Capitolo 4

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SIMONE'S POV:
Sentì un rumore fortissimo, tanto che Alex, mentre stava mettendo a posto un piatto, l'ha rotto per lo spavento!
«Ma che cavolo-» non finì la frase che vidi Claudio scendere le scale con una faccia confusa.
«Che è successo?» gli chiese Sami.
«Mi ha sbattuto la porta in faccia!» disse lui sedendosi sul divano.
«E perché, scusa?» non riuscivo a capire.
«mi ha risposto in maniera fredda così le ho chiesto cosa avesse e lei mi ha risposto "quello che hai tu!" e mi ha sbattuto la porta in faccia.» ora avevo capito tutto.
E anche gli altri.
«E ha fatto bene. Non l'hai manco salutata quando sei entrato, che ti aspettavi? Che quando le avresti chiesto "che hai?" ti avrebbe gettato le braccia al collo? Andiamo Claudio!» esordì Paulo.
«Lo so. Forse ho sbagliato.» disse lui.
Da subito mi sono accorto che Emma vedeva Claudio con occhi diversi.
Credo sia innamorata lui, ma non so in quale modo: da fan o per quello che è lui nel privato.
«Clà» richiamai la sua attenzione.
«mmh?» alzò la testa per guardarmi.
«Perchè ti sei comportato così?»
«Perchè mi fa un certo effetto starle accanto. Allora ho pensato che essendo distaccato posso allontanarla e starle lontano. Sono sposato.» tiro di nuovo in ballo il matrimonio.
«Il tuo ormai non è un matrimonio è una trappola, non tirarlo sempre in ballo. Sappiamo che vuoi bene a Roberta, ma non è amore!» dissi alzandomi per poi salire le scale per andare da Emma e poi a fare una doccia.
«Dove vai?» mi chiese Claudio.
«Da Emma e poi a fare la doccia. Sbrigatevi anche voi sennò non usciamo nemmeno per domani» dissi con un sorrisetto.
Salì le scale e bussai alla porta della camera di Emma.
Aprì lei abbastanza stizzita.
Bene, almeno non sta piangendo.
È più forte di quanto immaginassi!

EMMA'S POV:
Bussarono alla porta, andai ad aprire.
«Hey Simo» dissi con un sorrisino.
C'era anche Tara con me.
Stavamo decidendo cosa mettere.
«Volevo sapere come ti sentissi.
Claudio si è beccato una strigliata da tutti giù, prima» disse lui.
«Tranquillo sto bene. Non c'è bisogno di litigare tra voi a causa mia.» dissi io.
Mi sarebbe dispiaciuto se per colpa mia avessero litigato. Hanno un bellissimo rapporto.
«No, litigare no. Ma volevamo solo fargli un po' di chiarezza!» mi fece un occhiolino.
Sorrisi.
Tara nel frattempo era impegnata a frugare nel mio armadio alla ricerca di un vestito, fino a quando non gridò
"TROVATO!".
Lo prese mi diede un bacio sulla guancia ed andò a prepararsi in camera sua.
Che matta che è!
Simone vedendo la scena rise di gusto.
«Emma» richiamò la mia attenzione.
«dimmi» dissi.
Ci sedemmo sul letto.
«Ho visto come guardi Claudio. Cos'è per te? Un idolo o cosa?» mi chiese serio. Anche se lo conoscevo da poco mi fidavo di lui, perché ero sicura che il nostro sarebbe diventato un legame indistruttibile.
«Avevo 12 o 13 anni quando durante una partita della Juventus lo vidi giocare. Era così bello e i suoi occhi lo stesso, ed anche il sorriso. Sapevo che non era solo però solo un ottimo calciatore, ma che c'era di più. Era umile, gentile e soprattutto riservato. Questo mi piaceva.
Capì in quel momento di essersene innamorata. Ma ora ho capito che è diverso da quello che da a vedere.
È scontroso e stronzo, ma mi piace comunque. Ma lui non lo deve sapere!» conclusi io.
Mi scrutò con i suoi occhi marroni...
«Si comporta così perché gli interessi, ma è sposato!» disse lui.
«Lo so. Non gli h chiesto di lasciare la moglie, eh! Ci siamo conosciuti stamane. Ma se voleva tenermi a distanza ci è riuscito alla grande!» risposi io.»
«fai ciò che senti. Ora vado. Preparati che è tardissimo!» mi diede un bacio sulla fronte ed uscì.
Iniziai a prepararmi...
Dopo una doccia breve ma intensa e uno shampoo, tornai in camera e dopo l' intimo indossai una tutina bianca di pizzo a maniche lunghe molto corta e con uno scollo abbastanza profondo sul davanti.
Asciugai i capelli facendo dei boccoli sulle punte e poi mi truccai con mascara e un rossetto rosso intenso.
Infilai dei tacchi neri e un giacchetto nero di pelle.
Presi la borsa ed uscì.
Andai in camera di Tara.
Bussai e la bruna aprì la porta mostrandosi in tutta la sua bellezza.
Indossava un abitino rosa a maniche lunghe che lasciava scoperte le spalle corto ed aderente, tacchi neri e un giacchetto di pelle nero. Capelli lisci e poco trucco.
«sei uno schianto ragazza?!» disse lei.
«anche tu non scherzi eh!» dissi io.
Ci avviammo verso le scale per poi scendere in salone.
Erano tutti lì, mancavamo solo noi.
«Ma finalmente eh» disse Lemina.
«scusateci» dissi semplicemente.
Simone mi si avvicinò e mi mise una mano sui fianchi per poi sussurrarmi all'orecchio "sei bellissima".
Gli diedi un bacio sulla guancia sotto gli occhi di Claudio.
Sentivo il suo sguardo brucarmi la pelle.
«Simo, ma Chiara?» gli chiese Claudio. «È andata dai suoi, torna domenica» rispose il lucano.
Mi faceva ridere.
Era infastidito o cosa?
Non gli diedi peso, o almeno ci provai. Anche se una parte di me sperava in quel pizzico di gelosia.
«Bene, usciamo?» propose Sami.
Annuimmo ed uscimmo di casa.
Eravamo una decina quindi decisero di prendere 3 auto: quella di Claudio, di Sami e Cáceres.
Giorgio, Leonardo e Gigi erano tornati a casa per stare con i bambini.
«Mario, Mario, e Stefano con me» disse Sami.
«Alex, Juan, Simone e Mire con me» disse Martin.
«Beh, il resto con me» disse Claudio. Lo disse con un tono che mi fece innervosire.
«Se ti dispiace portarmi in macchina faccio cambio con con Mire, cosi vado da Simone!» dissi guardandolo fisso negli occhi.
«come vuoi!» rispose. Andai verso Mire per dirgli di fare cambio. Scese dall'auto di Martin e andò a sedersi nell'auto di Claudio.
Mi sedetti accanto a Simone con una faccia che era tutto un programma.
«Avete litigato di nuovo?» mi chiese perplesso Simone.
«Non sopporta nemmeno la mia presenza!»
Simone mi abbracció le spalle e mi avvicinò a se per farmi appoggiare al suo petto.
Stavo male.
Lo stavo amando ed odiando allo stesso tempo.
«Si risolverà tutto, tranquilla. Ci sono io» mi sussurrò all'orecchio.
Sorrisi.
Quell'abbraccio sapeva tanto di fratello maggiore. Un abbraccio pieno di affetto e protezione.
Stetti in silenzio fino all'arrivo in quel pub a Piazza Castello.
Era intimo, lontano da occhi indiscreti. Ci sedemmo attorno ad un lungo tavolo. Ero tra Tara e Simone e di fronte a me c'era "Mister Simpatia".
Non volevo nemmeno guardarlo. Non volevo fargli capire che le sue parole ogni volta mi facevano un male cane.
Il cameriere arrivò a prendere le ordinazioni. Tutti presero la birra, tranne me e Tara che prendemmo due Sex on the beach.
Nel frattempo chiacchieravamo tra noi.
Sentivo costantemente i suoi occhi su di me. Mi scrutava.
Quando il cameriere tornò per servirci le ordinazioni, il mio bicchiere fu l'ultimo che appoggiò sul tavolo, mi fece un occhiolino e tornò dietro al bancone.
Era bruno, occhi verdi e un bel fisico.
Sollevando il bicchiere vi trovai sotto un biglietto...l'aprì.
"Chiamami!
Luca."
E c'era il suo numero di telefono.
Simone mi strappò il biglietto dalle mani.
«ficcanaso» gli feci una linguaccia.
«sono curioso» disse per poi leggere.
«Hai già fatto conquiste! Brava!» disse Simone facendomi i complimenti.
«Nessuna conquista. Ha voluto far il tipo perché sono qui con voi» dissi con nonchalance sorseggiando il mio drink.
«Certo che tu gli uomini li distruggi così però» disse Sami.
«Macchè! Semplicemente li conosco molto bene e so che è come dico io!» dissi stavolta guardando proprio quegli occhi azzurri che amavo tanto.
Mi fissava anche lui, con un velo d'amarezza.
«Sarà...» disse Paulo.
«No, fidati è così. Le è già capitato quando-» le diedi un calcio sotto la sedia.
«Ahia! Ma sei matta?» disse lei toccandosi la caviglia.
«No, sei tu che parli troppo!» risposi.
«Quando cosa?» esordì Paulo.
«Quando niente! Poi ne riparleremo!»
dissi non ammettendo repliche.
Claudio si alzò in piedi ed uscì dal locale. Non capimmo il perché.

CLAUDIO'S POV:
Le è arrivato un bigliettino dal barista. Non si può nemmeno bere in santa pace che c'è il tizio di turno pronto a provarci.
Ho sentito una rabbia crescermi dentro mai provata.
E anche un po' di fastidio.
Tutto questo in un giorno. Sarà che esiste davvero il colpo di fulmine ed io ne sono vittima anche se ho una moglie?
Forse è vero. Per Roberta provo solo un profondo affetto ormai,ma non ho il coraggio di lasciarla.
È quasi un anno che ormai non facciamo altro che discutere.
Anche per delle stupidaggini.
Magari c'era bisogno dell'arrivo di Emma per farmelo capire.
Emma.
L'ho trattata come uno straccio stasera, solo per tenerla lontano da me e dalla situazione in cui mi trovo.
Sto impazzendo però.
Ero così nervoso che diedi un pugno al muro.
Sentì dolore ma non uscì sangue per fortuna!
Dopo poco la vidi uscire con un pacchetto di sigarette in mano.
Ma che fa, fuma?

EMMA'S POV:
Non capì perché Claudio fosse uscito così.
Nonostante mi avesse trattata malissimo ero preoccupata.
Così decisi di andare a fumare e così controllare che stesse bene.
Uscì fuori dal pub e l'aria gelida della notte mi avvolse, provocandomi dei brividi lungo la schiena.
Accesi la mia Marlboro rossa e feci uscire il fumo dal naso.
Lo vidi seduto su una panca che si toccava le nocche arrossate della mano destra.
«che hai fatto?»gli chiesi sedendomi.
«fumi?» chiese a sua volta.
«Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda.» dissi io.
«non ho fatto nulla, ho sbattuto» disse sperando che gli credessi.
«fumo quando sono nervosa» risposi io alla sua domanda.
«ed ora sei nervosa? Perchè?»
«A causa tua!» dissi abbassando la testa.
Mi trattava male e poi si interessava a me. Era tutto così strano.
Si avvicinò e mi prese una mano.
Si tolse la giacca e me la appoggio sulle spalle. Profumava li muschio e di Claudio, un mix perfetto!
«sei gelida» disse dopo.
«grazie» gli sorrisi.
Poi mi si avvicinò ancora di più, mi sfiorò col pollice le labbra.
«sono così belle» disse, poi continuò, soffiando su di esse.
«Tu sei così bella ed io -» poi ci ripensò. Mi lascio le mani.
«ed io non posso. Dimentica tutto. Sarebbe solo un errore.» quella frase mi spezzo il cuore in mille pezzi.
Mi alzai e mi tolsi la giacca gettandogliela in faccia.
«sai cosa? Io non ti capisco. Stamattina eri socievole, poi mi hai evitata trattata di merda e ci sto male. Non mi vuoi accanto a te? Okay! Non pensavo fossi così stronzo!» dissi infine.
«Lo so. Ma è meglio così.»
«Vuoi davvero che ti eviti?»
«Si, fai finta che io non esista!» me lo gridò quasi, guardandomi negli occhi.
Tornai nel locale.
Mi sedetti tra i miei amici e mi alzai a fine serata.
Nonostante mi guardasse di sottecchi con la faccia da cane bastonato, evitavo il suo sguardo.
Come se non esistesse.
Lui mi aveva chiesto questo.
Dopo una mezz'oretta tornammo a casa.
Salutai i ragazzi e poi abbracciare Simone che mi disse in un sussurro "Ci sono io. Ti aiuto io."
Gli diedi un bacio sulla guancia sotto gli occhi di Claudio che si volto per poi andarsene in salone.
Tara salutò Paulo e tutti gli altri per poi salire insieme ed andare in camera.
Misi il pigiama, cioè una delle magliette di mio padre. Mi piaceva dormire così. Era un modo per sentire mio padre più vicino.
Andai in camera di Tara e scoppiai in un pianto liberatorio.
Tara mi strinse a sé e, tra le braccia della mia migliore amica, che mi consolò insultando Claudio come non mai, caddi tra le braccia di Morfeo.

NOTA AUTRICE: Salve a tutti!
Claudio allontana Emma ma, come abbiamo visto, la desidera.
Quanto riuscirà a starle lontano?
Cosa combinerà Emma?
Scopriamolo insieme nel prossimo capitolo! Un bacio!❤

Io per te combatterei 8.000 guerre!❤ //Claudio MarchisioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora