CAPITOLO 16

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Mi si stagliò davanti la figura di un ragazzo alto e magro, vestito di nero.
Capii subito chi era e, anche se un po' titubante lo lasciai entrare.
-Cosa ci fai qui?
Sussurrai squadrandolo.
Era sudato, aveva i capelli arruffati e tremava, guadrandosi continuamente alle spalle nonostante avessi già chiuso l'ingresso segreto.
-Se scoprono che ti ho fatto entrare come minimo si alleneranno con la maledizione cruciatus su di me per tutto l'anno!
Continuai sempre sussurrando, o meglio, urlando sottovoce.
Lui continuava a guardarsi intorno spaventato.
-Non sarei dovuto venire qui. Ti...ti metterò in pericolo. Io...d-devo andarmene.
-No aspetta! Cosa é successo? Perché stai scappando?
Lui sospiró asciugandosi il sudore dalla fronte e appoggiò le spalle al muro.
-Aspetta.
Gli sussurrai facendo cenno con la mano di non muoversi, presi il mio bicchiere ,ancora mezzo pieno di burrobirra e glielo offrii.
Lui lo prese e la finì tutta in un sorso.
-Ne vuoi ancora?
Fece cenno di no con il capo e abbandonò la testa contro la parete con gli occhi chiusi.
Lo fissai per qualche secondo poi aiutandolo lo feci sedere sulla poltrona sulla quale poco prima ero seduta io, che mi accomodai a terra davanti a lui, con le gambe incrociate.
Lui mi squadrò con sguardo stanco e solo allora mi ricordai di essere in pigiama e arrossii.
Mi schiarii la voce in imbarazzo
-Allora...puoi dirmi cosa succede?
Lui parve uscire da una specie di trans, scuotendo la testa.
-C-cosa?
-Perchè stai scappando? che cosa succede?
Ripetei un po' seccata.
Abbassò lo sguardo torturandosi le mani.
-Sono venuti a prendermi, mi stanno cercando.
I suoi occhi divennero lucidi e io sbarrai i miei, era lui il ragazzo che cercavano.
Perchè? Perchè li aveva traditi, certo.
Si era schierato contro di loro quella sera.
Erano venuti a vendicarsi.
-Non dovrei essere qui...se mi trovano...
Fece una pausa inghiottendo la saliva, come se dovesse mandare giù un groppo in gola.
-Se mi trovano...prenderanno anche te.
Si mise le mani nei capelli biondi e si alzò di scatto.
Fece per andarsene ma, non so perchè, lo fermai.
-No aspetta, la fuori sarai ancora più vulnerabile. Aspettami qui.
Salii di corsa le scale a chiocciola ed entrai silenziosamente nella mia stanza dove Hermione dormiva beatamente.
Aprii il mio baule cercando di non fare rumore e dal fondo tirai fuori il mantello dell'invisibilità (me lo aveva dato Harry l'ultimo giorno prima dell'inizio della scuola)mi bloccai quando Hermione si rigirò nel latto sbadigliando.
Poi richiusi piano il baule e tornai nella Sala Comune.
Draco era impiedi e fissava il fuoco nel camino.
Io mi avvicinai a lui e gli porsi il mantello.
-Mettiti in un angolino con questo addosso e non muoverti.
-Agli ordini...
Alzò gli occhi al cielo e si nascose sotto il mantello.
Mi buttai su una poltrona di fianco a dove Draco si era nascosto e sosporai.
Mi girai verso l'angolo apparentemente vuoto e vidi la sua testa spuntare dal mantello.
La guardai divertita sospesa a mezzaria mentre lui mi fissava la fronte.
Mi tastai il punto dove lui teneva fisso lo sguardo con le dita.
-Cos'ho?
-Eh? No niente, guardavo...dove hai la cicatrice.
-Ah!
Dissi sorridendo e, sporgendomi verso di lui, scoprii la spalla destra dalla manica del pigiama mostrandogli la cicatrice a forma di saetta.
Un rumore di passi mi fece sobbalzare e Draco sparì sotto il mantello.
-È il mio turno...vai a dormire.
Era la voce assonnata di Hermione.
-Ehm d'accordo ci...ci vediamo dopo...
Poi alzai un po' il tono di voce
-Nella mia stanza.
Hermione mi guardò interrogativa ma troppo stanca per cogliere il "messaggio subliminare" diretto a una terza persona presente nella sala.


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