CLAUDIO'S POV:
Al mio messaggio non rispose.
Forse non l'aveva ancora letto, forse lo aveva cancellato, forse non so.
Potevo capire benissimo come si sentisse.
Non avevo fatto del male solo a lei, ma anche a me stesso.
Magari non mi avrebbe nemmeno creduto. E come biasimarla?!
Non avrei mai dovuto accettare quella soluzione così stupida.
Speravo vivamente che dopo quel periodo di "vacanza" sarebbe tornata da me.
Alla sua vita.
Alla nostra vita.
Ma sapevo che, anche se fosse tornata, forse le cose non si sarebbero risolte con un semplice "scusa".
Lo sapevo benissimo.
Invece, nel caso in cui avrebbe deciso di restare a Napoli, sarei corso a prenderla seduta stante!La mattina di Natale, dopo essermi acchittato per volere di Roberta, scesi in salone.
«Finalmente una cravatta!» esclamò entusiasta vedendomi indossare un completo elegante che non fosse quello della società.
«Oggi si» risposi.
Mi si avvicinò e cercò di baciarmi. Voltai il viso.
Non riuscivo a toccare un'altra che non fosse Emma, nonostante Roberta fosse stata mia moglie per anni.
«Buon Natale, amore» mi sussurrò all'orecchio.
«Buon Natale» risposi baciandole la fronte. Dopo aver sorseggiato il caffè, la salutai e decisi di fare una visita a Vinovo. Ci saremmo scambiati i regali proprio lì. Poi sarei tornato a casa per stare insieme alla famiglia, anche se avrei voluto mollare tutto e prendere il primo aereo diretto a Napoli!Erano quasi le 11:00 quando entrai a casa Juve.
Avevo messo tutti i regali in un'enorme shopper natalizia.
La maggior parte dei ragazzi era lì.
«Buon Natale» dissi entrando mostrando un sorriso tirato.
«Non ridere troppo sennò ti viene una paralisi eh! Buon Natale!» disse Simone abbracciandomi e dandomi una pacca sulla spalla.
Poi salutai tutti gli altri.
Dopo un po', ci sedemmo sui divani in salone per scambiarci i regali.
All'appello mancava Tara.
«Paulo, ma la ragazza tua?» gli domandai.
«Mi ha detto che andava a prendere una sorpresa» rispose lui.
Scese dopo un po' di minuti con in mano una grossa busta natalizia.
«Buon Natale!» gridò dalla seconda rampa di scale.
«Buon Natale!» rispondemmo in coro.
Appena fummo tutti insieme ci scambiammo e scartammo i regali.
Eravamo decisamente poco fantasiosi in fatto di regali.
Ricevetti 3 cravatte, dei boxer rossi, sciarpe, cappelli e via dicendo.
Appena finimmo di scartarli e prenderci in giro per il cattivo gusto, Tara prese la parola.
In quel momento sentì che mi sarei sentito male!TARA'S POV:
«Ragazzi, nonostante Emma oggi non sia qui con noi, prima di andare via a preso un pensiero per ognuno di voi. Ci teneva molto.
Perché ormai vi considera la sua seconda famiglia.» dissi.
Emma mi mancava tanto.
Non siamo mai state lontane per troppo tempo.
Nemmeno durante i nostri litigi che, per quanto seri fossero stati, non c'hanno mai separate.
Una volta a pioveva a dirotto e avevamo litigato.
Stavamo così male che per per far pace corremmo sotto la pioggia l'una dall'altra stringendoci in un abbraccio fortissimo.
Eravamo unite e questo non sarebbe mai cambiato.
Presi i regali, e iniziai a distribuirli a tutti i presenti.
Erano felici.
Alla fine diedi il regalo a Simone.
«Sapeva che lo volevi. Apri!» il lucano come un bambino scartò il regalo e rimase senza parole.
«Io la amo troppo quella nanetta» disse tutto contento.
Sorrisi.
I regali piacquero a tutti.
Ma non era ancora finita.
Claudio s'alzò per andare via.
«Marchisio, vieni qua!» gli imposi.
Fece retro fronte e mi venne accanto.
«Questo è per te!» gli porsi il suo regalo.
Anche se a parere mio quello lì meritava tutto tranne che un regalo.
Si sedette e lo aprì lentamente.
Quando vide che dentro al pacchetto era custodito un album sorrise, ma quando lesse la frase smise.
"La mia vita ricomincia da qui..."
Capi subito a cosa alludesse con quella frase stampata sulla prima pagina. Aveva deciso che le loro strade per un bel po' non si sarebbero più incrociate. Prese l'album tra le mani e lo strinse a se come se fosse una delle cose più belle che avesse mai avuto tra le mani.
Aveva un'espressione persa e triste. Mi faceva quasi tenerezza, ma poi ripensandoci era giusto che anche lui soffrisse come stava soffrendo Emma.
L'avevo sentita poco prima per scambiarci gli auguri.
Aveva un tono di voce che non riuscì a decifrare.
«Ragazzi, c'è anche questa» presi dalla busta anche la lettera che aveva scritto, l'aprì e iniziai a leggere:"Chi lo avrebbe mai detto che un giorno mi sarei trovata qui a scrivervi? Io no.
Eppure l'ho fatto.
Il mio cuore è diviso: una parte qui e una parte a Napoli.
Se Tara vi starà leggendo questa lettera significa che vi avrà già dato i miei regali per voi.
Se sono uguali c'è un perché. (sorrisero tutti.)
Ho scelto di farli tutti i uguali perché per me siete tutti importanti. Siete tutti ormai una parte essenziale della mia vita.
Cambia solo l'iniziale del vostro nome.
Il cuore e incastrato nel pallone perché è grazie al calcio che ho imparato ad amarvi.
Spero vi siano piaciuti.
Paulo, tratta bene la mia ragazza o giuro che ti decapito! (Paulo mise su una faccia da finto traumatizzato!)
Scherzo, Joya!
Simo, vabbè.
Tu sai cosa sei per me, non ci sono parole per descriverti.
O forse una: roccia!
Si. Sei come una roccia. La mia roccia.
Sei quello che mi tiene testa, che mi sta accanto, che mi consiglia, che accetta ogni giorno ogni mio capriccio.
So che volevi restassi per passare il Natale insieme, ma non ho potuto.
Dovevo tornare per Maicol.
Lo sai. (Simone aveva gli occhi lucidi. Poi sorrise leggermente.)
Tà so che non condividi la mia scelta, ma un giorno capirai.
Mi mancherai come l'aria.
E mi mancherà anche correre per l'isolato con addosso il pigiama per venirti incontro come quando eravamo bambine. Ricordi? (Avevo gli occhi lucidi, ma ricordando proprio quel momento scoppiai a piangere)
Bene, che dire?!
Vi voglio bene, ragazzi. Tanto.
Buon Natale a tutti!❤
A presto."
Emma.
Le lacrime solcavano impetuose il mio viso. Paulo mi abbracciò e mi baciò la testa.
A Claudio non aveva scritto nulla.
Credo che da sé avesse capito che non se la sentiva di scrivere nei a lui e ne di lui. Sembrava quasi disperato.
Speravo con tutta me stessa che sarebbe tornata presto da noi.EMMA'S POV:
La mattina di Natale fu un caos totale!
C'era un gran via vai in casa, tra parenti e amici.
Fisicamente ero lì con loro.
La mia testa era a Torino invece.
Era con i ragazzi, era con Simone, era con Tara.
Era con Claudio.
Era un pensiero costante nella mia testa.
Un pensiero bellissimo e doloroso allo stesso tempo.La giornata la trascorsi tra regali, auguri e messaggi.
I ragazzi mi inviarono messaggi di ringraziamento per i regali che avevo fatto loro.
Ero felice che fossero piaciuti.
Tara, invece, la sentì la mattina.
Claudio mi chiamò un paio di volte, ma non risposi. Sapevo che se l'avessi fatto avremmo litigato.A risvegliarmi dai pensieri fu il suono del mio cellulare.
Lessi il nome. Era Simone.
Risposi subito.
«Hey»
«Hey, nanetta. Ma ti sei impazzita?»
«Che ho fatto oh?»
«I regali. Ti saranno costati un occhio. E il cappello? Come facevi a sapere che lo desideravo?» era molto sorpreso. Sorrisi.
«Per due settimane hai ripetuto che avevi visto nella vetrina di un negozio in centro un cappello fighissimo e che quando avresti avuto tempo l'avresti comprato. Eh beh! Io avevo tempo e sapendo quanto ti piacesse bo deciso di prendertelo!» risposi soddisfatta.
«Sei la migliore!»
«Lo so perché un'altra che ti sopporta come me non la troverai mai» dissi ridendo.
«Spiritosa» disse sarcastico.
«Lo so. Lo so»
Poi si zittì all'improvviso.
«Simo, che succede?»
«Emma, stamattina, quando Tara ha distribuito i regali, Claudio era qui.
Quando gli ha dato il tuo regalo gli brillavano gli occhi. Poi quando ha letto la frase sulla prima pagina gli si sono velati gli occhi di lacrime.
"La mia vita ricomincia da qui..."
Ma come ti è venuto in mente?
Mettiti in testa una cosa! Quello lì per quanto sia stato stronzo ti ama troppo. Senza di te ormai non campa più. Ha stretto l'album a sé e non ha detto una parola. Sta da schifo per quello che ha fatto. Abbiamo anche litigato, ma quando torni parlatene. Ne avete bisogno.»
Concluse il suo discorso così.
«Tu lo sapevi? Perché non me l'hai detto?» dissi scioccata.
«Mi ha raccontato tutto in macchina, quando eri alla stazione. Voleva fermarti ma non ci é riuscito. Eri già salita sul treno. Gli ho detto che aveva fatto una cazzata assurda ma se ne era reso conto da solo. Per questo é corso da te.» disse.
«Se sapeva che appunto era una cazzata ci doveva pensare prima. Ho pianto troppo per lui. Ora basta.
E poi non so quando torno.» ero intransigente.
«Tu tornerai eccome. Altrimenti ti vengo a prendere io e ti trascino a Torino» rispose.
«Certo, come no. Ora vado, ci sentiamo dopo. Ciao Zaza» gli mandai un bacio.
«Ciao scricciolo e pensa a quello che ti ho detto. Siete destinati ormai.» staccammo contemporaneamente il cellulare.
Mi gettai sul letto.
Tra me e Claudio è sempre una guerra:
C'amavamo.
Litigavamo.
Ci lasciavamo.
È stato così dal primo momento.
Come facevamo ad essere "Destinati"?
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Io per te combatterei 8.000 guerre!❤ //Claudio Marchisio
FanfictionAvevo un disperato bisogno di cambiare vita. Ero giunta al limite. Volevo dedicarmi alla mia passione e ai miei hobby: la scrittura e la pittura. Della scrittura ne avevo fatto la mia professione. Ero la classica ragazza che faceva tutto ciò che le...