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Aveva camminato molto ed era esausta. Provava un senso di rabbia immensa; come aveva potuto disprezzare l'aiuto di quel buon ragazzo!?

Come ho potuto?!

Si diceva tra sé e sé.

Di fianco a lei c'era un giardino, poteva sedersi finalmente. Entrò al suo interno e poté scorgere subito una panchina dietro ad un albero. Mentre camminava si abbassò a prendere un sassolino dopo l'altro, per poi tirarli con rabbia lontano. Sfogava in questo modo il suo rimpianto...

Finalmente raggiunse la panchina e ci si sedette dopo averla pulita con la mano. Appoggiò la schiena e chiuse per un attimo gli occhi. Infilò di nuovo la mano nella tasca dei jeans e afferrò un'altra volta il foglietto che l'aveva sconvolta un po'.

Lo aprì e il suo volto divenne più cupo del solito.

"Giusy, io sono andata un attimo a comprare da mangiare. Torno fra poco!"

Questo é ciò che aveva letto. Un semplice fogliettino dove era scritto il suo nome. Non sapeva chi l'avesse scritto, ne quando, ne dove.

Venne tentata di strapparlo in mille pezzi, ma si trattenne...

Se mi servisse in qualche modo...

In quello stesso momento le passò davanti un bambino sui cinque anni e sua madre.

«É stata lei!»

Disse il bambino indicando la ragazza e guardandola male.

«Ragazzina, é vero che lei ha lanciato un sasso a mio figlio?»

Non riuscì a dire una parola. Ora non si aspettava minimamente quella accusa. É vero che aveva tirato dei sassolini, ma "sassolini", nulla di enorme!

«L'ha colpito in testa! Sa che potrei chiederle anche un rimborso?»

«No. Il rimborso no. Non ho fatto nulla che potesse compromettere la salute di suo figlio!»

«Come si chiama lei?» le chiese in modo autoritario.

«G-giusy...»

«Già...- continuò scocciata e senza alcuna pazienza- il cognome!»

Come se fosse ovvio...

Pensò ironica la ragazza.

Abbassò lo sguardo e non rispose.

«Ti rifiuti di dirmi il tuo cognome?! Guarda che ci sei tu dalla parte del torto.»

«N-non lo so.»

A quel punto quella acida signora scoppiò a ridere di gusto contagiando anche il figlio, il quale sorrise per un attimo.

«Tu credi davvero di potermi ingannare?! Sai chi sono io?» continuò la donna.

A quel punto la ragazza si spazientí di fronte a tanta arroganza e si alzò in piedi decisa.

«A dir la verità no. No so chi siate voi e non mi interessa affatto. Mi chiamo Giusy, punto e basta. Non ricordo nient'altro, vuole ridicolizzarmi per questo?!»

Madre e figlia rimasero come paralizzati.

«Per questa volta lascio correre, m-ma se capiterà di nuovo... Bé, sei avvertita.»

E se ne andò per mano con il figlioletto.

In quello stesso momento si accorse della fame che aveva. Si riposò altri dieci minuti in tranquillità e poi ricominciò a camminare.

Meta bar.





Sconosciuta - #Wattys2016 - Segreti Della NotteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora