Il suo viso era accaldato, come se fosse stata sotto il sole per ore, e il palpitio del suo cuore le rimbombava nelle orecchie, fino a che non si calmò quando riprese conoscenza. Il soffitto della sua stanza, con sopra alcune macchie di umidità, fu la prima cosa che vide appena sveglia.
I ricordi della sera prima le travolsero la mente e si mise immediatamente seduta sul letto, ma fu un enorme sbaglio. La testa prese a girarle vorticosamente, come se si fosse messa dentro la lavatrice.
E bè, in effetti all'età di cinque anni ricordò di averlo fatto. Doveva essere stato a causa di uno dei suoi periodi di iperattività, che spesso le facevano fare cose davvero da esaltata.
Si mise in piedi un po' a fatica: indossava i vestiti della sera prima, i jeans blu scuro, la camicia e le scarpe del suo colore preferito, ovvero il lillà, ma quando si guardò allo specchio i suoi capelli erano completamente spettinati, come ogni mattina.
Sembrava tutto a posto, aveva ancora la vista un po' offuscata ma stava bene. Solo che non ricordava cosa fosse successo di preciso, era andata a vedere l'eclissi con sua madre, ma poi? Cosa era successo?
Forse era svenuta per un suo calo di zuccheri, ma doveva essere stato davvero forte questo calo, perché solitamente lo svenimento durava poco e non si svegliava senza la metà dei suoi ricordi.
Si guardò intorno sbadigliando. Era ancora parecchio stordita, tanto che quando mise un piede per avanti inciampò sui suoi passi, sbattendo la fronte contro lo specchio all'interno dell'armadio su cui stava ammirando, per modo di dire, la sua immagine riflessa. Ma era così intontita da decidere di rimanere ancora un po' appoggiata alla superficie fredda dello specchio ed era quasi tentata di addormentarcisi sopra.
Ma quando decise che era ora di alzare lo sguardo, vide due occhi chiarissimi, quasi di vetro, fissarla e trasalì, allontanandosi di poco, adesso del tutto sveglia.
Quelli non potevano essere i suoi occhi. Fino a ieri li aveva scuri come la notte, semplici occhi castano scuro, due gocce calde di cioccolato. Invece adesso il colore dei suoi occhi era freddo, ma non poteva definirlo grigio, perché brillava come se la luna le fosse entrata dentro.
La luna.
Ecco cosa era successo, era svenuta poco dopo l'inizio dell'eclissi... Ma non era una cosa normale, non riusciva a pensare semplicemente ad uno svenimento e basta; piano piano, ogni singola sensazione provata ieri sera venne a galla, e così, dentro di se, sentì parlare il suo istinto, una voce che le diceva che quella mattina sarebbe stata differente dalle altre e uscì dalla stanza ancora prima di chiedersi se dovesse ignorare quella sensazione o no.
Quello che vide le bloccò il respiro in mezzo la gola: casa sua, quel suo piccolo e semplice appartamento che lei e sua madre avevano condiviso per così tanto tempo era distrutto.
Il piccolo corridoio che portava all'entrata era pieno di oggetti, come piatti, pezzi di legno che sarebbero dovuti rimanere attaccati alle rispettive porte, il vetro rotto dello specchio al lato destro del corridoio, che era caduto, frantumandosi in mille pezzi.
Entrò in camera di sua madre, vicino al piccolissimo scantinato, grande quando una scatoletta cilindrica, ovvero più lungo che largo, e vide ciò che le fece perdere tre anni di vita.
Ma quando arrivò alla fine dell'ispezione della sua casa, gli anni persi diventarono dieci e i battiti del cuore, così accelerati, le fecero percepire l'ansia come se fosse una persona presente, vicino a lei, che schiacciava quel suo organo come se fosse un biscotto.
Ma la sua preoccupazione più grande fu sua madre, Marlene, la donna con la quale aveva talmente tanta confidenza da permettersi di chiamarla anche per nome.
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L'Unica Figlia Di Artemide - Il Sigillo Dell'Olimpo
FanfictionTre anni. Sono passati tre anni dalla battaglia contro la dea della terra, Gea. I nostri eroi sono cresciuti cercando di conoscere il piú possibile il mondo mortale e alcuni magari di farcisi una vita, anche se non abbandoneranno mai il luogo che li...