Settimo capitolo

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-Sembra che le mie informazioni ti abbiano scossa parecchio- mi disse il cuoco guardandomi con la coda dell'occhio.

-È solo che... -

-Sei circondata da vampiri. Caliba ha un esercito molto numeroso, e se lui gli ordinasse (cosa che ha fatto) di proteggerti lo farebbero fino alla morte. Lo stesso non si può dire di tutti gli altri. -

-Perciò, neanche di te? - chiesi.

Lui rise. - Non devi temermi. Sono uno dei pochi che è qui solo per motivi economici o perché non riesce a stare al passo con il mondo che c'è là fuori. Ma ci sono anche molte persone che sono minacciate. Qualcuno minaccia le loro vite e la loro esistenza. E tu puoi renderli più forti, potenti come nessuno. Tu rappresenti la loro salvezza, per questo non dovresti stare qui. -

-Nessuno di loro sarebbe così stupido da sfidare Caliba. -

-Tu non capisci- mi guardò con intensità - cosa potrebbe fare Caliba contro un vampiro con in corpo il tuo sangue? Probabilmente riuscirebbe comunque a tenergli testa, essendo un Antico, ma non riuscirebbe ad avere la meglio su di lui. -

Troppe informazioni tutte in una volta. Sentivo la rabbia per un tradimento. Caliba, che avrebbe dovuto proteggermi, forse mi stava lasciando nelle mani del nemico.

-Devo andare- mi alzai e uscii di corsa.

Avevo bisogno di prendere un po' d'aria, così mi avvicinai all'ingresso. C'erano due vampiri di fronte all'entrata: uno era la guardia che controllava l'ingresso dall'interno, lo sapevo perché l'avevo visto quando ero arrivata; il secondo invece non l'avevo mai visto, ma sembrava molto giovane. Stavano parlando tra loro, ma quando mi videro si bloccarono.

-Possiamo aiutarti? Ti serve qualcosa? -mi disse la guardia.

-Vorrei uscire- risposi io.

I due si fissarono. - Per quale motivo? -

-Non sono prigioniera del castello. -

La guardia fece un cenno al vampiro più giovane, che aprì la porta. Uscii nell'aria gelida. Il terreno era coperto da un sottile strato di neve. Mentre scendevo le scale, mi accorsi che era in corso una leggera nevicata.

Mi sentii come seguita e appena voltai la testa vidi il vampiro più giovane che mi seguiva a pochi metri di distanza. Mi blocca di colpo. - Cosa c'è? -

-Non puoi uscire da sola. È troppo rischioso. -

-Siamo nella Villa. Non corro pericoli- dissi come se fosse una cosa ovvia. E mi sembrava così.

-Ordini di Caliba. -

Mi sedetti sull'altalena, sentendo su di me lo sguardo fisso dell'altro. Era molto fastidioso e mi stava urtano i nervi.
-Non hai altro da fare? - sbraitai.

-È inutile che fai la coraggiosa. Se fossi in pericolo, non esiteresti un secondo a chiedermi aiuto.-

Era così sfrontato, che mi venne voglia di alzarmi e tirargli un pugno. Probabilmente, se l'avessi fatto, ammesso che fossi riuscita a colpirlo, mi sarei rotta una mano. Faceva parte della guardia di Caliba, quindi doveva essere molto forte.

L'altalena cigolava un poco, mentre andavo su e giù lentamente. Dalla mia posizione riuscivo a scorgere la Torre più vicina, che si stagliava contro il cielo. Dietro di essa, sotto gli alberi, c'era una donna. Aveva lunghissimi capelli che sfioravano il terreno, sporchi e sudaticci . Indossava una maglietta bucata e dei pantaloni troppo lunghi per lei, che finivano sotto la suola di un paio di stivaletti scuciti. Aveva le braccia incrociate sul petto e mi stava guardando , con un'espressione che non mi piaceva per niente. Non sembrava amichevole.

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