CAPITOLO 33

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Mi avvicinai a lui velocemente.
Sentii l'eco di passi lenti e pesanti, e mi guardai intorno per capire da dove e da chi provenivano.
Non ci misi tanto a capirlo, forse lo sapevo già prima di vederlo, Lucius, ovviamente.
Come potevamo essere stati così stupidi?
La bambola...uno stupido trucco, era una passaporta.
E noi ci eravamo cascati in pieno.
Si rivolse a Draco con un ghigno.
-Figlio mio...ci rivediamo.
Che ne dici di consegnarmi la ragazza? È semplice, tu me la consegni, e io ti risparmio la vita.
Forza, aiuta il tuo vecchio a fare giustizia!
  Draco alzò un sopracciglio puntandogli la bacchetta contro.
-Credi davvero di riuscire a convincermi? Ti credevo più furbo...eh sì, sei proprio invecchiato.
  Il volto di Lucius fu deformato dalla rabbia ed estrasse la bacchetta.
Io rimanevo lì, ferma dietro a Draco, guardavo la scena con la bacchetta stretta in mano senza sapere cosa fare.
-AVADA KEDAVRA!
  Spalancai gli occhi spaventata ma Draco deviò l'incantesimo con prontezza.
Dalla bacchetta di Lucius uscirono una serie di bagliori verdi che si spensero contro quella di Draco.
Lucius fece una smorfia e improvvisamente scomparve con un sonoro pop, Draco si rilassò. Era scappato.
Poi sentii un altro pop dietro di me e mi voltai di scatto, per un attimo il mondo intorno a me andò al rallentatore, vidi il ghigno sul volto di Lucius e il pugnale, che aveva appena lanciato, scagliarsi in direzione di Draco che si stava ancora voltando.
Non sarebbe riuscito a schivarlo, non ne avrebbe avuto il tempo lo sapevo.
Allora non esitai, mi parai davanti a lui e la lama penetrò nella mia carne, appena sopra al grosso rigonfiamento del mio ventre che ospitava la piccola creatura che sarebbe nata di lì a pochi giorni.
Avrei voluto urlare per il dolore, ma la voce mi si soffocò in gola e ne uscì solo un gemito soffocato, caddi a terra sbattendo la testa ed estrassi il pugnale con mani tremanti. Cercai di mettere a fuoco la stanza intorno a me, ma la mia vista era annebbiata, sembrava che fosse calata una densa nebbia grigia.
Riuscii a scorgere un bagliore rosso e un corpo che veniva sbalzato in aria e ricadeva pesamtemente con un tonfo sordo, poi delle grosse corde argentee che si attorcigliarono intorno ad esso e si strinsero fino ad immobilizzarlo.
Sentii poi le braccia di Draco sollevarmi da terra e la familiare sensazione di essere risucchiata in un tubo molto stretto.
Ci materializzammo probabilmente davanti al cancello di Hogwarts, ma non lo so di preciso perchè tenevo gli occhi chiusi.
-Hellen! Hellen tieni gli occhi aperti per favore! Non addormentarti!
-Draco...promettimi una cosa.
Stava correndo e a ogni passo sentivo una fitta dolorosa al petto.
-Sì...sì, cosa?
Chiese con il fiatone e la voce tremante.
-Qualunque cosa succeda...non devi sentirti in colpa...promettilo.
Sentivo che c'era qualcosa che non andava dentro di me, sentivo il mio corpo più leggero e i sensi che se ne andavano lentamente.
-Non ce n'è bisogno, non succederà niente, andrà tutto bene.
-Promettilo.
-Lo prometto.
Mi appoggiò su una superfice soffice e calda, sentivo la sua voce sempre più lontana, fino a non sentirla più.
Improvvisamente sentii tutte le forze ritornarmi e il dolore sparì completamente.
Aprii gli occhi.
Non c'era nessuno, ero in una stanza completamente bianca, molto simile all'infermeria di Hogwarts.
Mi alzai dal letto, mi sentivo incredibilmente leggera.
Mi guardai il ventre, il grosso rigonfiamento che mostrava la mia gravidanza era sparito.
Sentii un peso sullo stomaco, forse era stato tutto un sogno?
Sentii dei passi alla mia destra e mi voltai.
Strabuzzai gli occhi incredula, era Silente, mi guardava serio e con una nota di tristezza nello sguardo.
-Professor Silente! Dove...dove...
Mi ammutolii appena capii dove effettivamente mi trovavo, lui annuì con un accenno di sorriso sulle labbra, contento che ci fossi arrivata da sola.
-Hellen...
La sua voce profonda mi arrivò fino al cuore, quanto mi era mancata.
-Non puoi più tornare indietro.

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