare.
"Ma cosa ti prende? Sei forse coglione?" Sbotto impazientita.
"Certo. Io sarei il coglione, non è così? Tu che ti stavi facendo baciare da uno sconosciuto, no." Ribatte più arrabbiato che mai.
"Non sono cazzi tuoi! E poi non vedo come possa interessarti!"
"Mi interessa invece! Perché non voglio che mio padre lavori con il padre di una puttana!"

Non sono più padrona delle mie azioni.
Mi sposto velocemente contro Alan e gli tiro un pugno in pieno viso.
Prima uno.
Poi due.
Poi tre.

Basta.
Fermati.

Mi guardo le mani e ho le nocche insanguinate.
"T-tu. Tu. TU per me sei morto."

Con questa frase vado da mio padre e gli dico che non posso stare più lì dentro.
Stranamente mi da ascolto, quindi saluta gli altri e ci dirigiamo in macchina.

Mentre torniamo a casa non posso non pensare a quell'essere.
Come cazzo si è permesso?
Non sa niente di me e non può permettersi di dirmi una cosa del genere. È solo un lurido essere fiscido che sta sulla terra per rompere i coglioni...come le zanzare o le meduse.
Proprio inutile.

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