Susan
Il suo sesto senso non aveva avuto torto. Quel treno della metropolitana era inquietante, e lo aveva capito dal primo momento in cui ci aveva messo piede. Era vuoto, troppo vuoto, esattamente come lo era stata la metropolitana fino a pochi minuti fa, anche se qualche persona ogni tanto si faceva vedere. Ma era come se nessuno potesse vedere quel mezzo... Nessuno ci posava sopra gli occhi o accennava minimamente a volerci salire, anche solo dandogli una piccola occhiata.
Si morse il labbro. Era passato qualche piccolo minuto da quando aveva messo il piede oltre la porta scorrevole del treno, che non si era ancora chiusa, cosa che i treni di New York facevano dopo qualche secondo. Entrava o non entrava? Ritrasse il piede, colta da una strana sensazione di paura, fino a che, senza rendersi nemmeno conto del gesto, lo poggiò nuovamente, dandosi una spinta ed entrando. La metropolitana partì immediatamente, alla velocità della luce.
Cadde per terra con violenza, sbattendo qualche costola contro lo spigolo di un sedile. Perse il respiro per qualche secondo e lo riprese con fatica dato che ogni suo tentativo di alzarsi fu inutile; la velocità non diminuiva. Riuscì ad alzarsi e ad aggrapparsi ad un palo viscido. Dio santissimo, perchè era entrata? La prossima volta avrebbe mandato a quel paese quella vocina nella sua testa.
Ma quanto va veloce questo coso?
Pensò Susan, che riusciva a distinguere nessuna forma fuori; quella velocità non era normale. Imprecò mentalmente e cominciò a percorrere il corridoio di quella metro, poi il secondo e in seguito il terzo e, come aveva intuito, quel luogo era inquietante e soprattutto vuoto. Per poco non cadde a causa dei suoi lacci slacciati. Ci mancava solo questa; si sedette per allacciarsi quella scarpa e poi proseguì. Il problema era l'idea di essere una semidea e quindi di avere la consapevolezza di essere attaccata da qualche mostro che la faceva dare di matto. Non era pronta a tutto quello, nonostante continuasse a pensare a quanto, da una parte, quel mondo la attraesse. E si, lo avrebbe ripetuto fino allo sfinimento, ma solo Marlene la faceva andare avanti.
- EHI! C'È QUALCUNO?? - Urlò con tutta la voce che aveva in corpo, anche se sapeva non le avrebbe risposto nessuno.
O almeno cosi aveva creduto fino a quel momento. Una voce sensuale, suadente, profonda come poche, meglio dire incantevole, parlò. Susan per poco non prese un colpo al cuore, sentì l'organo stringersi in una morsa, ma fu veloce ad afferrare uno dei pugnali dentro il suo zaino. Con tutta la paura che aveva in corpo, ancora una volta si sorprese di come la sua voce le sembrò ferma e sicura, come se non fosse lei a stare parlando.
In realtà quella era proprio una sua dote, la sua amica Charlotte gliene aveva parlato: era quel tipo di persona troppo paziente, che difficilmente si arrabbiava e perdeva il controllo di se; anche se dentro ribolliva, non sarebbe riuscita ad esplodere tanto facilmente. Ma doveva ammettere che quel momento la stava mettendo alla prova proprio bene. - Chi c'è? Fatti vedere, so che ci sei! Sei un mostro, vero? -
Una domanda idiota, certo, è ovvio sia un mostro. Sicuramente non è un essere umano a trasformare il treno di una metropolitana in una giostra mortal- Dio, qualcuno fermi questo aggeggio, temo si schianterà da qualche parte...
Sapeva sarebbe successo. Il suo primo mostro e chissà, anche l'ultimo. Poi, ad un certo punto, qualcosa di viscido le accarezzò i capelli dietro la nuca e poi anche la guancia. Un serpente, lo riconobbe dal suo verso che solo a sentirlo sembrava quello di una creatura del male e si, anche quello di quel tipo di rettile. Lei diventò di pietra, rimase ferma come una statua, con il pugno ancora stretto intorno al coltello d'argento, dalla lunga lama brillante come la luna. - Mi hai chiamata e sono arrivata, mia cara. - Quella voce era stupenda e spaventosa allo stesso tempo.
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L'Unica Figlia Di Artemide - Il Sigillo Dell'Olimpo
FanfictionTre anni. Sono passati tre anni dalla battaglia contro la dea della terra, Gea. I nostri eroi sono cresciuti cercando di conoscere il piú possibile il mondo mortale e alcuni magari di farcisi una vita, anche se non abbandoneranno mai il luogo che li...