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- Piacere, Psicho... ma puoi anche chiamarmi Sophia. - ci tenne a dirlo.
- Heh, bhe... volete qualcosa da mangiare? Qualcosa in generale?
Fate come se steste a casa vostra. - li accolse per bene Joey.
- Hehe, gradirei qualcosa da mangiare... per favore. - chiese leggermente imbarazzato Jeff.
- Bene, e tu Psicho? -.
L'altra scosse la testa, stando zitta e muta.
- Mhm... aspetta. - il moro andò velocemente in camera della sorella per poi tornare con un completo.
Era il completo che indossava sempre Psicho!
- L'ho comprato ieri, ma a mia sorella non va... lo dovevo cambiare domani, ma lo puoi prendere tu senza problemi. Credo che ti debba andare. - il ragazzo le diede i vestiti. Aveva capito che la castana era a disagio perché era praticamente mezza nuda davanti ad uno sconosciuto.
- Grazie.- ringraziò a bassa voce la giovane.
Joey le indicò dove fosse il bagno e la cucina per poi andare in cucina con il quindicenne.
Il più grande si mise ai fornelli per preparargli qualcosa mentre l'altro si sedette a tavola, guardandolo e incrociando le braccia.
- Dimmi... come ci sei riuscito? Insomma, il TG ha detto che eri stato arrestato. - iniziò Joey la conversazione, preparando delle uova stracciate.
- Heh, tutta questione di fortuna: sì, mi avevano arrestato... maaaa la mia pena era esser mangiato da Psicho. Mi hanno portata da lei, abbiamo fatto bordello e eccoci qua.
Bell'Odissea, eh?- raccontò il corvino con orgoglio.
- Wow, siete stati grandi! Ora, tutta l'America vi crede morti... è un bene, no? - girò le uova nella padella e prese del succo d'arancia dal frigo per versargliene un bicchiere.
- Credo di sì. Almeno ora non ci dobbiamo preoccupare della polizia per un po'. - gli rispose il corvino.
Joey gli mise davanti il piatto di uova strapazzate e il bicchiere di succo.
- Ecco qui. - si sedette davanti all'amico.
- Grazie... mhm. Tua sorella... Sasha, giusto? Dov'è? - gli chiese curioso mentre iniziava a fare colazione, anche se erano le 12.
- È a scuola, ma dovrebbe già esser finita... starà facendo tardi.- lo informò.
Si sentì la porta aprire e un suono di chiavi riecheggiare per il corridoio.
- Sono a ca- - la voce femminile si zittí.
- Sasha? - il fratello maggiore si allarmó e, insieme al killer, andò velocemente da lei.
Era rimasta immobile davanti alla figura tranquilla di Psicho che la guardava.
I due giovani erano a qualche metro dalle due ragazze, non sapendo che fare in quella situazione.
- Ciao, Sasha. Come stai? - le domandò con gentilezza la creatura, avanzando verso di lei.
- T-tu sei... oddio... - la ragazza dai capelli lunghi e boccolati, piuttosto simile al fratello, portò sbalordita le mani alla bocca.
- Sasha... non preoccuparti! Sono nostri amici. - la rassicuró il fratellone.
- Infatti, non c'è nulla da temere. - continuò Jeff, facendo un piccolo saluto con la mano.
Sasha non sembrava intimorita, ma solo stupita.
- Non ci posso credere...! - corse ad abbracciare la giovane assassina, iniziando a piangere e a singhiozzare. Aveva un paio d'anni in meno rispetto a lei.
- Heh, magari ci ringraziassero così tutti gli altri... - sospirò ella, azzarezzando la testa dell'umana con dolcezza.
- Non ci sono dubbi: siamo amici.-.

Return Of Two KillersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora