Lucius Malfoy, avevo visto una sua foto sulla Gazzetta del Profeta, era uno dei mangiamorte che erano stati rinchiusi ad Azkaban.
Camminò verso di me con la bacchetta alzata, mentre io cercavo con lo sguardo la mia.
Si fermò a circa un metro da me, mi puntò la bacchetta alla gola e fece un ghigno maligno.
-Cercavi questa?
Tirò fuori da sotto la toga nera la mia bacchetta, io cercai di afferarla, ma lui fu più veloce.
-Dimmi dove si nasconde mio figlio e forse...forse, te la ridarò.
Lo guardai sprezzante con aria di sfida.
-Mai.
Lui sorrise.
-Fai la ragazzina coraggiosa...
Fissò lo sguardo su Blaise sdraiato a letto e assunse un'aria delusa.
-Oh...è sopravvissuto.
-Sei stato tu?
Lo guardai con uno sguardo carico d'odio, se avessi avuto la mia bacchetta avrei sicuramente la maledizione Cruciatus.
Ma all'improvviso successe qualcosa,lo guardai intensamente e il mio desiderio di farlo soffrire sembrò avverarsi, lui iniziò a contorcersi urlando, cadendo con la schiena a terra.
Scossi il capo e lui si accasciò a terra ansimando.
-C-come...come hai fatto?
Io non capivo...cos'avevo fatto? Come lo avevo fatto? Ero stata io?
Mi guardai intorno, non c'era nessuno a parte noi tre.
-E...ridammi la mia bacchetta!
Approfittai della sua momentanea debolezza e gli sfilai la bacchetta dalla tasca, ma mentre mi alzavo lui mi afferrò i capelli e li tirò così forte da farmi cadere a terra, mi misi a sedere massaggiandomi la testa, ma quando alzai lo sguardo lui era sopra di me, inpiedi, con la bacchetta puntata contro la mia testa.
-STUPEFICIUM!
Lucius fu sbalzato in aria e io non ebbi nemmeno il tempo di capire cosa succedeva, qualcuno mi strinse il polso poi mi sentii trascinare all'indietro e mi ritrovai seduta, immersa fino all'ombellico, nell'acqua fangosa di uno stagno in mezzo ad un immenso campo di grano, Draco era impiedi e trascinava Blaise, ancora molto debole, fuori dall'acqua.
Uscii, cercando inutilmente di ripulirmi i pantaloni dal fango, dallo stagno e mi alzai in punta di piedi, ma le spighe dorate erano più alte di me.
Trasalii quando Draco, senza dire niente, mi sollevò improvvisamente da terra prendendomi per vita.
-Vedi qualcosa?
Chese tranquillo, mi guardai intorno e notai una strana casa.
-Ehm...sì c'è una casa un po' storta di là.
Indicai la casa con il dito e lui mi riappoggiò delicatamente a terra.
-Andiamo...
Aiutammo Blaise ad alzarsi e ci dirigemmo, tenendolo inpiedi uno per un braccio e una per l'altro, verso la casa.
Quando uscimmo dal campo notai un cartello su cui c'era scritto "La tana".
Ci avvicinammo e io bussai alla porta.
Spalancai gli occhi alla vista di chi aprì la porta, era George Weasley, il fratello maggiore di Ron.
Il suo sguardo guizzò da Blaise a Draco, poi di nuovo a Blaise ed infine a me
-Hellen?
-Ehm...sì, possiamo entrare? Ti spiego tutto.
Lui si spostò di lato e ci fece cenno di entrare.
La casa all'interno era molto particolare, ed era la più bella che avessi mai visto.
C'erano piatti che si lavavano da soli, maglioni che si cucivano da soli, cucchiaini che giravano il caffe da soli e un orologio con scritti i nomi di Ron, Ginny, George, Fred, Percy, Bill, Charlie, il signore e la signora Weasley, sulle lancette, che anzi che segnare le ore, puntavano su frasi come...a scuola, al lavoro, in viaggio, a casa, in pericolo di vita.
Aiutammo Blaise a sedersi su una sedia e George gli porse un bicchiere d'acqua.
-Cosa ci fa qui Malfoy?
Chiese aspro, mentre metteva l'acqua per il tè a bollire.
-Lui...probabilmente mi ha salvato la vita.
Lo guardai seria e lui incrociò le braccia e mi lanciò un'occhitaccia.
-Ok...senza probabilmente.
Scoppiammo tutti in una risata serena, dimenticando per un attimo i problemi e le preoccupazioni.
-HELLEN!
Sobbalzai mentre Molly Weasley mi abbracciava, poi mi prese il viso tra le mani.
-Stai bene cara? Cosa è successo? E Harry? Harry sta bene? Come mai siete qui? Vuoi del succo di zucca? Oh su prendi del succo di zucca.
Mi riempì come al solito di domande mentre mi porgeva un bicchiere pieno di succo ghiacciato.
-Mio padre.
Mormoró all'improvviso Draco, facendo calare il silenzio.
