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Il sole risplendeva intensamente, più del solito, quel giorno.

I pochi prati che riuscivi a scorgere nei pressi dei parchi, risplendevano alla luce del sole di un verde brillante, che secondo Susan metteva molta allegria.

La natura sembrava nel pieno delle sue forze.

Il cielo era di un azzurro limpido e puro, privo di nuvole, come se un pittore avesse gettato sopra una tela bianca una grande quantità di vernice azzurra e che poi l'avesse stesa sulla superfice in modo che non vi fossero sbavature, in maniera perfetta.

Sembrava che niente potesse scalfire l'allegria e la tranquillità estiva che albergava in quella città, New York, con i suoi alti grattacieli che sembravano non finire mai.

In quel periodo, quel tipo di giornate erano molto frequenti e voleva godersele appieno, perché in una città come quella durante tutto l'anno, era raro vedere un cielo cosi azzurro e prati cosi verdi.

A volte, neanche città urbanizatissime come New York potevano resistere all'incantesimo dell'Estate.

Ma, doveva ammetterlo, anche le giornate invernali di pioggia incessante non le dispiacevano.

Susan chiuse gli occhi e si godette il bel venticello che le scompigliava maggiormente i suoi capelli scuri e corti fino alle spalle.
Era distesa sul terrazzo della sua scuola media, con il suo zaino da colore lillà sotto la nuca.

Quello era da sempre stato il suo rifugio, dal primo giorno di scuola. Adorava in particolare il vento che si alzava spesso sopra quella terrazza, il modo in cui riuscisse a schiarirle le idee e il modo in cui le dava l'impressione di amplificare le note del suo violino e trasportarle ovunque.

Portava a scuola il violino solo quando aveva bisogno di un sostegno presente, come durante una verifica che sapeva sarebbe stata particolarmente difficile.

Be', anche perchè tre volte a settimana, dopo scuola, frequentava le sue lezioni di violino. Il suo insegnate, però, era stato costretto a sospenderle per motivazioni personali e adesso i pomeriggi di Susan erano diventati molto più noiosi.

Le bastava averlo vicino e suonare qualche nota l'ora prima proprio su quel terrazzo e si sentiva capace di affrontare qualsiasi cosa.

Era proprio il suono dolce, ma che poteva trasformarsi in una scarica di energia, malinconia e tanto altro, di quello strumento.

Come tutti i ragazzi della sua età, Susan amava anche il genere Pop o Rock. Ma nulla poteva essere paragonato al suono di uno strumento classico secondo lei.

Erano gusti e secondo sua madre, i suoi erano particolari.

Proprio come i suoi disturbi.
Aveva da sempre sofferto di dislessia, iperattività o deficit dell'attenzione.
Ecco perché Susan si trovava lì, proprio alla Yancy Academy, una scuola per ragazzi come lei.

Solo che la particolarità di Susan, era che i suoi disturbi non erano poi così gravi.
Ovvero, spesso riusciva a leggere senza troppe difficoltà e riusciva persino, sforzandosi un po', a non perdere la concentrazione, infatti i suoi voti erano tra i più alti.

Ma vi erano alcuni periodi in cui l'iperattività, quella sensazione di voler spaccare tutto o fare qualcosa di folle e pazzo, la divorava come non mai. Erano sbalzi i suoi, strani sbalzi, proprio come i lupi mannari quando sentivano gli effetti della luna piena avvicinarsi sempre di più al loro lupo interiore, e li chiamava senza che potessero fare qualcosa per fermarla.

Ed era quello che anche a lei capitava, persino con gli altri due disturbi. Durante quei periodi leggere diventava estenuante per la sua mente e pensare solamente ad una cosa era impossibile.

L'Unica Figlia Di Artemide - Il Sigillo Dell'OlimpoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora