Jeff si immerse in acqua e andò sotto la moto, dove riemerse per respirare ma anche per nascondersi.
I poliziotti in gommone arrivarono sul posto in poco tempo.
- Che ci fa una moto d'acqua qui? - domandò uno di loro.
- Qualcuno l'avrà persa. - rispose un altro.
- Ma è capovolta. Non è possibile. - ribattè, però, un altro ancora.
- Solo io ho visto che prima c'era qualcuno sopra? - chise infine l'ultimo agente.
I primi tre lo guardarono stranito.
- Davvero? - domandarono in coro. L'agente annuì.
- Alziamo 'sto coso e riportiamolo al molo, poi si vedrà. - disse il primo poliziotto.
Tutti loro li alzarono e non poterono crederci che avevano trovato niente di meno che Jeff the killer, l'assassino più ricercato in California e in gran parte degli Stati Uniti.
- Ahm... salve? He he heee... - ridacchió nervoso, sapendo ormai che era la sua fine.
- MANI IN ALTO! - gridò uno di loro mentre gli altri agenti lo presero per il cappuccio o per le spalle, buttandolo sul gommone. Il poliziotto gli stava puntando una pistola contro.
Jeff si arrese: sarebbe morto se si fosse ribellato.
Si fece ammanettare senza aprir bocca e fatto inginocchiare.
- Andiamo, su. - ordinò un altro, legando al gommone anche la moto d'acqua e facendo ripartire l'imbarcazione.
"Ho fallito, Psicho. Ora mi uccideranno e anche tu verrai giustiziata...
È solo colpa mia... " il corvino teneva lo sguardo basso, perdendo ogni speranza o gioia. Aveva un'espressione triste.
- Psh, non posso crederci che un ragazzino abbia ammazzato tutta qualla povera gente! - commentò infuriato uno di loro.
- Già, è impensabile che un giovane si voglia rovinare la vita così. - ribattè un altro.
- ...dovevano... morire... - sussurró il killer, apatico e privo di vitalità.
- Che hai detto? - un poliziotto gli alzò il capo, prendendolo per i capelli.
Si traumatizzò nel vedere il ghigno di collera del giovane, abbinato al resto del quadro.
- Ho detto che dovevano morire. Erano inutili alla società. - ringhió egli, digrignando i denti come una belva: proprio come faceva Psicho quando si incattiviva.
- Qui l'inutile alla società sei tu, ragazzino! - l'agente lo rigettó in ginocchio fortemente.
- Stupidi... - ringhió animalesco, perdendo sempre più la lucidità.
L'agente lo voleva picchiare, ma fu trattenuto.
- Non facciamo azioni affrettate.- lo calmó infine il suo collega.
Dopo un'ora, Jeff si ritrovò nel penitenziario. Era seduto e trattenuto da diversi poliziotti e stava davanti al direttore.
Quest'ultimo teneva le dita incrociate e lo studiava attentamente.
Nel mentre, il ragazzo osservava l'ufficio: era di color marroncino ed era ricolmo di mobili in mogano e di riconoscimenti. Non particolarmente interessante e soprattutto... non c'era nessun oggetto affilato che gli potesse tornar utile: gli avevano sequestrato il coltello.
- Jeffrey Alan Woods... sai che verrai condannato alla pena di morte senza neanche andar sotto processo? - gli domandò calmo il direttore.
Il diretto interessato si voltò ad osservarlo, con lo sguardo privo di ogni vita. Annuì.
- E sai quale pena di morte ti aspetta? - continuò a domandargli.
Il corvino scosse la testa.
- Allora... puoi scegliere tra queste tre: sedia elettrica, iniezione mortale o... - allo stesso direttore faceva orrore pronunciare l'ultima pena.
- O? - chiese Jeff, fissandolo in modo inquietante.
- O... divorato? -.
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Return Of Two Killers
FanfictionJeffry Woods, creduto morto a causa del fratello maggiore Liu, viene recuperato da una strana e inquietante ragazza di qualche anno più piccola a lui: la somiglianza tra i due è a dir poco traumatizzante. Riuscendo a scamparle, si metterà in viaggio...