Durante la strada del ritorno, mio padre non mi rivolge la parola e lo ringrazio mentalmente per questo.
Però so che l'interrogatorio non tarderà ad arrivare.
Arrivati a casa, mentre cerco di salire le scale per arrivare in camera, vengo fermata dalla voce di mio padre.
"Freya, non credere che non mi sia accorto del sangue sulle tue nocche e della faccia di Alan insanguinata. Non ho intenzione di chiederti il perché, però so che non faresti qualcosa del genere per niente, specialmente quando quel qualcosa è picchiare una persona.
Sappi, però, che non avrai la tua adorata moto per ben due settimane, mi hai rovinato la cena e-"
"Che cosa?! Spero tu stia scherzando! Non puoi punirmi per aver picchiato un lurido pezzo di merda!" Sbotto infastidita.
"Questa sera dovevo concludere un'affare di lavoro importante, ma tu me l'hai impedito a causa del tuo cattivo comportamento!" Urla a sua volta.
Ma col cavolo che mi sto zitta questa volta.
"Ah si, certo! Il lavoro prima di tutto! Prima di te, prima di me! Sempre prima di me. Ma chi se ne fotte di cosa è successo a mia figlia, dovevo concludere un'affare importante per ampliare la mia azienda! La metto in punizione così capisce che ha fatto una cosa che non doveva fare!
Forse non hai capito che io farò tutto quello che voglio e se sarà il caso, ripeterò i miei errori, un po' per compiacermi..un po' per dispiacerti." Faccio una pausa, mentre mi guarda con occhi sgranati.
Poi riprendo freddamente, senza che trapeli alcun tipo di emozione.
"Anzi, dovrei ringraziarti. Dopo che la mamma, se posso chiamarla così, se n'è andata..mi hai lasciata da sola.
Anche se eri nella mia stessa casa, era come se non ci fossi.
Allora sono diventata così: una ragazza senza sentimenti e cattiva, capace di fare del male con un solo sguardo alle persone che ama.
Si, grazie papà.
Per avermi fatto creare questa corazza così spessa, che neanche il ritorno della mamma potrà mai distruggere.
Grazie per avermi reso un guscio vuoto che non ha mai ricevuto nessun tipo di affetto paterno.
Ora posso difendermi da tutto e da tutti.
Ora non faccio entrare nessuno nella mia vita.
Ora sono la Freya che hai creato e te ne sono grata.
Adesso, è meglio se vado a dormire, mi devo alzare presto per prendere l'autobus. Buonanotte."
In modo indifferente lascio la stanza e salgo in camera.
Mi tolgo questo odioso vestito e queste scomodissime scarpe.
Mi faccio una doccia e indosso una felpa gigante dei Chicago Bulls, in modo tale da non mettermi niente sotto.
Mi infilo sotto le coperte e cerco di addormentarmi.Dopo circa un'ora, sono ancora nel letto a rigirarmi..non riesco a prendere sonno. Decido di guardare l'orario:
3:00Fantastico!
Scendo giù dal letto e vado in cucina per prendere un po' di latte.
Anche da piccola avevo quest'abitudine.
Prendo un bicchiere enorme e lo riempi fino all'orlo.
Metto un po' di cacao e lo bevo.
Appena lo assaggio, capisco che manca qualcosa.
"Mhh..cosa può mai mancare?" Dico ad alta voce.
Comincio a cercare negli scaffali più alti in punta di piedi per vedere se riesco a intravedere l'ingrediente mancante...Ah!
Lo zucchero!
Che cazzo, più in alto lo può mettere!
Cerco di arrivarci, ma è inutile."Che bella visione notturna.."
Salto in aria per lo spavento, ma un attimo..questa voce.
Mi giro di scatto e trovo Alan appoggiato con i gomiti al bancone della cucina.
Si è cambiato, ora ha un pantalone di tuta grigia e una maglietta nera a maniche corte.
Ma questo non ne sente mai freddo?
"Cosa cavolo ci fai qua?!" Cerco di gridare, però senza farmi sentire da mio padre.
"Tranquilla, tuo padre è uscito di casa quando sei salita di sopra."
"Mi spii per caso? Cerca di uscire immediatamente, se non vuoi che ti picchi come qualche ora fa!" Adesso sto urlando.
Il suo sguardo passa da divertito, ad arrabbiato, a pensieroso, a pentito.Certo che è abbastanza bipolare. Vallo a capire.
"Sono venuto qui per dirti una cosa." Dice rabbugliandosi.
"Cosa vuoi, Alan?" Chiedo ormai rassegnata, perché se non parla..non se ne andrà.
"Volevo, come dire..." si agita come se la cosa che sta dicendo, non l'avesse mai detta a nessuno.
"Cosa Alan?" Cerco di incitarlo.
"Volevo chiederti scusa per prima..sai, quando ti ho dato della puttana."
Tira tutto ad un fiato.Wow...tutto mi sarei aspettata, ma non delle scuse.
Delle scuse da Alan McKenzie."Oh.." dico sotto shock.
"Oh cosa?" Chiede confuso.
Mi riprendo immediatamente.
"Pensi che delle stupide scuse bastino, davvero? Pensi che tu abbia fatto solo questo?" Gli rivolgo uno sguardo infuriato.
"Cosa avrei fatto in più?" Domanda stranito.Non ci posso credere. Calma, Freya, calma.
"Hai la faccia tosta di chiedermelo, Alan?"
"Beh, sentiamo." Dice mettendosi le braccia incrociate al petto e assumendo uno sguardo di sfida."Per esempio quando cercavi di flertare con me, quando sei entrato nella mia tenda e mi hai baciato, quando subito dopo il bacio mi hai detto che era per provare, quando mi hai detto che sono uguale alle altre e, soprattutto, uguale a Cassandra. Ti rendi conto? È il peggior insulto per me! Io di certo non sono un'oca che va a baciare il primo rosso che capita!" Dico con tutto il disgusto possibile.
"Freya, affinché tu voglia fare una conversazione che non comprenda voli di vestiti, cerca di abbassarti quella fottuta felpa." Dice guardandomi con occhi scuri.
Aspetta. Cosa?
Dio!
Sarò rossa come un semaforo rosso.
Cerco di sistemare la felpa di tutti i modi..ma poi mi ricordo il mio latte.
Cazzo!Alan si avvicina pericolosamente a me.
Proprio quando penso che mi stia per baciare, alza il braccio e prende lo zucchero.
Ma cosa ci deve fare con lo zucchero?"Magari lo volevi tu, prima che ti incantassi a guardarlo come se fosse un dio greco."
"Ah giusto!"
"Che è un Dio greco?"
"No, per lo zucchero."
"Ah.""Volevi questo...no?" Domanda a un centimetro da me.
"S-si. Non c'era bisogno che me lo prendessi." Dico.
"Forse hai ragione. Avrei dovuto farlo prendere a te, così ti si sarebbe alzata la felpa e avrei avuto qualcosa da guardare con gusto." Dice intrappolandomi tra il suo peso e i fornelli.
"Ancora devi chiedermi scusa.." dico fievolmente.
"Scusami per tutto. Non volevo baciarti per poi dirti quelle cose, non so perché l'ho detto...avevo paura." Dice guardandomi negli occhi.
"Di cosa?"
"Di potermi interessarmi a te." Confessa.
"Non c'è questo pericolo." Dico esausta.
"Sì, e penso che già sia successo."
"No, Alan. Non mi conosci."
"Ti conosco più di quanto pensi."
"Non credo."
"So che sotto questa corazza, c'è un'altra Freya. E io la scoprirò. La tirerò fuori, te lo prometto." Dice, infine.Perché il mio battito è così accelerato?
Ho la gola secca e sento dei crampi allo stomaco..non dolorosi, ma piacevoli.
Un sensazione di calore.Finito il suo discorso, mi bacia la fronte e se ne va.
Lasciandomi con i miei pensieri."Ed il latte."
"Rovini sempre tutto."Decido di lasciare perdere la mia coscienza e vado a letto.
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Our skinny love
ChickLitFreya, una ragazza diversa dalle altre. Una ragazza con un carattere di ghiaccio. Ha solo due amori: la boxe e la sua moto. Con gli anni si è creata un muro, troppo grande e resistente per essere distrutto. L'unica persona all'interno della sua vi...