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Psicho si alzò dal ragazzo, alzandosi in piedi.
- Allora? Devi mangiare sì o no? - lo tirò per il cappuccio con un tentacolo.
- Uh? A sì! Ahm... anzi... shiiiiiii. - fece gli occhioni, attaccandosi alla canotta della ragazza.
Ella lo prese in braccio a mo' di sposa, ridacchiando.
- Verso la colazione e oltre!!! -.
Si teletrasportarono in una città che Jeff non riconoscette a prima vista.
Erano su di un albero con tantissimi rami, nascosti dalle foglie.
- Bene, e ora? - domandò il corvino, scendendo l'albero a stento e alla fine atterrando col sedere per terra.
- Io cerco di non farmi male~ - si materializzó accanto a lui e lo fece alzare.
- E poi andiamo da qualche parte e da qualcuno che sia disposto ad aiutarti. - fece un piccolo sorriso.
Il giovane si ricordò dell'amico Joey.
- Psicho, dove ci troviamo? - le domandò.
- Los Angeles, caro. È il primo luogo che mi è saltato in mente. - gli spiegò.
- GRANDE! Mhm... dov'era lui... ah sì! Sai dove si trova la 45esima strada? - le chiese, già aggrappandosi al suo braccio per il teletrasporto.
- Mhm... mi ricordo che lì c'era una chiesa: l'avevo vista dal furgone della polizia...
Comunque, sì. Perché? -
- Vorrei andar a trovare un amico che mi ha aiutato. Magari ti potresti ricordare della sua sorellina... hehe. - ridacchió contento.
Senza dir nulla, la giovane li materializzó proprio accanto alla chiesa, in un vicolo tra quest'ultima e un palazzo.
- Guidami, su su! - lo spinse da dietro le spalle. Era stranamente impaziente e spesso arricciava il naso: secondo il giovane, ella aveva riconosciuto l'odore di Sasha.
- Ok ok, calma! - la zittí, alzando il cappuccio e nascondendosi coi capelli.
La creatura si limitò a socchiudere gli occhi per non mostrarli e nascondere le unghie nella felpa bianca dell'altro.
I due, senza farsi notare e senza che la luce del Sole li infastidisse, andarono davanti al palazzo.
Il corvino cercò col dito i vari cognomi, finché non lesse "Wills".
Sogghignó soddisfatto, premendo il pulsante accanto al cognome.
- Sì? - era Joey al citofono.
- Heeeey~
Guarda guarda, alla fine ci sono riuscito. - scherzó il ragazzo.
- ... secondo piano, la porta aperta. - attaccò subito, sorpeso e leggermente spaventato.
- Hehe, non se lo aspettava. Andiamo. - il killer tirò per il polso l'amica, senza farle del male.
Salirono in silenzio i due piani per poi trovare anche la porta dell'appartamento.
Il corvino bussó con la mano sulla soglia di ferro.
- Permesso? Noi entriamo. - entrambi entrarono nell'ingresso.
Psicho chiuse la porta dietro di sé, lasciando il giovane assassino e riaprendo per bene gli occhioni rossi.
- Sono nel salotto, amico! - gli rispose ad alta voce il ragazzo.
La castana stava vicinissima all'amico: qualcosa sembrava turbarla. Probabilmente era l'odore sbiadito della ragazza che non era in casa, in quel momento.
- Bhe, eccoci qui. Passato qualche tempo, eh? - Jeff entrò nella stanza, salutando il giovane con la mano.
- Oh sì, sono passate un sacco di ore dall'ultima volta!- scherzó il moro.
Si alzò dalla poltrona dove stava leggendo un libro per salutare con una stretta di mano l'amico.
- Hehe, hai ragione.
Oh, lei è la mia migliore amica: Joey lei è Psicho, Psicho lui è Joey. - li fece presentare con un sorriso.
- Ciao, Psicho. Sono felice che tu stia bene... più o meno. - le porse la mano, vedendo comunque che la creatura non stava benissimo.
Ella gliela strinse con un sorrisetto.

Return Of Two KillersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora