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Eccoci arrivate.
Bett mi sta vicina, come se potessi scappare.

"come se non ne fossi capace"
"Ma ancora viva sei? Decapitati"
"Stai tentando il suicidio?"
"Evapora!"

Senza rendermene conto già siamo dentro il plesso.
E come ogni anno tutti si chiedono perché il capitano delle cheerleader, sta con una ragazza come me...come dire, "da evitare".
Che si fottano.
Cammino a testa alta tra i corridoi, affiancata da Bett che sorride ad ogni essere vivente. A momenti sento una conversazione tra lei e una mosca.

"Smettila di sorridere a cazzi e mazzi." Le sussurro ad un orecchio, a denti stretti.
"Smettila di fare la dura con me, Freya." risponde "perché non attacca con me" mi sussurra, per poi farmi la linguaccia.
Faccio una faccia indignata..mi chiedo: perché sto con elementi del genere?

"Prima cosa: unico elemento che ti sopporta. Seconda cosa: perché non ne puoi fare a meno"
"L'ho già detto fottiti?"
"Oh, si"

Mentre apro il mio armadietto per posare i libri delle materie del giorno, sento una presenza accanto a me.

Fa che non sia lei.
Fa che non sia lei.
Fa che non sia lei.

"Ancora non ti sei trasferita, piccola Shadow? " disse Cassandra con quella voce da oca.
Shadow. Ombra.
Mi chiamava così già dal primo liceo.
Diceva che ero come un'ombra, stavo sempre dietro alle persone..che ero insignificante, ma che allo stesso tempo spaventavo, le persone mortali ovvio. Perché lei non ha paura della sua ombra (dea del cazzo).
Questo sapete quando?
Quando la sconfissi ad una stupida gara di matematica.
Che cogliona.
"Vedo che non ti hanno ancora arrestata per "atti osceni in luogo pubblico"" sorrisi beffarda per tutta risposta e vidi il suo volto strapieno di trucco, diventare rosso dalla rabbia.
"Questa me la paghi Freya." Detto ciò, se ne andò.
Cominciai a ridere in una maniera implacabile...fino a quando...
"FREYA SMITH" Cazzo.
"SIGNORINA SMITH"
La professoressa di letteratura, mia acerrima nemica da sempre.
Non le vado a genio da sempre..chissà perché.

"Forse perché le hai sputato l'acqua sul vestito di pizzo?"
"Ah già. Ahhahahaha"
"Cogliona"
"Zitta."

"Non vedo l'ora di iniziare l'anno con lei." Fece una specie di ghigno, che le riuscì male.
"Quest'ora la vede solo lei, prof." Dissi in tutta calma.
"Ci si vede in classe!" La liquidai con un gesto della mano, mentre alle mie spalle gridava: "PORTI RISPETTO SMITH!" Che voce orribile.

Prima di entrare in classe c'era una confusione bestiale..appena sono entrata calò il silenzio.
"Mh, fatemi indovinare. Il gatto vi ma mangiato la lingua?" Dissi senza sentimento.
Ancora silenzio.
Ad interromperlo fu il professore di filosofia, che cominciò a parlare di essere e non essere, quindi per me era il momento del sonnellino.

Passate le prime tre ore, finalmente è arrivata la ricreazione.
Non che la passassi con qualcuno, però mi piace perché mi posso leggere un bel libro con della buona musica.
Si, ok..ho Elizabeth. Però lei non ha solo me, ha i suoi amici e la sua vita. Quindi non la costringo a passare tutto il tempo con me..anche perché stare da sola è meglio. Molto meglio. Forse.

Come sempre, mi avvio verso il bagno, mi sto piscinando addosso.

"Che finezza"
"Cazzomene"

Sto per entrare in bagno, quando noto il corridoio deserto. Faccio un passo avanti ma sento un urlo.
Sarà una mia impressione.
Un altro passo, un altro urlo.
Basta.
Decido di andare verso quel rumore assordante e appena vedo la scena mi si gela il sangue nelle vene. Vedo tutto rosso dalla rabbia.
Non ricordo come cominciò, ma so che ho le nocche delle mani insanguinate e lo sguardo di fuoco contro quel bastardo sotto di me.

Our skinny loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora