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Jeff, anche se stremato per le botte ricevute, sorrise soddisfatto.
- Bene... andrà tutto secondo... i piani... - balbettó a stento, buttandosi sul lettino e si coprì gli occhi col braccio, mettendolo a mo' di panno caldo.
"Domani ti rivedrò, Psicho. Finalmente ci rivedremo!". Svenne per il dolore fisico, che però non provava. Dormì serenamente.
Era l'alba e i due carcerati stavano venendo scortati nel luogo segreto in cui sarebbero dovuti esser giustiziati.
Stavano camminando per un lungo corridoio grigio e metallico, trascinati da delle guardie vestite in bianco: erano davvero buffi come poliziotti.
"Perché sono vestiti così?" si domandò il ragazzo, osservandoli con estrema attenzione: sembrava che lavorassero con delle sostanze tossiche o con creature aliene.
Ad ogni porta che vedeva, c'era il simbolo dei rifiuti tossici-radioattivi. Le porte erano etichettate le iniziali "SCP" seguite poi da un numero.
Tutto quello scenario pareva surreale, come se fossero in un qualche filmato di fantascienza.
I due non si azzardavano a parlare e neanche gli uomini che li stavano conducendo dalla ragazza sovrannaturale parlavano.
Si sentivano annunci strani ai megafoni come "SCP-065 sarà condotto nella Reparto Test. Che il personale del reparto vada ad assistere il personale del Reparto Test." o cose del genere.
Gli uomini in bianco si fermarono davanti ad una porta di vetro che si apriva ad una camera di quarantena per poi portare ad un'altra porta di metallo massiccio.
Uno di loro tirò giù una leva e altri spinsero nella cella di vetro i due assassini per poi rinchiuderli.
- Credo ci sia Psicho dall'altra parte. - ipotizzò il corvino.
- Lo penso altrettanto. Bhe, prepariamoci al peggio. - si raccomandó l'uomo.
- Sta' tranquillo. Psicho non ci farà del male, specialmente se ha già mangiato. - lo rassicuró Jeff.
Entrambi erano ammanettati.
Ma un fumo verde li avvolse, sciogliendo le manette e quindi liberandoli.
L'altra porta di vetro si aprì e loro furono forzati ad uscire. Si ritrovarono davanti alla grande porta che teneva catturata e in chissà quali condizioni la povera creatura.
- Bene. Tra poco vedrai com'è la mia amica Psicho.
Non impressionarti né spaventarti, le da fastidio. Sii del tutto calmo e pacato, magari anche amichevole e simpatico, lo preferisce. - lo avvisó il giovane.
- Certo, non preoccuparti. - gli rispose Jack.
- La porta di SCP-025 si aprirà in 3... 2...1... apertura della porta. Che il personale stia attento. - comunicò la voce dal megafono.
La porta di titanio si aprì come una serranda, lasciando scorgere un'ampia stanza dal pavimento bianco e dalle pareti d'un chiaro grigio.
Al suo interno, in un angolo, c'era la ragazza, seduta per terra e completamente immobile.
Il corvino afferrò per il polso il compagno di galera e lo fece entrare. Appena entrarono, la porta si chiuse immediatamente.
- Quindi è lei il Demone Animalesco? - domandò il galeotto, stupito dall'apparente fragilità della castana.
Jeff gli annuì. Decise poi di avvicinarsi a lei a passi lenti, avendo capito che l'amica non stesse nelle migliori delle condizioni.
- Psicho... Sophia... sono io... Jeff. - le mormorò con dolcezza, inginocchiandosi davanti a lei.
La ragazza annusó l'aria in uno scatto fulmineo, per poi alzare lo sguardo per incontrare gli occhi del caro amico.
I suoi occhi erano rossi... come le rose quando appassiscono.

Return Of Two KillersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora