Capitolo 23

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Il mio rapporto con Claudio era sostanzialmente stabile, ma negli ultimi giorni era sempre con la testa tra le nuvole, poco socievole e suscettibile. Non me lo spiegavo.
Poi capii per poteva essere un fattore di stress e lo lasciai perdere.

Stavo sistemando un po' casa.
Ero da sola.
Quei ragazzi sono proprio un branco di capre alle volte.
Sarebbero capaci di far saltare in aria una casa e far finta che non sia successo nulla.
Tara era a lavoro, io avrei iniziato nel pomeriggio quindi potevo occuparmene tranquillamente.
Iniziai a spolverare la parete attrezzata che è in salone quando, con un movimento brusco, feci scivolare un libro a terra.
Era l'autobiografia di Claudio.
"Nero su bianco".
Scesi dallo sgabello e lo raccolsi.
Era un libro fantastico, molto introspettivo.
Ho aiutato Claudio a impostarlo, ma il resto è venuto da sé.
Mi ha resa felice il fatto che abbia voluto condividere con me pezzi della sua vita, pezzi importanti di sé.
Mentre stavo per riporlo, noto a terra una busta bianca.
La raccolsi e lessi proprio il nome di del numero 8.
Presa dalla curiosità, l'aprii.
Erano delle analisi.
Specificamente una beta e una ecografia.
Ma non la mia.
Era di Roberta.
Era incinta, di 6 settimane.
Dietro le analisi una biglietto:
"Torna da me, abbiamo bisogno di te.
Sono incinta, è tuo.
Tuo figlio.
Non abbandonarlo."
-Roberta.

Rimasi pietrificata.
Un figlio.
Un figlio.
Un figlio.
Il mio cervello era andato in tilt.
La parola figlio mi rimbombava in testa in una maniera quasi deplorevole, mi scoppiava tutto.
Le lacrime copiose solcarono a causa sua ancora una volta il mio viso.
Capii che stavolta era davvero finita.
Che la felicità per noi era quasi un aggettivo quasi impossibile, inesistente.
Come aveva potuto tradirmi?
Non riuscivo a dare una spiegazione a questo.
Gli ero stata accanto, senza fargli mancare nulla.
L'ho sempre supportato e ancora una volta non l'ha capito, ancora una volta mi ha delusa.
Era il nostro sogno avere un bambino e adesso a distanza di tempo spunta lei e il suo fagiolino.
Ma stavolta non gli avrei più dato l'agio di farmi soffrire, ne di stare male.
L'avrei affrontato.
Mi asciugai frettolosamente le lacrime, mi ricomposi e dopo un bel respiro profondo riposi tutto e continuai a pulire.
Si fece subito orario, li sistemai e, dopo aver preparato il pranzo agli affamati, andai a lavoro.
Sul ciglio della porta incrociai il suo sguardo.
Mi si avvicinò...
«Tutto bene, amore?» mi chiese col suo fare quasi innocente.
«A meraviglia!» risposi scazzata e sbattei violentemente la porta d'ingresso.
Come può essere così cinico?
Come può fare finta di nulla?
Corsi in lacrime verso il mio ufficio.
Mi gettai sulla poltrona e digitai il numero di chi non mi aveva mai abbandonata...
«Pronto? Emma, amore» disse la donna all'altro capo del telefono.
«Mamma, aiutami...»

CLAUDIO'S POV:
Mi ha quasi ringhiato contro, senza un motivo.
Sarà che le avrò trasmesso il mio malessere di questi giorni.
So di essere stato irascibile ma ora sto cercando di essere me stesso.
Ciò che mi ha turbato sono state le analisi che Roberta mi ha fatto inviare per posta facendomi vedere che era incinta di sei settimane di me ed una piccola ecografia.
Mi sono scervellato cercando di ricordare il momento in cui io e lei abbiamo avuto rapporti.
Ma non ricordo.
Buio totale.
Da prima che la lasciassi non riuscivo nemmeno a baciarla, ed ora un figlio?
La situazione non mi quadrava per niente. Dovevo vederci chiaro.
Emma dovrà aiutarmi.
«Clà, tutto bene? È successo qualcosa? Mi sembri turbato...» mi chiese Gigi sedendosi accanto a me.
«Tutti bene, Gigi. Sono solo un po' stanco, sai? Credo che andrò a riposare.» gli battei un colpo di intesa su di una spalla e andai al piano di sopra. Dritto in camera mia.
Mi sdraiai sul letto e cominciai a pensare...
"Un figlio ti cambia la vita, non sei più tu. È vero, ti riempie la vita di gioia e ti completa, ma solo se accanto hai la donna che ami, con cui hai creato un progetto di vita.
Una donna che ti faccia sentire realizzato e il re del suo piccolo.
Che ti renda partecipe delle sue giornate, delle sue risate, dei suoi sorrisi, dei suoi primi passi, delle sue prime paroline.
Che ti chieda una mano quando le notti insonnie saranno troppe e la stanchezza incombe.
Che ti telefonerá ad ogni ora per raccontarti le piccole imprese del piccolo.
Ecco cos'è una donna.
Ecco cos'è una famiglia.
Ed io un progetto così lo voglio esclusivamente con Emma."
Pensando a ciò mi alzai dal letto certo che la situazione si sarebbe risolta e che tutto avrebbe avuto una spiegazione.

Io per te combatterei 8.000 guerre!❤ //Claudio MarchisioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora