33.Something deeper.

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Lynsey's Pov

«Chiudi quella cazzo di bocca Connor!»

Una porta che sbatte mi fa sussultare,mi alzo da quello che da ben due settimane sembra essere il mio letto e vado verso la porta.

Sento Zayn urlare. È furioso.
Probabilmente uno dei suoi uomini avrà sbagliato qualche mossa o avrà semplicemente ucciso la persona sbagliata.

Si, sono già passate due settimane dalla mia fuga con Zayn e in questi giorni,ho davvero potuto constatare quanto quel ragazzo possa essere cattivo.

In questi giorni ho visto gente disperata che bussava alla sua porta, donne che pagavano somme di denaro elevate pur di riprendersi il marito o il figlio adolescente, ma anche giovani liceali che drogati venivano uccisi perché solo troppo incompetenti per una squadra del genere.

Ho visto il male con i miei occhi, ho visto la disperazione della gente che voleva uscirne ma non poteva farlo perché quando ne sei dentro, ne sei dentro fino alla fine.

Non appena vedo Connor, il maggiordomo di Zayn, chiudere la porta della sua stanza, decido di uscire dalla mia e andare nell'ufficio di Zayn.

Busso due volte, lui non risponde. Non lo fa mai in realtà. Così senza pensare più di tanto entro chiudendo la porta alle mie spalle.

Zayn si trova in uno stato pietoso. Siede sulla sua poltrona di pelle nera, ma questa volta non ha un solo bicchiere di alcool nella sua mano, ma un'intera bottiglia quasi vuota.

I suoi occhi rossi e pieni di rabbia mi incutono terrore. Quasi vorrei poter ritornare in camera mia ma non posso. Questa è la vita che mi sono scelta e devo affrontarla così com'è.

«Quante cazzo di volte devo dirti che ti è severamente proebito di varcare la soglia di quella porta? Quante?» Urla senza guardarmi.

Non rispondo. Non mi va di parlare con lui per queste stupidaggini. Ho un piano, ho un piano che voglio portare al termine, non voglio soltanto i miei amici fuori da tutto questo, voglio che lui riaccenda la sua umanità.

Non sono tranquilla se salvando le persone a me cara, Zayn attiri nella sua ragnatela altre povere vittime. Tutto questo deve finire. Zayn deve cambiare.

«Ti ho sentito urlare.» Sussurro io avanzando di qualche passo.

«E allora? Dovresti già saperlo, io ulro sempre.» Risponde lanciandomi un'occhiata priva di emozioni.

«Parla con me.» Gli dico annullando la distanza tra di noi.

Lui mi guarda attento. Probabilmente si starà chiedendo il perché di questo mio comportamento, di solito lo riempio di discorsi fino a farlo esplodere completamente.

I suoi occhi si chiudono a fessura quando la mia mano si avvicina alla sua. Segue ogni mio movimento, ma io senza preavviso sfilo la sua bottiglia di alcool tra le mani.

Avvicino la bottiglia alle mie labbra. Ne bevo qualche sorso.

Io odio l'alcool. Ma se devo cambiarlo, devo diventare sua amica.

Il sapore intenso mi va subito alla testa e devo reggermi al suo tavolo per fermare le mie vertigini.

Zayn riprende la bottiglia dalle mie mani per poi posarla sul tavolo grande e di vetro.

«Perché sei qui.» Domanda e questa volta il tono della sua voce sembra essere più calmo.

«Sono qui per te.» Rispondo. «Ti ho sentito urlare e mi sono preoccupata.»

Zayn ride mentre io cerco di non alzare gli occhi al cielo. Lo odia, lo odia terribilmente.

«Nessuno si è mai preoccupato per me, Lyns, forse ti piaccio?»Domanda malizioso ma io non posso fare a meno di trattenere la mia espressione scioccata. Come può pensare che un uomo del genere possa piacere veramente a qualcuno?

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