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La questione era questa.

Una madre non può assistere a scene del genere, a scene talmente rapide e tremende che non danno neppure il tempo di rendersi conto di ciò che stava realmente succedendo, ma che per questo e tanto altro ti lasciavano un dolore enorme dentro.

Marlene, fino a poco fa, aveva osservato l'eclissi lunare raggiungere il suo completamento; la luna era bellissima e rossa, non sembrava vera, ed era stupendo come rendeva tutti schiavi di se stessa. Ma nel momento in cui la grande sfera era diventata completamente di sangue, nel momento in cui l'eclissi era divenuta completa che la sua attenzione si sposta altamente altrove.

Un tonfo, un solo tonfo e tutto il suo mondo cade in pezzi.

Era successo, ciò di cui aveva avuto paura per tutti questi anni e, in particolare, da poco prima del compleanno di Susan in poi, da quando aveva compiuto dodici anni, si era avverato.

Ciò che aveva tenuto lontano la figlia da quel mondo, ciò che aveva represso il suo reale essere, era finalmente scomparso.

Si, sarebbe potuto essere altro, è vero. Susan soffriva di calo di zuccheri, e spesso si sentiva molto più debole del solito e qualche volte le era capitato di svenire, ma solo pochissime volte.

Ma Marlene era sicura che la magia avesse richiamato a se la vera natura di Susan.

Il perché? Se fosse stato un semplice svenimento, a Marlene sarebbe bastato spruzzare sul viso di Susan un po' del suo profumo al gelsomino, e si sarebbe alzata, spesso era capitato anche solo avvicinandosi a lei, ecco perché Marlene tendeva ad usare quel tipo di profumazione. Ma poiché era quello che Marlene stava facendo in quel momento e, per la cronaca, non stava funzionando, passò ad altro.

Alcune persone si girarono a guardare e si allarmarono, ma Marlene fu più veloce, fu più veloce di tutti quegli occhi puntati su di lei, prima che avessero il tempo di realizzare.

Prese in braccio la figlia e la portò via, sotto lo sguardo stranito di alcuni passanti, spintonando persino una donna dai voluminosi e tinti capelli rossi. In poco tempo raggiunse l'auto e con poca delicatezza spalancò lo sportello e poggiò il corpo di Susan sui sedili posteriori.

Non stava male, sua figlia non stava male.

Ma adesso sarebbe diventato tutto molto più duro.

Marlene si sedette al sedile del guidatore e afferrò con le mani il volante. Tremavano, le sue mani tremavano, le sentiva scuotersi ardentemente perciò strinse la presa sul volante.

Alzò lo sguardo verso lo specchietto retrovisore e immediatamente i suoi occhi azzurri, pieni di paura, ansia e preoccupazione, finirono sul corpo disteso e inerme di Susan. I capelli della dodicenne erano scompigliati, come al solito, e dire che sembrava essersi messa di impegno per sistemarseli in quel modo così carino prima di uscire. Aveva un viso così paffuto e dolce, le guance di Susan, fin da bambina, erano sempre state leggermente rosee e piene, il suo viso era dolcezza pura. I suoi occhi invece... raccontavano un altra storia, una storia celata, nascosta nei meandri della sua anima, la sua storia. E presto Susan ci avrebbe fatto i conti, avrebbe fatto i conti con ciò che era davvero. Erano la chiave di tutto.

E presto persino Marlene stessa ci avrebbe fatto i conti, di nuovo, ancora e per sempre.

Sospirò e non sentì neppure dolore alle mani quando vide le nocche diventare bianche per quanto stringeva il volante, per non parlare delle dita che erano diventate rosse. Ora che il sigillo aveva raggiunto la sua durata ed il tempo era scaduto... Le dannate lancette di quell'orologio sembravano ancora più insistenti, quelle lancette che per un bel po' non avevano fatto che tartassarla, e a dettare legge sembrava proprio la luna, rossa, completamente, indifferente a ciò che aveva causato.

L'Unica Figlia Di Artemide - Il Sigillo Dell'OlimpoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora