Capitolo 8

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Tornai a casa molto tardi.
Erano tutti a dormire.
Mi tolsi i tacchi e me ne andai in camera mia.
Misi una canotta e una culotte e mi misi sotto le coperte chiudendo gli occhi.

Mi giravo e rigiravo nel letto, ma il sonno non voleva saperne di arrivare.
Pensavo a Claudio.
Mi mancava, nonostante il nostro litigio.
Sapere che pensasse che fossi ancora innamorata di Gonzalo mi aveva annebbiato la vista.
Amavo la sua gelosia. L'avrei amata ancora di più se avesse parlato con Roberta per chiederle il divorzio, ma non è accaduto.
Quindi, fino ad allora, nonostante lo ami alla follia, gli starò alla larga.

Mi alzai dal letto.
Scesi in cucina a bere un bicchiere d'acqua.
Presi la brocca dal frigo e quando mi voltai sussultai dallo spavento.
Claudio era appoggiato allo stipite della porta. Era a torso nudo.
Feci finta di niente.
Riempì il bicchiere, bevvi  e, una volta riposto tutto, uscì dalla cucina.
Mi prese per un polso.
«Clà, lasciami» dissi restando di spalle. Si avvicinò e appoggiò le sue grandi mani sulle mie spalle.
«Piccola, ascoltami.» mi disse dolcemente.
Mi voltai.
«cosa devo ascoltare? Altre bugie?»
«No, ascolta. Quando sei uscita, sono tornato a casa.»
«Ma che bello sono-» mi tappò la bocca.
«E sta zitta! Ho parlato con Roberta e  le ho chiesto il divorzio» disse toccandomi il viso e togliendo la mano dalla mia bocca.
«Davvero?» alzai lo guardo per incontrare i suoi occhi.
Quegli occhi che mi fanno battere il cuore di più ogni giorno che passa.
«Si, piccola, si. Ora possiamo stare insieme. Gridarlo a tutti.
Dire che sei tu che mi fai battere il cuore. Che sei tu il centro dei miei pensieri» disse sorridendo.
Si avvicinò ancora di più al mio viso.
«Ti amo» mi disse sottovoce.
«Ti amo» risposi.
Mi baciò con passione prendendomi in braccio.
Legai le mie gambe al suo bacino e ci baciammo per un tempo indefinito.
Le sue labbra erano perfette, avevano un sapore dolce.
Sapevano di menta e di lui.
Un mix perfetto!
Salì le scale con me in braccio, per poi andare in camera sua.
Mi adagiò sul letto e restammo a baciarci e a coccolarci fino a quando Morfeo non venne a bussare alla mia porta.
Claudio mi teneva stretta a sé e le gambe incrociate alle mie.
«Buonanotte, piccola» disse baciandomi le labbra.
«Buonanotte amore mio» risposi crollando.
Le sue braccia saranno sempre il mio posto preferito.

La mattina mi svegliai alle 9:00.
Claudio dormiva ancora.
Era così bello.
Era rilassato e con un sorriso dolce sulle labbra.
Poteva dormire ancora un po' prima degli allenamenti, io invece alle 10:00 sarei dovuta andare in ufficio.
Provai ad alzarmi dal letto, ma mi prese per i fianchi gettandomi sotto di lui, iniziando a baciarmi il collo.
Era così sexy il suo modo di fare.
«Ma che bel buongiorno» dissi baciandolo.
«è bello se ci sei tu» mi baciò appassionatamente. La sua lingua giocava con la mia.
Avvolsi le gambe intorno al suo bacino mentre lui vagava con le mani sul mio corpo.
Accarezzava le mie gambe ed io i suoi capelli e la schiena.
Ci staccammo dopo un po'.
«Devo andare» dissi.
«Lo so.» disse sconsolato.
Mi alzai dal letto.
«Dai alzati campione, facciamo colazione insieme così poi vai agli allenamenti» dissi tirandolo per un braccio.
Sbuffò.
«E va bene! Ma solo perché poi non ti vedo fino al tardo pomeriggio» disse.
«Ma grazie amore!» dissi mettendo il broncio.
Baciò il mio broncio.
«Stasera ceniamo insieme, vero?» mi chiese speranzoso.
Annuì sorridendo.
«Bene, ora andiamo.»
Tornai in camera mia.
Feci una doccia veloce e poi indossai un paio di jeans skinny neri con abbinato un top senape e dei sandali dello stesso colore.
Lasciai i capelli sciolti e misi poco trucco. Presi la borsa e tornai in camera da Claudio che aveva indossato il completino della squadra.
«Sei bellissima» mi disse a fior di labbra.
«Anche tu» ricambiai il bacio.
Scendemmo mano nella mano.
«Stavolta spero sia definitivo!» disse Simone puntando il dito contro Claudio.
«Si, Zazzone. Ho chiesto il divorzio!» rispose lui.
«Bene. Allora auguri!» disse il lucano abbracciandomi.
Ci sedemmo a tavola insieme agli altri per fare colazione. Stranamente erano tutti svegli.
«Come mai svegli presto, stamattina?»
domandai ai miei coinquilini.
«Io vedo Chiara prima prima degli allenamenti!»rispose Simone.
«Salutamela.» gli dissi.
«La conosci?» mi chiese.
«Si siamo molto amiche, anche se non ci sentiamo da un po'» confessai.
«Io accompagno Tara a lavoro» rispose Paulo.
«Io vado a casa da mio figlio. Ha la febbre» rispose Leo.
«Oh, piccolo!» dissi dispiaciuta.
«Noi restiamo a casa a finire il torneo a Fifa» disse Mario.
«Voi siete malati» dissi ridendo.
«Hey, ci stai insultando» disse Sami simulando un colpo al cuore.
«Pazienza» dissi facendo spallucce.
Finita la colazione mi alzai salutando tutti per andare a lavoro.
Uscì di casa e Claudio con me per salutarmi decentemente.
«Volevi svignartela?» disse tenendomi per i fianchi.
«Chi io? Nah!» dissi con nonchalance.
«Non mi saluti?» disse mettendo il broncio.
«Certo» gli diedi un bacio all'angolo della bocca.
«E questo che saluto eh?»
«Il mio» dissi ridendo.
«mmm...a me piace più questo!» mi afferrò per il viso e baciò con tanta, forse troppa passione.
Qualcosa in me si smosse.
Lo desideravo.
ci staccammo dopo un po'.
Eravamo affannati.
«Ti amo» mi disse.
«Anche io» risposi prima di andare in ufficio.

Io per te combatterei 8.000 guerre!❤ //Claudio MarchisioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora