Sedicesimo Capitolo

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Il risveglio non fu dei migliori. Mi faceva male un po' ovunque e sembrava che la mia testa stesse per scoppiare, come se un palloncino si stesse gonfiando all'interno e stesse premendo sulla mia scatola cranica. A strapparmi dall'incoscienza furono le urla disumane di Derek. Era appeso per i polsi al soffitto, tramite pesanti catene. Era a torso nudo e qualcuno, chiaramente un vampiro, lo stava colpendo alla schiena con una specie di lungo bastone di legno.
Io invece ero legata ad una sedia e il mio occhio cadde, senza che potessi impedirlo, sulla mia coscia, segnata da un buco coperto di crosta e pus. Distolsi rapidamente lo sguardo.
-Che state facendo? - balbettai - lasciatelo stare! - non riuscivo quasi a parlare, perché mi sentivo la lingua incollata al palato.
-Lui è molto importante per te, vero? - chiese una voce alle mie spalle.
Mi voltai e mi ritrovai di fronte la Vampira che ci aveva attaccati al collegio e che, ora ne ero certa, ci aveva catturati. Io non risposi, ma lei non ci fece caso. - È un onore per me conoscerti. Ho sentito tanto parlare di te e alla fine ho deciso che volevo vederti di persona. Sono Leslie. Ti chiedo scusa per i metodi- indicò il mio braccio - ma non amo bere dal collo di una donna. -
Fu a quel punto che mi accorsi di un ago infilato nel mio braccio, collegato ad una sacca. Stavano prendendo il mio sangue. - Sei un Antico? - chiesi, quasi incuriosita. Gli unici che avevo incontrato erano stati Caliba e Tiberio.
-No, mi dispiace contraddirti. Sono molto potente, ma non così tanto. Sono molto più giovane. -
Decisi di continuare a parlare e prendere tempo. Caliba ci avrebbe trovati, ne ero sicura. - Ho sentito due corni. Chi altri era lì? -
-Titus, un altro vampiro molto potente. Poi c'erano altri vampiri minori, non abbastanza potenti da farsi annunciare. Per lo più vagabondi, che cercavano un po' di fortuna. La notizia della tua presenza in Svizzera si è sparsa in fretta. -
Sorrisi con sarcasmo. - Mi state contendendo. -
-In un certo senso sì. - mi si mise di fronte e notai che si era cambiata. Ora indossava abiti normali: jeans neri super attillati e una giacca in pelle. - Mi chiedo chi riuscirà ad averti per primo. Ad averti in tutti i sensi. -
Guardò Derek. - Lui prende molto seriamente il suo compito di proteggerti. -
Gli si avvicinò e allo stesso tempo fece cenno all'altro vampiro di allontanarsi. - Hai una bellezza sconvolgente- sussurrò a Derek - e un fisico ben formato. C'è un motivo se non ti ho fatto uccidere. Sei davvero forte ed io vorrei uno come te tra i miei uomini. -
Lui contrasse la mascella. - Non sono interessato. -
-Sapevo che mi avresti risposto così- si voltò a guardare me e un sorriso sinistro le si disegnò sul volto - ma c'è lei. Io ti tengo in vita e tu la proteggi. In questo modo continuerai a starle accanto e nessuno me la porterà via. Lei ora è mia- si chinò su di lui ancora di più, in modo da guardarlo dritto negli occhi - però, se vuoi, possiamo dividercela. Io voglio che la generazione continui, voglio altre Pandora. E tu puoi fare in modo che ciò avvenga. -
Si allontanò e si mise ad un angolo della stanza, come per darci il tempo di elaborare la cosa. Io e Derek ci guardammo. Entrambi avevamo capito cose intendesse. Poco dopo, Leslie mi si avvicinò e mi tolse l'ago dal braccio. - Ricordati che probabilmente nessun altro ti farà una simile offerta. Le donne vampiro non sono tutte così generose. Per non parlare degli uomini. Loro ti cercano con ancora più ardore e non ti faranno mai una proposta di questo tipo. Per il piacere della carne. Non ricorderai neanche una di quelle facce che si distenderanno nel tuo letto. Delle volte sarai drogata, altre perfettamente vigile e loro si divertiranno a sentirti urlare. Io lo so bene. Conoscevo Candida. A quell'epoca ero ancora una vampira debole, trasformata da poco. Lavoravo nella casa di un vampiro molto potente, che era riuscito a catturarla. I suoi uomini si vantavano di tutto quello che le avevano fatto, mentre io servivo da mangiare. -
Avevo capito che cercava di spaventarmi e ci stava riuscendo. Tiberio mi aveva fatto un'offerta simile, tempo prima. Ma non era compreso Derek.
-Capisci che ti sto concedendo molto? Nessun vampiro berrà dal tuo collo, riuscirò a tenerli a bada. Hai la mia parola. Nel tuo corpo non ci saranno segni di morsi, a meno che tu non voglia. Io ti preleverò il sangue ogni giorno dopo i pasti e ti saranno date tutte le cure necessarie per far sì che il tuo corpo non ne risenta. -
Detto così poteva sembrava tutto perfetto, ma io sarei stata una prigioniera e i miei figli dopo di me.
-So a cosa stai pensando- mi disse infatti - ma i tuoi bambini non correranno alcun pericolo. I maschi verranno addestrati, a tempo debito, ed entreranno nel mio personale esercito. Potranno contribuire a proteggere la loro sorellina. Quest'ultima non verrà toccata fino alla maggiore età e nel frattempo useremo soltanto il tuo sangue. Magari si innamorerà di uno dei miei uomini e farà come hai fatto tu. È perfetto. -
Non sapevo cosa dire, non sapevo neppure cosa pensare. La mia mente lavorava velocemente alla ricerca di un tranello in quelle parole. Significava non rivedere più la mia famiglia e vivere prigioniera, ma a quel punto, nella situazione in cui mi trovavo, c'erano alternative peggiori.
-Non datemi una risposta subito- disse con un sorriso - pensateci bene. E ricordate che, se non accettate, cambierò metodo.- Mi rivolse uno sguardo minaccioso - Hai attirato l'attenzione di molti miei uomini. -
Detto questo, uscì dalla stanza. Scese un silenzio carico di tensione, nessuno voleva parlare per primo. Alla fine cedetti. - Sai che non abbiamo altra scelta, vero? -
-Io non ti toccherò neanche con un dito. -
-Se non la farai tu, saranno altre mani- sentivo le lacrime premere per far uscire il dolore che mi cresceva nel petto - e con molta più violenza. Come se fossi un oggetto, qualcosa da usare a proprio piacimento. -
Derek scosse la testa con forza. - Non lo farò, Tamara. -
-Ti prego, Derek! Ti sto supplicando. Se non tieni a me, se non mi trovi bella... Non importa. Ma devi farlo. Me lo devi. -
-Non importa se tengo a te o no. Tu devi stare con un umano. Non farò sesso con te perché sono costretto. -
Le lacrime cominciarono a rigarmi il viso e io sentii la mia voce uscire ridotta ad un sussurro. - Vuoi che venga violentata? È questo che vuoi? -
-Se lo facessi, mi sentirei un verme. Non mi sentirei diverso da quei vampiri. Perché tu non vuoi questo, Tamara, non in questo contesto. È la paura a farti parlare. Ma io ti porterò via da qui. -
-Non puoi salvarmi! Non fare lo stronzo per una volta! -
Sentii dei passi nel corridoio e mi voltai di scatto verso la porta. Stavo tremando.
-Ascoltami, Tamara! - mi disse Derek - ti salverò. Te lo prometto,non fallirò. Siamo più forti di loro e tu sei più forte di tutto questo. Ce la faremo. Prendi tempo e non farti toccare. -
-Non è vero e lo sai! -
-Devi fidarti di me ed essere forte. -
A quel punto la porta si aprì e Leslie entrò, accompagnata da due giovani Vampiri. Ci rivolse un falso sorriso amichevole. - Avete deciso? Accettate la mia proposta? -
Non dissi niente e lei si voltò verso Derek, che le rivolse uno sguardo di sfida. Quel silenzio valeva più di mille parole. L'espressione della vampira cambiò e si accese di rabbia. - Molto bene, allora. -
Fece cenno ai due vampiri. Urlai, mi divincolai, graffiai e scalciai. Ma non servì a niente.
-Poteva essere più semplice di così, Tamara- mi disse Leslie. Così i due, dopo avermi slegata, mi afferrarono e portarono via. Attraversammo vari corridoi finché non si fermarono e mi gettarono sul pavimento di una camera quasi completamente vuota, tranne per un letto enorme al centro della stanza. Nella caduta, sbattei il mento sul pavimento e i denti batterono l'uno contro l'altro dolorosamente. Se ne andarono e mi lasciarono lì sola. A quel punto non sapevo cosa fare. Sentivo di odiare Derek e un disperato desiderio di fuggire. Mi costrinsi a respirare con calma e a domare la paura, così da restare lucida. Provai a mettermi in piedi ma ricaddi con un tondo sul pavimento. In quel momento mi faceva molto male la gamba. Non avendo altra scelta, strisciai sotto il letto. Derek aveva detto di prendere tempo. Era tutto così facile per lui.
Presi a contare i secondi e poi i minuti. Magari Leslie aveva rimandato qualunque cosa avesse in mente al giorno seguente.
Quando ormai erano passati dieci minuti ed avevo iniziato a tranquillizzarmi, la porta si aprì. Trattenni il respiro e vidi due paia di stivali neri dalla suola spessa, ben lucidati. Ridacchiando, i due vampiri chiusero la porta a chiave.
Sapevo di non essere al sicuro là sotto. Infatti presto due braccia mi afferrarono le gambe e mi trascinarono fuori da sotto il letto. Io urlai ancora, ancora e ancora. Li avrei trovati entrambi affascinanti, con quei capelli corvini e gli occhi scuri, se non avessi saputo perché erano lì.
-Ho sempre avuto un debole per le rosse- mi sussurrò nell'orecchio quello più vicino.
Per tutta risposta, io gli tirai un calcio e riuscii a colpirlo con il piede sul mento. Quello ridacchiò, per nulla impressionato. - Ma guarda che capricciosa. -
Mi liberarono dei vestiti facilmente. Non servì a niente tentare di combattere:i miei colpi andavano poco a segno e quando succedeva non gli procuravo nemmeno un graffio. Improvvisamente mi ritrovai quasi completamente nuda sul pavimento, con addosso soltanto le mutandine di pizzo. Mi bloccarono le braccia incrociandole sul mio petto e uno di loro si sedette a cavalcioni sul mio grembo, bloccando così anche le gambe. Cominciai a tremare, sia per la paura che per il freddo. Avevo smesso di urlare, ma continuavo a piangere. L'altro vampiro si inginocchiò accanto a me ed incominciò ad accarezzarmi il collo. - Devi stare calma, altrimenti ti farà molto male. Se ti rilassi, sarà piacevole. -
Mi voltò di scatto la testa da un lato e la tenne ferma saldamente con una mano, schiacciandomi la guancia sul pavimento freddo. A quel punto si chinò e mi morse.
Il dolore esplose nel collo nel punto in cui i canini erano penetrati nella carne. Tentai di divincolarmi ma mi tenevano stretta. Ad un tratto, la mia mente e quella del vampiro si fusero. Riuscii a vedere tutto di lui e niente mi fu segreto. Fu sconcertante sentire quanto desiderasse me e il mio sangue. Sentendo le sue stesse sensazioni, anch'io lo trovai buono, incredibilmente dolce e dal profumo ammaliante. Fu come se qualcosa si rivelasse davanti a me, ma quelle rivelazioni non erano fatte di linee ed immagini, ma di profumi e sensazioni, così chiare però che sembrava che avessero una forma.
Mi mossi agitata, annaspando in mezzo a tutti quei ricordi che non erano miei, ma loro mi tenevano troppo forte.

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