Non restarono molto tempo a casa dei genitori di Kaitlyn, si misero subito in macchina per tornare a casa. Spencer stava nei sedili di dietro, accanto a suo figlio, seduto sul seggiolino. Continuava a guardarlo, mentre il piccolo giocava con la sua mano.
"Potresti dare tu da mangiare a Jason? Io devo sistemare tutto."- Kaitlyn aveva nascosto tutti gli oggetti di Jason, prima dell'arrivo di Spencer e dei suoi amici. Il lettino, i suoi giochi, il fasciatoio, era tutto nello sgabuzzino. Spencer sembrava impaurito, tutto stava accadendo così velocemente, ma era stato assente per tutti quei mesi e voleva aiutare la sua compagna. Kaitlyn prese il seggiolone, lo montò e ci posò Jason, prese un omogeneizzato dal frigo, un cucchiaio dal cassetto delle posate, e li porse a Spencer.
"Wow, sei stata velocissima!"-esclamò l'uomo.
"Quando sei da sola devi imparare a fare tutto in fretta. Fortunatamente Jason è calmo, lo lascio con i suoi giochi sotto il mio sguardo e riesco a fare tutto."-Kaitlyn diede la prima cucchiaiata di pappa a Jason, poi fu il turno di Spencer. Non era poi così difficile: cercò di prenderne la stessa quantità presa dalla ragazza, e portò il cucchiaio alla bocca del bambino, che non esitò a mangiare tutto. Kaitlyn gli sorrise, era così bello vederlo stare con suo figlio, sembrava un sogno. Continuò a sistemare fin quando Jason non ebbe finito di mangiare. Prese il bambino in braccio e si sedette sul divano, accompagnata da Spencer.
"è davvero fantastico stare qui, tutti e tre."-disse Kailtyn, avvicinandosi al braccio di Spencer, che la accarezzò.
"Per me è tutto nuovo, non ho avuto nemmeno il tempo di pensare. Sono padre da un giorno, e posso dire che, fino ad ora, è il giorno più bello della mia vita."-Spencer era quasi commosso mentre parlava. Aveva accanto a sè la donna che non lo aveva mai lasciato in 15 anni, che gli era sempre stata vicina, e loro figlio, il frutto del loro amore.-"Ti amo."- le labbra dell'uomo si posarono dolcemente su quelle di Kaitlyn, ma appena si sfiorarono, sentirono entrambi una risata. Jason li stava guardando, e sorrideva, forse era anche lui felice di vederli insieme.
I mesi passarono veloci. Jason cresceva, e Spencer aveva imparato molte cose. Gli cambiava il pannolino, gli faceva il bagnetto, gli preparava da mangiare e, soprattutto, gli raccontava molte storie. Jason amava stare con il padre, rideva per ogni gesto che faceva, e si divertiva a giocare con lui. Kaitlyn era molto sollevata, tutto lo stress che aveva accumulato in quei lunghi mesi stava svanendo, e si sentiva di nuovo in pace con sè stessa. Tutto andava alla perfezione: sapeva che ci sarebbero state altre difficoltà da superare, ma l'importante era rimanere uniti, loro tre, la sua famiglia. Ogni giorno andava al lavoro, mentre Spencer badava a Jason, i primi tempi con l'aiuto della mamma di Kaitlyn, poi da solo. Solo quattro mesi dopo la sua uscita dalla clinica, ricevette una telefonata importantissima: lo richiedevano ad insegnare a Quantico. Era una proposta straordinaria, avrebbe potuto aiutare gli altri come desiderava, avrebbe insegnato ai suoi alunni i segreti della mente, li avrebbe aiutati a catturare gli assassini, ma allo stesso tempo sarebbe potuto tornare a casa presto, senza dover viaggiare per tutto il paese. Kaitlyn era contenta, Spencer era di nuovo felice e al suo posto, e soprattutto poteva assistere alle tappe importanti della vita di suo figlio. Ci fu quando fece i suoi primi passi, solo qualche mese dopo averlo incontrato per la prima volta. Ci fu per il suo primo compleanno, quando tutta la squadra, che aveva saputo della sua esistenza, lo vide per la prima volta. Ci fu quando disse la sua prima parola, "Mamma". Quando udì quel suono, si sentì più orgoglioso che se avesse detto papà: gli occhi di Kaitlyn si riempirono di lacrime al suono di quella parola, e Spencer capì che si meritava tutto quello. Ci fu anche quando disse papà per la prima volta, quando giocavano con i libri, e anche in quell'occasione Spencer si commosse. Era strano sentire quella parola, che lui stesso aveva detto per pochi anni nella sua vita, ma era ancora più strano sentire qualcuno usarla riferendosi a lui. Era un sogno, un vero sogno.
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The ones that got away.
FanficEntrò nella clinica in silenzio, osservando tutto quello che aveva accanto a lei. Si avvicinò alla scrivania, dove era seduto un uomo abbastanza anziano. "Salve. Chi è venuta a trovare?" "Spencer Reid."- disse, a bassa voce. ... "Lo sapete che i mem...