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MARLENE

Dopo la discussione con Soriana, Marlene si accasciò contrò il muro, indebolita. Il potere del Marchio sembrava aver prosciugato le energie che Marlene aveva ripreso ad avere con quell'abbondante dose di acqua che aveva bevuto grazie a Soriana.

Avrebbe dovuto mantenere il contatto o non sarebbe sopravvissuta. Allo stesso tempo, se avesse continuato a mantenere il contatto, si sarebbe indebolita più velocemente. Avrebbe dovuto parlare a Soriana del Sigillo di Susan. Ciò che le forniva protezione. Ciò che protegge il suo odore e la sua incolumità.

Si addormentò, pensando a Susan.

Quando si svegliò, era l'alba. La sua cella era illuminata dalle cinque finestre davanti a se, serrate da sbarre dorate e che davano al cielo azzurro. Marlene non poteva sporgersi per guardare, ma se avesse potuto, avrebbe sicuramente visto il nulla se non le nuvole sotto di se.

Era sicura fosse sospesa per aria. Dopotutto, quella cella si trovava sul monte Olimpo. Era spoglia, ma le pareti erano completamente lisce, di un bel colore rosato.

Persino le catene con cui Marlene aveva attaccati i polsi e le caviglie sembravano di ottima fattura. Erano in oro anche quelle. Se fosse riuscita a scappare, avrebbe dovuto trovare il modo di portarsi via qualcosa e fruttarci un bel po' di denaro.

Era stanca e indolenzita e indossava ancora i jeans e la camicetta che si era messa per quella serata a Central Park con Susan. Fortunatamente non aveva optato per le scarpe con il tacco, ma delle semplici scarpe da ginnastica.

Chiuse gli occhi, non avendo niente da fare, e provò a riaddormentarsi. Voleva ricaricarsi il più possibile, ma l'arrivo di Apollo glielo impedì. Comparve dal nulla, come faceva sempre. Indossava vestiti da mortale.

- Cosa c'è?-

- Oggi è il giorno in cui ti chiameranno. -

- Oh finalmente. - Disse lei, stancamente.

- Finalmente? Mio padre è furioso! E non riescono a capire come il suo odore possa nascondersi così astutamente! -

- E pensi che io glielo dirò? -

- No, è questo il problema. So che non dirai nulla e che quindi sarai sua prigioniera per molto tempo, fino a che non parlerai. -

- O fino a che non arriverà ad usare le maniere forti! -

Marlene sbuffò, scostandosi con una mano una ciocca di capelli uscita dal suo chignon totalmente disordinato.

- Senti -Esordì lei. - Se mi stai dicendo di dire qualcosa, non lo farò. E poi perché sei ancora interessato alla questione, eh? Mi pare che il tuo compito per illuderti di esserti tolto dal cuore il peso del tuo pentimento sia finito. Come se servisse a qualcosa. Quello che avete fatto tu e i tuoi amici sull'Olimpo è... -

- Alcuni di noi sono davvero pentiti, Eirene. Abbiamo intenzione di salvare l'ultima discendente dei Manos. Almeno io ho intenzione di farlo non solo perché è una Manos...-

Marlene lo guardò diffidente, anche se sapeva che diceva la verità. Era davvero pentito. Non sapeva se anche gli altri quattro dei ribelli lo fossero sul serio, per quanto l'avessero aiutata a salvare Susan... Marlene non poteva comunque perdonare loro una cosa del genere.

- Io li amavo e quello che abbiamo fatto è stato... Atroce. So che non potrai mai perdonarmi. Ma io e gli altri siamo decisi ad aiutarvi. -

E dimmi una cosa... E se vi scoprissero? Se non riusciste a liberarla dalla Maledizione di Menezio? E se anche lo faceste, Zeus vi riterrebbe comunque dei traditori. -

L'Unica Figlia Di Artemide - Il Sigillo Dell'OlimpoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora