Qualche giorno prima...
CLAUDIO'S POV
Roberta mi invio una busta gialla in quei giorni.
Pensavo fossero le carte del divorzio che molto volentieri avrei consegnato al mio avvocato per procedere con le pratiche.
Invece era tutt'altro.
Leggendo le varie carte scoprì che erano delle analisi.
Era una beta, dell'esame che le donne fanno per una possibile gravidanza.
Era risultata positiva.
All'interno della busta c'era anche un test e su attaccato vi era un biglietto con scritto:"Ho fatto prima il test ma non ero convinta. Spesso sbagliano.
Così ho deciso di fare le analisi e hanno dato esito positivo.
Sarai padre, Claudio.
Torna da me, da noi.
Cancelliamo tutto e ricominciamo.
Fallo per questo bambino."
Roberta.Mi è crollato il mondo addosso.
Sembra che alle volte il destino mi si rivolti contro.
Proprio ora che le cose sembravano andare piuttosto bene, arriva questo.
Non ci posso credere, né ci voglio credere.
Come è stato possibile?
Non facevo l'amore con lei da tanto, troppo tempo.
Come sia potuto succedere?
Rimuginai per ora su questa storia ma la mente era buia.
Totalmente. Non ricordavo niente.
Ed Emma?
Come avrebbe reagito a tutto questo?
Mi avrebbe lasciato sicuramente, ed io la amo troppo per perderla per una cosa di cui non sono sicuro.
Feci l'unica cosa che mi potesse permettere di pensare.
Nascosti la busta nel mio libro. Nella parete attrezzata del salone e corsi con i ragazzi ad allenarmi.Passarono alcuni giorni.
Quel pomeriggio avrei visto Roberta per parlare di quella situazione.
Ci saremmo visti in un bar nel centro di Torino.
Con Emma ero schivo, spesso brusco.
Avevo sempre paura di ciò che potesse chiedermi.
Spesso l'avevo trattata male.
Ma mi sarei fatto perdonare.
Lei in tutta questa storia non c'entra nulla, anzi.
Ne è vittima, come quel bambino.
Non potevo di certo chiedere a Roberta di abortire, impossibile.
È un bambino, cazzo.
Un essere umano.
Una creatura innocente, senza alcuna colpa.
Chi sono io per togliergli la vita!
Sono il suo papà, credo.
Pensando a tutta la faccenda, si fece ora e dopo una doccia post-allenamento tornammo a casa.
Aprimmo la porta e lei era lì, bella, ma con una espressione che non seppi decifrare.
Mi avvicinai...
«Tutto bene, amore?» le chiesi preoccupato.
«A meraviglia!» rispose scazzata e sbattè violentemente la porta d'ingresso e uscì correndo senza darmi il tempo di fare un passo.
Mi toccai i capelli sbuffando.
Che succede adesso?EMMA'S POV:
Chiamai mia madre piangendo raccontandole tutto...
«Amore mio, non voglio che tu soffra, ma ascolta. Sono stati sposati per tanto tempo. Non voglio pensare che lui non ti ami. Ma ha già sbagliato tanto con te. Doveva dirtelo.» mi disse lei dall'altro capo del telefono.
«Come si può nascondere un bambino? E poi mi ha tradita! Dopo tutto quello che abbiamo passato.» risposi piangendo a dirotto.
«Tesoro, parlagli e se non c'è via d'uscita lascia che torni da lei. Tu sei giovane, bella. Pensa al tuo futuro, hai una vita intera per pensare all'amore» mi disse lei. Aveva ragione.
Avrei parlato con lui.
Dovevo ancora capire tante cose.
Chiacchierai con lei ancora un po'.
Salutai mio fratello e mio padre e riattaccai.
Tornai a casa.
Quando entrai gli sguardi di tutti erano puntati su di me.
«Non c'è niente da guardare!» sbottai.
«Emma che hai? Stai bene?» mi chiese la mia migliore amica.
«Si, Tara. Sto benissimo. Vado di sopra. Non voglio vedere nessuno!»
Salii le scale con la voce di Claudio che mi intimava di scendere.
Lo evitai.
Mi gettai sul letto e, piangendo, mi addormentai.Al mio risveglio, in casa c'erano i ragazzi e Tara.
Claudio, Gigi e Leo erano usciti.
La mora non appena mi vide mi venne accanto.
«Ti va un giro? Così mi spieghi che succede?» annuì semplicemente.
Tornai in camera, feci una doccia bollente e poi indossai un jeans chiaro, un dolce vita panna e un cappottino marrone abbinato ai tronchetti che avevo ai piedi.
Poco trucco e capelli sciolti.
Scesi le scale, Tara era già pronta.
Salutammo i ragazzi e ci avviammo verso il parcheggio.
Mise in moto e sfrecciammo verso Torino.
Parcheggiammo a Via del Corso e ci avviammo verso un caffè poco distante.
Ci accomodammo e ,una volta ordinati due caffè macchiati, raccontai tutto alla mia amica.
Rimase esterrefatta.
«Ma come? Dopo quello che hai fatto per lui? Come ha potuto? Non ci voglio credere. Che figlio di buona donna!» disse acida.
«Non mi capacito che stia succedendo a me. Pensavo che non gli facessi mancare nulla, che andasse tutto bene. Credevo addirittura che mi amasse. Invece no. Mi sento usata!»Parlammo ancora per un po', anche di lei e di Paulo.
Le cose tra loro andavano a gonfie vele ed io non potevo che essere felice.Erano le 19:30 quando decidemmo do tornare a casa.
Pagammo e uscimmo. Imboccammo una piccola stradina per abbreviare e in un piccolo bar quasi verso il centro vidi Claudio e Roberta seduti ad un tavolo. La busta che avevo visto ce l'aveva lui tra le mani e teneva le mani a lei. Le si vedeva un leggero gonfiore. Il loro bambino.
Una lacrima scese sul mio viso.
Era tutto vero.
Claudio si volto improvvisamente e ci vide. Sbiancó.
Mi allontanai e tirai per un braccio Tara verso l'auto.
«Emma» gridò lui alle mie spalle.
«Emma aspetta!»gridò ancora.
Mi voltai.
«So tutto! Basta prese in giro.
Auguri, sarai papà!» sputai quelle parole con tanto veleno.
«No, aspetta. Parliamone» Mi disse agitandosi. Cercando di spiegarsi.
Ci raggiunse fuori anche Roberta.
«Vi ho visti Claudio! Mi hai solo illusa!» mi asciugai le lacrime che prepotentemente solcavano in mio viso.
Mi girai di spalle pronta ad andare via.
Mi prese per un polso...
«aspetta..i-io posso spiegarti» disse balbettando.
«Lasciami! Mi fai schifo. Pensavo provassi qualcosa per me, invece hai mandato tutto a puttane! Non cercarmi più!» corsi via.
Tara mise in moto e sfrecciammo via.
So che avrei comunque dovuto affrontarlo di nuovo. Ma in quel momento non ero nelle condizioni giuste.Nota autrice: ragazze scusate se sono sparite. Ho avuto molto da fare. Ma tranquille sono tornata per scrivere e vi avviso che ci saranno tanti colpi di scema. Un bacio.💗😘
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Io per te combatterei 8.000 guerre!❤ //Claudio Marchisio
FanfictionAvevo un disperato bisogno di cambiare vita. Ero giunta al limite. Volevo dedicarmi alla mia passione e ai miei hobby: la scrittura e la pittura. Della scrittura ne avevo fatto la mia professione. Ero la classica ragazza che faceva tutto ciò che le...