Dalla partita contro il Borussia passarono più di due settimane e Natale era alle porte.
I ragazzi fecero lo shooting a cui non partecipai.
Non me la sentivo.
Al mio posto li accompagnó Pavel.
La sfilata si sarebbe svolta a Gennaio a Milano, a Piazza Duomo.
L'intera squadra aveva ricevuto l'invito, più il resto dello staff.
Anche io.
Ma ero indecisa sul da farsi.Il freddo di Torino ti entrava nelle ossa e non lasciava scampo.
Tutti dovevano essere vittime dell'influenza.
Però al contempo era una città meravigliosa.
Le case addobbate per il giorno tanto atteso e le strade innevate.
Dai negozi si sentiva una leggera musichetta che metteva tutti di buon umore.Io amo il Natale.
È sempre stato l'unico periodo in cui potevo trascorrere più tempo con la mia famiglia.
Papà a causa del suo lavoro non c'era quasi mai e mio fratello era all'università.
Io e mia madre eravamo spesso sole, quindi Dicembre era il mese in cui si stava insieme come un vera famiglia.Lo è anche quest'anno.
Avevo deciso di tornare a casa.
Avrei fatto una sorpresa a tutti.
Una settimana lontano dal caos di Vinovo mi avrebbe giovato.
La situazione con Claudio non era migliorata.
Lo vedevo tutti i giorni per casa e quando poteva tornava da sua moglie.
Per quanto stessi male, avevo promesso a Simone che non avrei più pianto perché, parole sue, non meritava le mie lacrime.
Quindi nel bene o nel male sfoderavo sempre un leggero sorriso.
Simone è la mia roccia.
Una presenza ormai fondamentale nella mia vita.
Senza di lui o Tara avrei sicuramente fatto qualche pazzia.Era il mio giorno libero, quindi decisi di uscire e comprare i regali per tutti.
Mancavano 3 giorni alla mia partenza, quindi dovevo sbrigarmi.
Decisi di comprare a tutti i ragazzi la stessa cosa.
Non volevo creare scompiglio tra loro per poi sentir dire "io sono più importante" o "io lo sono meno".
Entrai in una gioielleria molto rinomata a Torino e comprai a tutti un bracciale d'acciaio e cuoio con tre ciondoli: la mia inziale, la loro e tra le due un ciondolo a forma di nodo fatto con una corda in acciaio.
A Simone presi un cappello nero della Jordan che lui adora e lo stesso bracciale che avevo preso ai ragazzi. Con la differenza che al posto delle lettere vi erano due pezzi di puzzle incastrati tra loro con al centro di ognuno due omini (me e lui) che si tengono per mano e sotto una leggere scritta stilizzata "Forever".
Si, lui è la mia unica certezza, il mio per sempre.Tara, invece, voleva farsi un tatuaggio così le promisi che l'avremmo fatto insieme.
Presi quindi appuntamento col tatuatore.
Mi disse che, siccome aveva due ore buche, potevamo andare quel pomeriggio.A Claudio non avevo pensato.
Da un lato credevo non meritasse un regalo, dall'altro invece sarebbe stato poco carino farlo a tutti e a lui no.
Il regalo perfetto sarebbe stato trascorrere quel giorno insieme.
Aspettare la mezzanotte, scambiarsi i regali e trascorrere la notte insieme.
Ma anche il destino ci ha remato contro.Entrai in un negozietto e girovagai tra gli scaffali.
Poi vidi un album da raccolta sui cui era possibile sia scrivere che incollare foto.
La copertina era di cuoio con qualche ghirigoro.
Sulla prima pagina c'era scritto:
"La mia vita ricomincia da qui...".
Era il regalo giusto.
Quell'album avrebbe raccontato della sua vita dopo di me.
Della sua "nuova" vita con Roberta.
Lo comprai facendolo confezionare in maniera impeccabile.Mangiai un panino al volo e poi proseguì con gli acquisti.
Dopo i regali per i ragazzi mi dedicai a comprare i regali per la mia famiglia.
A mia madre comprai il profumo di Armani che lei ama tanto.
A mio padre e a mio fratello un' abbonamento in tribuna per tutta la stagione.
Erano juventini sfegatati e magari questo ci avrebbe avvicinati di più.
Prima di tornare a casa mi fermai dal giornalaio a prendere delle riviste.
Su un noto giornale vi era una foto in prima pagina che mi fece crollare ancora una volta il mondo addosso.
"Marchisio-Sinopoli: riconciliazione sotto casa." Citava l'articolo.
E poi un paio di foto dove si abbracciavano e baciavano.
Rimasi immobile per qualche istante, poi presi le riviste di cui avevo bisogno e uscì dal negozio.
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Io per te combatterei 8.000 guerre!❤ //Claudio Marchisio
FanfictionAvevo un disperato bisogno di cambiare vita. Ero giunta al limite. Volevo dedicarmi alla mia passione e ai miei hobby: la scrittura e la pittura. Della scrittura ne avevo fatto la mia professione. Ero la classica ragazza che faceva tutto ciò che le...