Ero, come al solito del resto, da sola nell'ufficio di Silente, lui era sempre impegnatissimo e rimaneva nel suo ufficio circa tre ore al giorno, ma io approfittavo dei momenti di solitudine per curiosare un po' in giro.
Avevo imparato tantissime cose in quel posto, passando così tanto tempo da sola nell'ufficio del più grande mago al mondo ero diventata una brava strega.
D'altronde essendo costretta a restare chiusa lì ventiquattro ore su ventiquattro non potevo far altro che leggere libri di magia e, a volte, mi rifugiarmi nel pensatoio per rivedere i ricordi di Silente, in cui erano presenti alcuni incantesimi molto utili e, allo stesso tempo, difficili da eseguire.
Li provavo e riprovavo, a volte rompevo qualche vetro...ma avevo un incantesimo anche per quello.
Molte volte prendevo pile di libri, li portavo nella mia piccola camera e provavo gli incantesimi lì, per non sentire le lamentele dei ritratti dei precedenti presidi che tapezzavano le pareti dell'ufficio, non facevano altro che dormire tutto il giorno e se venivano svegliati iniziavano a sbraitare, solo in presenza del Preside diventavano improvvisamente educati e si facevano delle lunghe chiaccherate.
Mentre frugavo tra i ricordi di Silente, sentii la porta aprirsi alle mie spalle e presa dal panico pronunciai una delle tante formule che avevo imparato in quell'ufficio "Disilludo!" mi mimetizzai subito con l'ambiente intorno a me, Silente mi aveva sempre raccomandato di non farmi vedere da nessuno.
-Hellen?
Al sentire quella voce una metà di me si tranquillizzò, l'altra metà fu schiacciata da un terribile pensiero che mi tormentava da settimane, avevo sentito Silente mentre parlava con Piton: da qualche tempo la mano destra del Professor Silente era secca e annerita, sembrava morta...bruciata.
Piton aveva detto che non gli restava più di un anno di vita e un brivido aveva percorso la mia schiena all'improvviso.
Avevano parlato di un certo Draco Malfoy, dicevano che gli era stato affidato da Voldemort, il compito di uccidere Silente. Così quest'ultimo aveva chiesto a Piton di farlo al posto del ragazzo, un gesto così generoso da fare tenerezza. Avrebbe sacrificato la sua stessa vita per non rovinare quella di un ragazzino.
Annullai l'incantesimo e salutai Piton con un grande sorriso.
Lui, al contrario di quanto si diceva, era una brava persona. Poteva sembrare che avesse un cuore di ghiaccio, era anche parecchio misterioso e cupo, ma senza ombra di dubbio era la persona di cui mi fidavo di più, dopo Silente.
Mi diceva sempre che gli ricordavo mia mamma. Anche a me sarebbe piaciuto ricordarla, non molto ma almeno un particolare, il sorriso, gli occhi, il naso ma invece niente, non mi era rimasto niente, a parte la somiglianza con lei.
Lui mi osservò con la bocca leggermente spalancata, aveva gli occhi spenti e la fronte sudata, e questo aumentò ancora di più il mio pessimo presentimento.
-Cos'hai?
Gli chiesi con la voce tremante, carica di tensione.
Lui mi guardò con gli occhi, più neri che mai, spalancati, come se fosse spaventato.
-So che sai tutto, e sai anche quello che sto per fare...mi dispiace. Stanno arrivando.