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- Guarda guarda... un ragazzino. Che ci fa un tipetto come te in un posto come questo? Questo non è certo un parco giochi. - gli disse il carcerato, chinadosi alla sua altezza e guardandolo negli occhi.
- Infatti non dovevo finire qui. Mi hanno solo trovato... ma evaderó tra non molto. - gli rispose con orgoglio e sicurezza Jeff, mettendosi le mani ai fianchi, visto che lo avevano smanettato.
- E cosa te lo fa credere questo, sgorbietto? - rise in modo beffardo, tirando una guancia al ragazzo, credendo che fosse trucco di scena quello che indossasse.
Ma si inorridí nello scoprire che quelle ferite alle guance erano reali, così come la sua pelle bianca e dura e i suoi occhi dalle palpebre bruciate.
- Cosa? Hai visto un fantasma? - gli domandò il giovane, sogghignando.
L'uomo non si azzardava a fiatare.
- Bhe, ti dico solo che non mi devi rompere le scatole, va bene? - lo guardò con uno sguardo maniaco, con le iridi azzure che divenivano più piccole e il sorriso sempre più ampio.
Il carcerato corse sotto il suo lettino, anche se a stento riusciva a nascondersi.
- Hehe, molto bene. Ha capito.- se la ridacchió il giovane assassino, mettendosi in un angolo indisturbato della cella. Per fortuna che la condivideva solo con quell'uomo.
"Però, che strano... perché si è messo paura di me? Sono così bello, io~ " pensò il narcisista egocentrico che era.
Si sedette a gambe incrociate sul pavimento d'asfalto.
Prese a tremare per il freddo, ma non voleva farsi violentare da dietro mentre era steso o addormentato.
- Gh... mi manca tanto... - mormorò triste ed infreddolito Jeff, incrociando anche le braccia e guardando il pavimento della cella.
- Uhm? Chi ti manca...? - l'uomo uscì da sotto il letto e si avvicinò lentamente al quindicenne.
- Una mia... amica. - il corvino alzò lo sguardo verso il carcerato: era malinconico.
- Heh, mi hai fatto ricordare un mio amico di cella... eravamo molto amici. Ma poi l'hanno giustiziato mentre io... bhe... aspetto da anni la mia sentenza.
Credo che si siano dimenticati di me, in realtà... - gli raccontò il galeotto, andandosi a sedere accanto a lui.
- Comunque, mi ricordo bene che... era bello sapere che qualcuno ti proteggesse e stesse sempre dalla tua parte. - disse l'uomo con voce nostalgica.
- Già... e io la rivedrò domani. -.
L'altro lo guardò curioso.
- Mhm, perché? -
- Bhe... la mia amica è la creatura di cui tutti parlano...
È lei la mia pena di morte. - disse solenne ma con un lieve sorriso il ragazzo.
- Intendi dire il Demone Animalesco? - domandò con leggero timore.
- Esattamente. Proprio lei, che in realtà si chiama Psicho. - gli spiegò, sempre sorridendo un pochetto.
- Oh, e sei certo che non ti mangerà come ha mangiato tutte quelle guardie? -
- Mhm, quali guardie? -.
L'uomo fece un respiro profondo e si mise comodo.
- È una lunga storia, ma credo che tu abbia tutto il tempo per ascoltarla. - gli disse il carcerato.
Jeff annuì, incuriosito e voglioso di sapere.
- Bene, preparati perché potrebbe disturbarti. - lo avvisó il galeotto.
- Va' pure, sono curioso di sentirti. -.

Return Of Two KillersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora