Susan era sveglia già da un po', ma non poteva alzarsi. I suoi muscoli erano fermi, così indolenziti e stanchi che lei era sicura sarebbe morta se il tetto le fosse caduto addosso perché in quel caso non avrebbe potuto muoversi.
Provò ad alzare un braccio ma lo fece ricadere sul letto a peso morto. Qualche lamento le uscì dalla bocca, sentiva dolori ovunque. Erano sopportabili, ma pur sempre dolori.
- Ma che cosa è successo? - La sua domanda, posta più a se stessa che a qualcuno poiché era anche sola, era stata detta con tono flebile, quasi impercettibile. E Susan si spaventò quando ricevette una risposta.
- È un po' difficile da spiegare, sai?. -
- Mio dio, mi hai fatta spaventare! - La voce del ragazzo che aveva appena parlato era calda, dolce e rassicurante, ma Susan si prese comunque un colpo al cuore. Sospirò pazientemente, osservando con più attenzione la persona che aveva davanti.
I suoi capelli erano castani, schiariti in parte dal sole così da farli sembrare biondicci, mentre gli occhi erano di un luminosissimo azzurro e grandi, ma questo fattore non gli regalava un aspetto più femminile, era bello comunque. Doveva essere poco più alto di lei e sotto la maglia azzurra si poteva intravedere un fisico in forma.
Il bello era che continuava a guardarla con premura, come se avesse davanti una sorellina.
- Mi dispiace averti infastidita. Ti ho svegliata per caso? - Il ragazzo si sedette su una sedia, proprio vicino al suo letto. Susan scosse la testa, trovando piacevole il modo gentile in cui le parlava.
- Ero sveglia da un po', non preoccuparti. Solo che, ecco... ho male ovunque e non riesco a muovermi bene. Se potessi spiegarmi la situazione in cui mi trovo te ne sarei grata. Sappi che sono molto confusa, ho scoperto da poco di essere una semidea e... -
- Okay, okay. Non preoccuparti. Ti spiegherò tutto a momenti. Ma prima dimmi, come ti chiami? Io sono Adam Stuart e lavoro qui come apprendista medico, quindi sarò io ad occuparmi di te e dei tuoi dolori. -
- Se fossi capace di diminuire i dolori muscolari ti sarei doppiamente grata, Adam. - Susan gli sorrise e Adam ricambiò il sorriso con uno sguardo dolce, da chi l'aveva già presa in simpatia. - Comunque, mi chiamo Susan. Susan Sinclair. Posso provare a mettermi seduta? -
Adam sospirò e poi annui. - Ma stai attenta. Tratta il tuo corpo con gentilezza, okay? -
Susan fece del suo meglio per farlo e alla fine si sedette, scoprendo altri punti del corpo indolenziti. Si fece scrocchiare le braccia e la schiena e Adam la guardò come se avesse appena rotto un vaso di porcellana, ma Susan non lo notò. Pensò a studiare il luogo in cui si trovava: era palesemente un infermeria, grande e piena di letti, letti vuoti, divisi l'un l'altro da alcune tende.
Davanti a se scaffali e tavoli con sopra di tutto; cerotti, disinfettanti, bende, medicine di tutti i generi e dei sacchetti con dentro non sapeva che cosa ma per pura coincidenza Adam si avvicinò proprio ad uno di essi. Afferrò un sacchetto e poi tornò da Susan.
- Questo ti farà stare molto meglio. È Ambrosia, per i semidei è utile perché ti permette di guarire da ogni ferita. Ma c'è un ma: se ne mangi troppa potresti morire bruciato, tienilo sempre a mente. - Aprì il sacchettino e tirò fuori un quadratino del colore dell'oro e lo porse alla ragazza.
Susan lo afferrò, ancora con una certa insicurezza, e poi, lanciando uno sguardo veloce ad Adam che la incoraggiò con un gesto leggero della testa, ingurgitò il quadratino. Spalancò leggermente gli occhi e espresse il suo profondo consenso con un sonoro "mhhhh".
- È ottimo! Come quella bevanda che Leila mi ha dato! E... sa di pasta al forno! - Gli occhi di Susan brillarono e non esitò a prendere altri due cubetti.
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L'Unica Figlia Di Artemide - Il Sigillo Dell'Olimpo
FanficTre anni. Sono passati tre anni dalla battaglia contro la dea della terra, Gea. I nostri eroi sono cresciuti cercando di conoscere il piú possibile il mondo mortale e alcuni magari di farcisi una vita, anche se non abbandoneranno mai il luogo che li...