Capitolo 26

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EMMA'S POV:

Tara mi accompagnò a casa mi Marco e Ricky. Mi aiuto a portare su la valigia e poi tornò a casa dopo esserci strette calorosamente in un abbraccio.
Quando suonai al campanello, l'unica cosa che seppi fare all'apertura della porta è sprofondare tra le braccia del mio amico.
Per un attimo mi sentii protetta.

CLAUDIO'S POV:

«Lasciami! Non si può essere mai felici con te!» gridò.
«Che vuoi dire? Che non ti ho dato niente?!» a quelle parole sbiancai.
«No, dico che con te un momento ti trovi in paradiso e subito dopo all'inferno. Ti odio, Marchisio.
Ti odio!» me lo gridò con rabbia con le lacrime a fiumi sul viso e il trucco sciolto.
Chiuse sbattendo la porta alle sue spalle.

E fui di nuovo solo.
Solo con il mio dolore, con i miei demoni che mai come in quel momento mi stavano mangiando l'anima.
Ero solo con i miei problemi.
Con Emma al mio fianco ero sempre riuscito a gestire le situazioni e trovare una soluzione, perché LEI mi sopportava ma, più di tutto, mi supportava.
Mi stava accanto e credeva in me quando nemmeno io volevo essere me stesso.
Era l'unica donna che avrei voluto accanto.
Avete mai sentito parlare del "per sempre"?
Beh, io prima di lei nemmeno sapevo cosa fosse.
Si, ero stato sposato ed avevo tutto ciò che si potesse desiderare.
Mi godevo tutto alla giornata, sperando che il giorno successivo fosse migliore del precedente.
Il "per sempre" era un tempo indefinito, conoscevo il significato in teoria, ma non sapevo cosa fosse nella pratica.
Eppure dopo quelle piccole battaglie che io e lei abbiamo combattuto fianco a fianco, ho capito cosa sia il "per sempre".
E il mio "per sempre" è Emma.

Capisci di volere con te per sempre una persona quando il suo star bene è diventa il tuo, quando il suo sorriso fa nascere il tuo, quando il suo amore è ciò che ti basta per aprire gli occhi al mattino ed essere felice.
Emma per me è stata una boccata d'aria fresca, la mano tesa pronta a rialzarmi nelle mie cadute, il mio rifugio, il mio inizio e la mia fine.
Ecco.
Se dovessi finire i miei giorni domani, io li vorrei finire accanto a lei.
Perché lei più di ogni altra ne vale la pena.
Con Roberta non so come andrà a finire, ma so che non starò con lei.
Perché non la amo e non posso ne voglio fingere.
Farò impossibile per mettere un punto a tutto questo.
Emma è mia e farò di tutto per riprendermela.

Non so dove sia andata con quella valigia preparata in fretta e furia, e questo mi preoccupa.
Ero sconfortato.
«Dove è andata? Tara ti prego, almeno tu. Aiutami almeno tu» chiesi quasi con tono supplichevole.
«Senti, Claudio. In questo momento mi sto trattenendo dal tirarti un pugno in faccia perché anche stavolta sei riuscito a rovinare tutto.
Andava a gonfie vele fino a due giorni fa e speravo con tutta me stessa che il tutto sarebbe andato ancora meglio, con la vostra stabilità e la voglia di costruire. Di progettare davvero un futuro insieme. Era questo tutto ciò che Emma desiderava. Perché come ha amato te per quasi 10 anni non ha mai amato nessuno. Ma a te non è bastato, dovevi rovinare tutto di nuovo! Ci godi a vederla soffrire?» Tara mi guardava con gli occhi rossi e una rabbia mai vista.
Come dare torto anche a lei.
Ogni santissima volta ero io a mettere in bilico il nostro rapporto, ed ogni volta lei era così forte da perdonarmi e lottare con me.
Io invece con lei non l'ho mai fatto.
Forse perché cercava di non farmi pesare i suoi problemi, le sue paranoie o frustrazioni.
Mi sorrideva e diceva sempre "Va tutto bene, amore. Tranquillo."
Che idiota che sono.
Non sono mai riuscito a mettere nei suoi panni e chiederle se ci fosse davvero qualcosa che andasse o no.
Dovevo cambiare.
«Tá, per favore. Dimmi dov'è. Voglio sapere se dov'è è al sicuro. Se starà bene. So di aver sbagliato ancora ma ti prego, dimmelo.
Sto cercando di risolvere tutto questo. Vorrei chiudere gli occhi e riaprirli e capire che è solo un incubo.
Che non sta succedendo realmente.
Perché non sono sicuro che quel bambino sia mio, per questo non le ho detto nulla. Capiscimi almeno tu» dissi sedendomi sul divano.
«Come non sei sicuro? Mi prendi per il culo Clà?»
«No, assolutamente. Io non ricordo di aver avuto rapporti con lei in quel maledettissimo bagno, ma lei dice di si e che eravamo ubriachi fradici. Ho parlato con Simone mi ha parlato di quella sera in discoteca prima delle vacanze e che Roberta fosse anche lei lì. Abbiamo parlato ma io non ricordo proprio. È la sua parola contro la mia.» strinsi le mani in un pugno tanto forte che le nocche sbiancarono.
Dovevo pensare a qualcosa da fare alla svelta.
Per mettere un punto reale a tutto questo perché sto diventando matto.
«Clá se è come dici tu devi fare qualcosa al più presto per scoprire la verità. Se posso aiutarti, chiedi.» la mora mi battè una mano sulla spalla prima di aprire la porta di casa.
«Ah, Clá?» alzai la testa di scatto.
«Emma sta da una coppia di amici. Sta bene, non è sola.»
«Grazie Tara» la ringraziai e la ragazza chiuse la porta alle sue spalle.
Sapere che non fosse sola mi consolava almeno un po'.
Non solo dovevo affrontare l'argomento "Bambino" ma dovevo e volevo riprendermi Emma.
Volevo cambiare perché lei lo meritava.
Meritava il meglio, forse io non lo ero  e non lo sarei mai stato, ma sono così egoista se dicessi che non voglio che qualcuno al di fuori di me possa starle accanto? Perché voglio solo io renderla felice? Perché la amo?
Beh, se questo significa essere egoista, voglio esserlo fino alla morte.
Ma soprattutto, voglio esserlo perché me la vado a riprendere anche se mi dirà che non è giusto per il bambino, che le ho mentito, che è finita.
Voglio essere perché voglio riconquistarla ogni giorno, anche col rischio di fallire.

Rimuginando su questa sorta di "catastrofe" che si era abbattuta su di me, mi venne un'idea.
Rischiosa, ma era essenziale per scoprire la verità.

*****
In quella settimana...

A Napoli si respirava un aria di alte tensioni per via del calcio mercato.
La Juventus aveva speso per l'acquisto di Higuain 90 milioni di euro, pari alla clausola rescissoria del giocatore stabilita dal Napoli. Il contratto di Higuain alla Juve è di 5 anni, a 7,5 milioni di euro netto l'anno.
Un tradimento, un'offesa alla città e ad un popolo, una pugnalata alle spalle, qualcosa che non si può perdonare. I tifosi del Napoli e Gonzalo Higuain, una storia d'amore finita male.
Negli spogliatoi, la rosa era ancora incredula.
A Napoli il centravanti argentino aveva conquistato tutti e il pensiero che avrebbe lasciato Napoli per la "vecchia signora" era un affronto troppo grande.
Se proprio i suoi compagni non riuscivano ad accettare il suo addio alla maglia azzurra, per Gonzalo il pensiero principale fu un altro: Emma.
Da quel momento sarebbero appartenuti allo stesso mondo, allo stesso Club.
Al pensiero di ciò Gonzalo sorrise.
Forse era un segno del destino?

Note autrice: belle mieeee!😍💗
Finalmente ho aggiornato.
Ecco la sorpresina.
Mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate. Un bacio grande.😘

Io per te combatterei 8.000 guerre!❤ //Claudio MarchisioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora