Un mese. È passato un mese da quando io e Kiko ci siamo allontanati da Etsu, un mese da quando viviamo insieme, felici, solo noi due e il nostro amore che ci lega.
Ho pensato per molto tempo che questa era la nostra fine, quel finale magico che passavo insieme a lei. Sorridevo al pensiero che questa poteva essere la nostra vera fine, mi sembrava coso perfetto, cosi impossibilmente bello. Ma non era cosi. Il destino aveva deciso che la nostra fine sarebbe arrivata più tardi per poterci distruggere.
***
"Kiko, rispondi tu!" urlai facendo arrivare la mia voce in tutta la casa.
"Kiko!" dissi un'altra volta vedendo che il telefono insisteva rendendomi nervoso al massimo.
"Sono in bagno, Ji, che cavolo!" sentì la sua voce alla fine.
Girai gli occhi all'indietro più drammaticamente possibile e andai a rispondere.
"Ji?" sentì una voce pesante e molto famigliare.
"Kenta?" chiesi sorpreso.
Ho i miei motivi se non lo chiamo "padre", non giudicatemi.
"Ji, ascolta. Sto venendo da voi. Devi scoprire una cosa." sospirò.
"Sai che puoi dirmelo al telefono." lo informai sarcastico.
"No, non posso. C'entra con Kiko. Ascolta, è molto importante. Voglio solo che mi prometti che qualsiasi cosa succederà, tu la salverai."
"Uhm...Kiko non tornerà più da suo padre, stai calmo."
"Solo promettilo."
"Ok, ok. Prometto."
Mi chiuse il telefono in faccia, come se il suo unico scopo nella vita era appena stato raggiunto.
Quando Kiko uscii dal bagno ero molto nervoso. Continuavo a guardare l'orologio e niente: mio padre non si faceva vedere. Erano passate ore da quando mi aveva chiamato. Ero sempre più nervoso, avevo l'impressione che avrei distrutto tutto quello che si trovava in quella casa se non entrava una cazzo di volta da quella cazzo di porta maledetta.
"Ji, sai che a me puoi dire qualsiasi cosa?" Kiko mi guardò neglio occhi con il suo modo assolutamente innocente.
"Lo so."
"Allora perché non lo fai?"
Non ho più risposto. Preferivo fissare l'orologio e fare finta di non sentirla.
"Chi deve venire, Ji? Chi ti ha chiamato? Chi stai aspettando?"
Come risposta Kenta bussò alla porta come un disperato. Non riuscivo ad alzarmi, sentivo che stavo per esplodere. Serrai i denti e cercai di alzarmi ma non ci riuscivo. Ero incollato a quella fottuta poltrona.
Kiko, capendo la mia situazione, corse ad aprire la porta. La guardai con la massima attenzione osservando il suo corpicino che veniva abbracciato da Kenta appena la porta fu aperta.
Mi guardò un po' male e corse verso di me con una borsa nera di pelle in mano.
"Ji...Kiko...Dovete sapere una cosa." disse Kenta.
Kiko chiuse la porta e si avvicino al luogo dove ci trovavamo e andò verso la poltrona dove ero seduto.
"Kenta, hai intenzione di dirci quella diavolo di cosa?" urlai perdendo il controllo.
Chiuse bruscamente gli occhi come per far capire che non trovava una risposta logica a quella domanda. Posò la borsa per terra cercando di guadagnare più tempo.
"Tua madre..." mi guardò pentendosi di ogni parola detta "è stata sposata con il padre di Kiko. Tutto era bello ma poi sono venuto io. Ci siamo innamorati e tua madre lo ha lasciato. Avevano una bambina piccola, che all'inizio, volevamo crescere insieme. Intanto sei apparso anche tu. Ma il padre di Kiko, che era geloso, si è risposato e ha iniziato a bere. Ci ha minacciati molte volte costringendoci a far adottare la bambina. È apparsa anche Kiko e insieme a lei anche l'inferno che ha dovuto sopportare per tanto tempo. Tua mamma si sentiva molto dispiaciuta e mi aveva chiesto di prendermi cura di Kiko e di tua sorella. Sono stato un padre orribile per te e mi dispiace, ma dovevo lavorare molto di più per poter mantenere tre persone. Dopo che la madre di Kiko è stata uccisa, ho pagato Etsu per prendersi cura di lei. Abbiamo dovuto tenervi lontani l'uno dall'altro per non permettere a quel maledetto di trovarvi. Mi sono sposato con Etsu per avvicinarvi e pensavo di prendere anche tua sorella ma ho scoperto che è sposata e che ha una vita meravigliosa. Poteva venire a farci visita quando voleva, infatti è successo qualche giorno fa. Mi ha chiesto di te, Ji. Non sai nemmeno quanto sono stato felice sentendola dire che mi ama, sentendo che mi chiamava "padre"... Mi dispiace tanto, Ji... Io ho cercato solo di farvi vivere bene, ho cercato di farmi amare da voi cosi come vi amo io, ma non ci sono riuscito. Mi pento tanto di questa cosa, ma è troppo tardi..."
Durante tutto il discorso lui ha pianto tantissimo e io e Kiko lo guardavamo sconvolti. Mi sentivo male, un dolore atroce.*continuo a 3 stelline*
Questa è una traduzione
Autrice: Batman102Muratura77
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Il gioco dell'amore |F.F. G-Dragon| BigBang (Finita)
FanfictionKwon Ji Young, un semplice adolescente coreano, ricco, viziato e maleducato, ha come sorellastra Kiko Mizuhara, che gli cambia radicalmente la vita. Arrivano ad amarsi grazie ad un semplice gioco. Il loro amore non ha limite e si aiutano a vicenda i...